Lungotevere Flaminio: la storia di un campione migrante.

Il Lungotevere Flaminio e l'incontro inaspettato con un campione migrante dal Marrocco.
Il Lungotevere Flaminio e l’incontro inaspettato con un campione migrante dal Marrocco.

Facendo un giro sul lungotevere Flaminio si incontra una piccola pompa di benzina dove lavora niente di meno che il campione marocchino di Kung Fu, cintura nera di 2 grado. Il suo nome è Hicham, 38 anni di cui 8 anni in Italia. Il suo soggiorno in Italia inizia a Milano, poi in provincia di Torino e Francia per poi tornare in Italia a Roma, dove vive da 2 anni. “Al Nord, anche se ci sono più stranieri c’è più diffidenza”. Dopo aver lavorato nei campi e in un ristorante, a Roma è riuscito a trovare un buon lavoro. Parla benissimo del suo capo e della gente di zona dove lavora. “Le persone se vedono che ti comporti bene ti rispettano, nessuno non mi ha mai detto niente anche se voglio pregare sul marciapiede”. Nota però che spesso è difficile trovare una casa in affitto perché molte persone hanno pregiudizi sugli stranieri.

In Marocco lavorava in una palestra ma ha deciso di venire in Italia per cambiare vita. Confessa che è stata una decisione sofferta, ma nonostante tutto si sente fortunato. Anche se ha un buon lavoro, è difficile mettere dei soldi da parte per via dell’incidenza dell’affitto e delle spese, e soprattutto i soldi non possono ripagare la mancanza della famiglia. “Nelle varie ricorrenze, come le feste e i funerali ti viene a mancare ancora di più la tua casa”. Non stupisce visto che nel suo paese sono rimasti la moglie, una figlia di tre anni e un bimbo in arrivo. Anche se cerca di tornare spesso in patria, sogna di poterlo fare definitivamente, ma per adesso “l’importante è migliorare o almeno cercare di non peggiorare le proprie condizioni di vita, ma purtroppo non si può tornare indietro”. Affrontare a testa alta le avversità della vita: anche questo è essere un campione.

19/11/2015

Ania Tarasiewicz

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