Agenda UE sulle migrazioni: qualcosa si muove

agenda europea sulle migrazioni

La Commissione Europea ha anticipato al 13 maggio la presentazione dell’agenda UE sulle migrazioni. Il documento doveva essere presentato a luglio, ma si è deciso di non aspettare due mesi ancora: i fatti degli ultimi tempi hanno posto i paesi di fronte all’inadeguatezza delle politiche attuali.

La situazione ha scioccato tutti noi. Ma la risposta che l’Europa ha dato fino ad ora, seppure immediata, è stata insufficiente, si legge. Una vera e propria ammissione di colpa, a cui si cercherà di riparare lavorando su alcune azioni immediate e sulla costruzione di nuove basi per le politiche migratorie. “E ‘chiaro che abbiamo bisogno di un approccio nuovo e più europeo. Ciò richiede l’utilizzo di tutte le politiche e gli strumenti a nostra disposizione. Tutti gli attori: gli Stati membri, le istituzioni dell’Unione europea, le organizzazioni internazionali, la società civile, le autorità locali e i paesi terzi devono lavorare insieme per realizzare una politica migratoria comune europea”.

Ecco le priorità su cui l’Europa si concentrerà per affrontare la questione migratoria:

  • Salvare le vite in mare
    Saranno intensificati gli interventi di ricerca e soccorso fino a ripristinare il livello dell’operazione Mare Nostrum. La commissione ha presentato un nuovo bilancio 2015 per triplicare gli investimenti previsti per l’operazione Triton, ma ha invitato anche gli stati membri a mettere in campo risorse come navi ed aerei per potenziare le azioni. Alla fine di maggio sarà presentato il nuovo piano dell’operazione Triton.
  • Individuare le reti criminali dei trafficanti
    Il Vicepresidente Frans Timmermans ha presentato la proposta di possibili operazioni di Common Security and Defence Policy per identificare, sequestrare e distruggere i barconi utilizzati dagli scafisti. Un’azione per dimostrare la determinazione dell’Europa ad agire. Sarà una vera e propria caccia ai trafficanti in rete, in mare e a terra.
  • Rispondere alla mole di arrivi sul territorio europeo: ricollocamento dei migranti
    Secondo la proposta, le persone in evidente necessità di protezione internazionale dovrebbero essere divise equamente tra gli stati membri. Si legge: “L’Unione Europea ha bisogno di un sistema permanente per condividere la responsabilità di un gran numero di rifugiati e richiedenti asilo tra gli Stati. La Commissione delineerà una proposta legislativa entro la fine del 2015”. I criteri per stabilire le proporzioni dovrebbero essere il PIL, le dimensioni della popolazione, il tasso di disoccupazione e i numeri di richiedenti asilo e di rifugiati relativi al passato. All’Italia spetterebbe una fetta dell’11,84 per cento, la percentuale più alta dopo la Germania (18,42 per cento) e la Francia (14,17 per cento).
  • Concedere una protezione ai profughi: re insediamento dei profughi
    Su questo punto anche l’UNHCR è chiamata in causa, alla commissione per i rifugiati il compito di identificare le situazioni di crisi che metterebbero in fuga le persone dai propri paesi. L’Europa, invece, dovrebbe assicurare a chi vive in condizioni di conflitto la possibilità di partire legalmente, senza cadere nelle mani dei trafficanti. Entro la fine di maggio si discuterà anche del re insediamento di 20mila persone dai campi profughi dei paesi caldi. Il budget dell’operazione è di circa 50 milioni di euro per il 2015/2016. Stando alle stime pubblicate, in Italia dovrebbero arrivare 1989 persone.
  • Lavorare con i paesi terzi per fronteggiare a monte le migrazioni
    Tre saranno i tipi di interventi ipotizzati nel documento. In primo luogo, saranno avviati i programmi di protezione e sviluppo regionale per un investimento di 30 milioni di euro nel biennio 2015/2016, senza contare i contributi degli stati membri. In secondo luogo, entro la fine dell’anno dovrebbe nascere in Niger, paese chiave per le migrazioni, un centro polivalente gestito in collaborazione con l’OIM e l’UNHCR per informare e offrire servizi a chi è in viaggio vero l’Europa o vorrebbe partire. Infine, le migrazioni diventeranno una componente fondamentale per le decisioni sulle missioni di Common Security and Defence Policy in alcuni paesi strategici, come ad esempio quella in Mali e in Niger in cui l’Europa è già impegnata. In autunno ci sarà un vertice a Malta con alcuni partner chiave, tra cui l’Unione Africana, per decidere delle mosse comuni.
  • Utilizzare gli strumenti dell’UE per aiutare gli Stati Membri coinvolti in prima linea
    European Asylum Support Office, Frontex ed Europol lavoreranno direttamente con gli Stati membri per individuare rapidamente, registrare e raccogliere le impronte digitali dei migranti in arrivo. La Commissione, inoltre, mobiliterà 60 milioni di euro in fondi di emergenza per sostenere il sistema sanitario e d’accoglienza dei paesi in prima linea.

Rosy D’Elia

(14 maggio 2015)

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