“Sto cercando dei corsi di formazione gratuiti. In Marocco lavoravo per diventare orologiaio, ora qui vorrei un lavoro manuale, magari in una bottega”. Con queste parole Youssef si avvicina al banchetto allestito da Piuculture all’entrata della Moschea di Roma. Il ragazzo legge con attenzione il volantino e di corsa si connette col suo cellulare alla ricerca del sito online.
Durante questa uscita i ragazzi del laboratorio di Infomigranti presentano il frutto di mesi di lavoro. La mappatura dei servizi ha richiesto tempo, ma ogni minuto speso è ripagato dall’interesse e dal sollievo che alcuni migranti hanno nello scoprire che sono molti i servizi gratuiti a Roma.
All’avvicinarsi dell’orario della preghiera la Moschea si riempie, fa caldo e il clima a tratti è teso: il ramadan mette alla prova la resistenza dei fedeli.Continua la promozione dei servizi, che però non sempre è semplice: i migranti spesso sono diffidenti e il dibattito dell’opinione pubblica sugli sbarchi delle ultime settimane fomenta il disappunto di molti “quelle persone hanno bisogno di aiuto, vengono qui sperando in una vita migliore, non pensavano di finire in una stazione sull’asfalto a Roma”, sono le parole di Bouchra che ci parla e intanto continua a badare al suo banco di vestiti tipici marocchini.
Alcune delle persone che si avvicinano al banchetto quasi non credono che sia possibile che qualcuno si sia occupato di una tale ricerca per loro; qualcuno è reduce da lunghe battaglie legali, atri sono alle presa con una burocrazia che sembra un labirinto senza uscita. E in questa diffidenza generale il lavoro dei ragazzi infomigranti dà una piccola bussola per orientarsi.
Guarda la galleria foografica completa su FlickrFoto di: Veronica Adriani, Giulia Castellano, Marzia Marino, Ilaria Moretti, Giuseppe Marsoner.
Jalila Dobere
(2 luglio 2015)
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