Multiculturalismo in crisi? La risposta della società civile

multiculturalismo convegno 16 novembre Camera deputati“Perché le società di oggi, dopo un passato di propensione all’inclusione ed al multiculturalismo, si ritrovano colpite nel profondo dai loro stessi figli? Con atti terroristici costoro colpiscono famigliari, fratelli e concittadini, negando le comunità di discendenza, ed abbracciando ideologie di morte”. Nel segno di questo quesito posto dal parlamentare Khalid Chaouki, si è aperto il convegno Convivere oltre la paura: nuovi cittadini per un’Italia plurale lo scorso 16 novembre alla Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio a Roma.

I sempre più numerosi ghetti fisici, culturali, e psicologici, diventano chiari segnali di crisi della prospettiva del multiculturalismo, se non addirittura spia del suo possibile fallimento” ha continuato Chaouki. Tale è il rischio che si intravede nella società italiana, a fronte dell’eccesso di pregiudizi e della scarsità di sforzo intellettuale che connotano la politica e l’informazione giornalistica: due mondi, questi, all’interno dei quali le scorciatoie degli slogan, della demagogia, e dell’accusa, vengono preferite alla via della conoscenza e dell’approfondimento tematico. Ed il risultato è evidente: “viene a mancare un atteggiamento di apertura all’altro, e se ne perde il contributo in termini di diversità di vedute sul reale e sulla storia”.

Nell’ambito di una ricerca di soluzioni politiche a problemi legati alla convivenza fra identità differenti, il dibattito si è arricchito degli spunti offerti dall’ultimo libro del Professor Domenico Melidoro, Multiculturalismo. Una piccola introduzione, presentato per l’occasione.Una chiave di lettura dei difficili rapporti tra società occidentale e mondo islamico proviene da una forma di confusione culturale sorta negli anni antecedenti l’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003. A spiegarlo è Sebastiano Maffettone, docente LUISS. “Da allora l’islam è stato accostato ad una seconda Unione Sovietica, e considerato un nemico assoluto da abbattere. Questo paragone, tuttavia, non può reggere, ed il multiculturalismo ne è una risposta intelligente: l’islam non è associabile ad un impero armato; è una religione, ispirata a valori di pace”. Spetta alla società civile, dunque, reagire in modo alternativo, evitando di demonizzare l’altro in veste di mostro esoterico. Al contrario, “è doveroso valorizzare il diverso quale interlocutore di un dialogo, senza che questo si traduca in un’accoglienza benevola: è l’ascolto reciproco, che consente di ricavare punti di vista molteplici così da arricchire il proprio, a rendere attuabile una strategia di base improntata al multiculturalismo. I diritti civili, eredità dell’Illuminismo francese, costituiscono un patrimonio che la società occidentale è tenuta a trasmettere, per favorire la realizzazione di costituzioni democratiche e l’affermazione dei diritti umani”.

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On. Khalid Chaouki

La questione del multiculturalismo affonda le radici in società liberal-democratiche come Canada, Australia e Stati Uniti. Fra i maggiori studiosi liberali del Novecento spicca il canadese Will Kymlicka, che più di tutti ha messo in discussione la classica visione individualista, tipica della civiltà occidentale. Il suo pensiero ruota attorno al liberalismo comunitario, in nome del quale gli individui, parte integrante di una comunità, crescendo e maturando il proprio potenziale riflessivo al suo interno, vi conquistano diritti e prerogative in primo luogo a livello collettivo. “La tutela dei diritti dei singoli passa attraverso quella dei diritti delle comunità e culture di appartenenza” ha proseguito Maffettone.

Guardando al territorio della capitale e ad esempi di convivenza tra culture diverse, ha preso la parola anche Gabriella Sanna, responsabile del Servizio biblioteche interculturali di Roma. La rete delle 38 biblioteche pubbliche comunali poggia su una politica del doppio binario, multiculturale e interculturale, in grado di favorire svariate esperienze di buone pratiche. I principi dell’accoglienza e dell’inclusione trovano realizzazione nell’organizzazione di corsi di italiano per migranti. “La lingua resta un fattore cruciale per le politiche di integrazione” ha spiegato Sanna. “Non a caso, le biblioteche sono provviste di sezioni di libri nelle principali lingue madri. Questa iniziativa accende un grande orgoglio in quanti possono trovare la lingua madre rappresentata, e riconoscersi così in alcuni testi principali della propria tradizione”.

L’impegno delle strutture bibliotecarie si esplica altresì nella promozione di eventi e di iniziative di pratiche comuni tra italiani e migranti, all’insegna di linguaggi condivisi legati all’arte, alla letteratura, al cinema, alla danza, al teatro ed alla musica. “Sperimentando momenti di dialogo interculturale, la società civile mostra di essere un passo avanti rispetto alle politiche condotte dalle istituzioni”. Anche in questo contesto, tuttavia, il multiculturalismo necessita di essere salvaguardato e potenziato. “Mancano ancora degli effettivi interventi politici per il sostegno linguistico agli alunni stranieri nelle scuole e l’insegnamento dell’italiano L2 agli adulti. Senza questi, difatti, il multiculturalismo può dirsi fallito” ha concluso Sanna.

Clara Agostini(18 novembre 2015)

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