La tendopoli Tiburtina nei pressi della stazione che da giugno aveva ospitato i migranti si è spostata, dal 15 ottobre, a causa del freddo in una struttura coperta a Tiburtino III, in via del Frantoio 44 a.
Il complesso, di proprietà del comune, era stato sequestrato nell’ambito dell’inchiesta di mafia capitale ed affidato dalla magistratura alla Croce Rossa Italiana e al momento ospita 65 persone di cui solo il 10 % costituito da donne, non sono presenti minori, spiega Giorgio De Acutis, collaboratore dell’area e delle attività sociali della Croce rossa Roma.
La maggior parte dei migranti ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni ma transitano anche alcuni minori non accompagnati che, dopo essere stati intercettati, vengono indirizzati a Save the children e inseriti in un progetto.
Il numero degli arrivi è in diminuzione rispetto all’estate ma nelle ultime due settimane si è registrata un’anomalia: nonostante la nazionalità maggioritaria rimanga quella eritrea è aumentata l’affluenza di ragazzi provenienti dall’Etiopia e appartenenti all’etnia Oromo.
La permanenza degli utenti nel centro non supera, di solito, le due settimane anche se ci sono state delle eccezioni: alcuni prolungamenti per stress post-traumatico o casi di ritorni per respingimenti al confine con l’Austria.
Una storia a parte è quella della famiglia della piccola Lisa, nata nella tendopoli, che si è fermata per un periodo di tempo maggiore, prima di raggiungere la Francia dove si trova al momento. Essendo infatti di origine sudanese non aveva il diritto al ricollocamento ed essendo molto numerosa, cinque figli, non aveva i soldi per potersi pagare il viaggio. La soluzione è venuta dalla mobilitazione della comunità nigeriana che ha organizzato una raccolta fondi.
La Croce rossa ha firmato un accordo con il ministero degli interni per permettere ai suoi ospiti di inserirsi nella lista del ricollocamento che, dopo una sospensione di due mesi, in dicembre e gennaio, ha ora ripreso a funzionare.
“Il nostro obbiettivo” racconta De Acutis “è sia fornire gli strumenti perché tutti siano in grado di intraprendere il viaggio, anche se in modo autonomo, che dare informazioni su come richiedere asilo o ottenere il ricollocamento”.
E aggiunge: “qui le persone sono libere di scegliere, non è nello statuto obbligare a fare le cose”.
La struttura e i servizi riescono ad andare avanti grazie, oltre al lavoro dei venticinque volontari fissi, anche all’avvicendamento di varie associazioni: la Caritas, la comunità di sant’Egidio, gli scout, la John Cabot University, la Tirrena che fornisce i pasti. Ci sono anche tirocinanti della facoltà di antropologia e il Baobab che viene a trovare i ragazzi e a vedere come stanno.
Tra le varie attività svolte, oltre ai corsi di italiano, si organizzano partite di calcetto nel circolo Arci e cene multietniche, che hanno lo scopo non solo di intrattenere gli ospiti ma anche di creare integrazione sul territorio.
La reazione iniziale degli abitanti del quartiere è stata ostile, ma dopo che il centro ha aperto le sue porte le tensioni sono state appianate. É stata fatta luce sui veri problemi del disagio dei dimostranti, legati a disfunzionalità di un’area periferica, che si volevano sottoporre all’attenzione mediatica. Non solo, i volontari si sono messi a disposizione e anche oggi svolgono assistenza sul territorio.
Buoni sono anche i rapporti con le strutture vicine: lo Sprar e la scuola elementare che ha spesso passato, tramite la rete, giocattoli e cibo ai bambini ospiti.
“In Italia siamo come sospesi” – dicono i ragazzi. E quello che la Croce rossa e i suoi collaboratori cercano di fare è proprio rendere questo Purgatorio il più accogliente possibile. Ne sono testimonianza le pareti addobbate con i disegni dei bambini. In uno una colomba con la bandiera dell’Eritrea bacia, sopra il mare, un’altra con la bandiera italiana.
Guarda la galleria fotografica completa in alta risoluzione su Flickr
Foto di Adamo Banelli
Elena Fratini
(04/02/2016)
Leggi anche:
- CAMBIAMENTI NELLA TENDOPOLI TIBURTINA: PAROLA AGLI OPERATORI DELLA CRI
- ACCOGLIENZA MIGRANTI: DALLA TENDOPOLI A TIBURTINA AD UNA STRUTTURA A TIBURTINO TERZO
- I MIGRANTI DELLA TENDOPOLI TIBURTINA: VERSO L’EUROPA PASSANDO PER L’INFERNO
Link utili: