L’Etiopia e il coraggio delle sue donne…per cambiare

Locandina Difret
Locandina Difret

Progresso e tradizione. Sono queste due parole a rappresentare un film sull’Etiopia che cambia, o meglio, che vuole scrollarsi di dosso alcune pratiche drammatiche della tradizione e voltare pagina. In un momento di “scontro di civiltà”, di dibattiti sul ruolo della donna, di battaglie di libertà e repressioni, arriva nelle sale Difret- il coraggio di cambiare, dal 22 al cinema. Difret non è solo il film co-prodotto dall’attrice Angelina Jolie, ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiti. È molto di più perchè vincitore di numerosi e prestigiosi premi internazionali, tra cui il Premio del Pubblico al Sundance Film Festival e il Premio del Pubblico al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Commenti importanti sono arrivati anche dai giornali americani e da personalità come John Kerry, Segretario di Stato Americano.

Prima di ogni commento quella raccontata da Drifet è una storia vera. A sole tre ore da Addis Abeba, Hirut, una sveglia ragazzina di quattordici anni, mentre sta tornando a casa da scuola viene aggredita e rapita da un gruppo di uomini a cavallo (video da youtbe). Hirut riesce ad afferrare un fucile e, nel tentativo di fuggire, spara uccidendo Tadele, ideatore del rapimento nonché suo “aspirante futuro sposo”. Nel villaggio di Hirut e Tadele, cosi come nel resto dell’Etiopia, la pratica del rapimento a scopo di matrimonio, è una delle tradizioni più antiche e radicate. In soccorso a Hirut arriverà una giovane donna avvocato, Meaza Ashenafi. Nella realtà Meaza è stata insignita del Premio Nobel Africano nel 2003, per il suo impegno a difesa dei diritti delle donne.

L'avvocato Meaza Ashenafi
L’avvocato Meaza Ashenafi

La prima scena, visibile anche in rete, è l’emblema di questa lotta tra tradizione e progresso. Da una parte gli uomini a cavallo, che rappresentano la tradizione antica. L’immobile. Dall’altro l’avvocato. La rivoluzione, il cambiamento. In mezzo Hirut e un’Etiopia che fatica a trovare la strada della modernizzazione e dei diritti delle donne. Un’Etiopia dove questa pratica – Telefa il suo nome –  è diffusa in molte parti del paese e coinvolge il 40% delle adolescenti.

Il regista, Zeresenay Berhane Mehari,  nato in Etiopia, ma che vive da 15 in America afferma “mettere in discussione vecchie tradizioni è sempre una sfida. Il passaggio dal vecchio al nuovo non è mai semplice. Causa sempre turbolenza, ma il modo in cui le persone si rapporteranno alla tradizione, nella vita di tutti i giorni, sarà ciò che contribuirà a formare l’Etiopia del futuro”.”Una storia di coscienza che dovrebbe ispirare tutti noi” ha detto Jonh Kerry. “Quando ho visto  Difret per la prima volta – ha dichiarato Angelina Jolie – ho pianto per venti minuti…ma poi ho sorriso per il resto del tempo, pensando che non vedevo l’ora che il mondo potesse vedere questo film, perchè è in grado di provocare un cambiamento”.Un cambiamento di cui forse mai, prima di queste settimane si è sentito tanto il bisogno. Un cambiamento che nasce giorno dopo giorno da quell’incontro e scontro tra tradizioni, progresso e diritti. Quel cambiamento che nasce dal coraggio di cambiare.

Fabio Bellumore(22 gennaio 2015)

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