Presentazione rapporto IDOS: conferme ed evoluzioni del fenomeno migratorio

idos1Il 18 febbraio 2016 è stato presentato a Roma, all’Auditorium in Via Rieti 4, l’XI Rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici S. Pio V. Testi e dati forniscono una panoramica sul fenomeno migratorio analizzandone tre macro dimensioni: immigrazione stabile; accoglienza e richiedenti asilo e rifugiati e infine ricadute sociali, economiche e occupazionali.

Come osservato dal Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, Ugo Melchionda “per molti aspetti l’area romana anticipa quello che, secondo le proiezioni dei demografi, avverrà a livello generalizzato a metà secolo. Perciò “l’Osservatorio Romano sulle Migrazioni deve essere considerato un sussidio indispensabile per preparare il futuro.”

Il Lazio, come rilevano i dati statistici, è la seconda regione per numero di immigrati iscritti all’anagrafe. I dati di Roma Capitale rivelano che i residenti stranieri nel secondo municipio sono 20.137 stranieri, di cui 2.331 minori e 13.344 donne. Di questa totalità le maggiori comunità sono quella filippina e quella rumena, con presenze rispettive di 4.877 e 2275.  “La percentuale degli immigrati nel Lazio è forte ma non ha un impatto sbilanciato sul territorio. Nel Lazio vive un immigrato su otto risiedenti in Italia.” sottolinea la curatrice del rapporto, Ginevra Demaio. In particolare, “la città metropolitana di Roma è la prima provincia d’Italia per numero di residenti stranieri”, prosegue la curatrice.

La giornalista Pia Gonzalez mette in evidenza come la comunità filippina in Italia sia molto ampia “è la seconda più numerosa dopo l’Inghilterra e Roma è la seconda città per concentrazione dopo Milano”.

Arber Behari, è un cittadino albanese attivo nell’ Associazione Iliria che ha come scopo valorizzare le diverse culture nazionali, ma anche lo scambio dei diversi paesi con la cultura italiana. Egli ha messo in evidenza l’importanza della rete “l’obiettivo è incentivare la creazione e la collaborazione di reti di associazioni che si occupano di migranti anche a livello regionale per potersi confrontare e presentare assieme proposte progettuali volte ad agevolare l’integrazione. In tal senso le istituzioni hanno l’importante ruolo di far convergere le azioni dei soggetti   per migliorare gli interventi futuri. Le proposte devono venire dal basso e non viceversa.”

Sull’importanza della maggior collaborazione tra scuola, associazioni ed istituzioni interviene anche Paola Piva, coordinatrice di Rete Scuolemigranti, che ha sottolineato: “sono circa 27.500 gli stranieri che accedono ai corsi di italiano. L’associazionismo riesce a soddisfare le loro esigenze di apprendere la lingua, purtroppo non si può dire lo stesso della scuola pubblica.”

Giuseppe Marciante, vescovo di Roma evidenzia “l’importanza dell’accoglienza. I migranti ci portano la possibilità di aprirci a nuove culture e nuovi credi religiosi, questo deve essere motivo di crescita e confronto”.

Anche Franco Pittau Presidente Centro Studi e Ricerche Idos aggiunge un tassello importante per una maggior integrazione: “Bisogna stabilizzare gli immigrati, riconoscerne il diritto di cittadinanza e lo ‘ius soli’, sostenerli con risorse assegnate”.

Nel quadro delle migrazioni delineato è emerso come, in Italia, il lavoro, l’istruzione e l’accoglienza siano temi fondamentali per l’integrazione e per abbattere i pregiudizi e la paura del diverso. Il mondo del volontariato è molto attivo in queste direzioni, e l’auspicio va nella direzione di una maggior collaborazione sia tra associazioni e scuole che tra volontariato e politica.

Le testimonianze della conferenza sono un esempio concreto di come “ricerca e operatività dal basso possono andare di pari passo”, secondo quanto auspicato dal Presidente dell’istituto San Pio V, Antonio Iodice.

Marzia Castiglione Humani

(24 febbraio 2016)

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