Dossier statistico immigrazione 2015: dati per sconfiggere i pregiudizi

Manifestazione di migranti a Roma
Manifestazione di migranti a Roma

“Quelle che arrivano nel nostro paese sono persone, non merci” ha esordito Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese, alla presentazione il 29 ottobre a Roma del Dossier statistico Immigrazione, realizzato da IDOS in collaborazione con Confronti, UNAR e grazie all’8×1000 Valdese. “Veniamo da un’estate bollente per la realtà che ha inchiodato le nazioni europee davanti al dramma di migliaia di migranti in arrivo dal sud del mondo. Di fronte a un evento come questo l’Europa è impreparata e divisa. Anche in Italia le reazioni non sono proporzionate alla realtà del fenomeno che colpisce il cuore, la mente. In questa situazione il Dossier è elemento importante del ragionamento.  Dobbiamo porre attenzione ai numeri,  i  dati nudi invitano alla riflessione, un bagno di realtà in mezzo a tanta ideologia e comunicazione che viene dalla pancia”.

Ugo Melchionda, presidente di Idos apre una finestra sui dati raccolti nel Dossier, e non si ferma ad analizzare solo i numeri legati all’emergenza, ma approfondisce aspetti meno noti del fenomeno migratorio: “sono 5.014.000 gli stranieri residenti in Italia, contro 5milioni di italiani che risiedono all’estero. L’incremento degli  italiani trasferitisi all’estero nel 2014 è pari a 152mila emigranti, contro 92mila  stranieri che hanno ottenuto la residenza in Italia”. Si ripete l’andamento degli anni scorsi che vede un aumento della presenza di donne e bambini, una conferma del carattere familiare che caratterizza l’immigrazione in Italia. Nelle scuole diminuiscono dello 0,6 % gli studenti italiani a fronte di un aumento degli alunni  stranieri dell’1,4%. Molti i dati legati all’incidenza economica della presenza dei migranti in Italia: 2milioni e 800mila lavoratori, 500mila imprenditori, “gli stranieri producono l’8% del PIL, con un saldo a favore delle entrate dei migranti pari a 16milioni di Euro contro 13milioni di uscite. Poche parole e molti dati”

Anche Paolo Gentiloni, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale  vede nelle informazioni contenute nel Dossier statistico immigrazione uno strumento indispensabile per affrontare le problematiche legate ai migranti, gestire, prendere decisioni . Chi alimenta la paura si basa sulla non conoscenza che nutre i pregiudizi. Acquisiti i dati, bisogna agire, e il ministro sintetizza le azioni prioritarie da intraprendere:

  • L’ondata migratoria dal sud del mondo è un fenomeno planetario che coinvolge 60milioni di persone, la cifra più alta dal dopoguerra. Non è un evento transitorio ma di lunga durata che riguarda un’intera generazione, “chi racconta che c’è una ricetta per risolvere questo problema semina solo illusione e contribuisce a diffondere paura e odio. E’ stupido bloccare o respingere, l’immigrazione che, se gestita, fa bene alla nostra economia.” E precisa: “non possiamo pensare solo a quelli che chiedono asilo. Dobbiamo farci carico anche di chi fugge da povertà e fame. Per porre sotto controllo alcune delle crisi che generano le migrazioni, compito dell’Italia – per vicinanza e competenza – è occuparsi della crisi libica, dove ci sono decine di organizzazioni criminali che speculano sui migranti, stiamo lavorando in questa direzione e speriamo di avere a breve notizie incoraggianti”.
  • Cercare di venir fuori dal massacro siriano che ha portato 250mila morti, 12milioni di rifugiati, e sfollati. Domani, 30 ottobre, a Vienna i governanti europei , americani, russi, alla presenza di molti paesi come Iran e Arabia Saudita, e questa è una delle novità, discuteranno sulle possibili soluzioni alla guerra in Siria. “La via d’uscita non è  militare, ma politica, per questo il rischio della presenza russa può essere parte della soluzione, è necessario  arrivare a una transizione, il dittatore deve andar via, ma questa destituzione non deve avvenire per via militare, la Libia insegna”. Altro importante appuntamento fra due settimana il confronto per l’Africa a Malta. Questo Governo dopo sette anni stanzia fondi destinati alla cooperazione che nei prossimi tre anni raggiungeranno un livello dignitoso, ma bisogna tener presente che nel 2050 l’Africa avrà una popolazione pari a tre volte quella dell’Europa, non c’è da aspettarsi che gli interventi della cooperazione possano arrestare i flussi ma che li rendano più ordinati e  soprattutto che sconfiggano i trafficanti
  • Cambiare le regole europee a partire dal trattato di Dublino, “un accordo oggi superato, non si può pensare che la Grecia possa gestire i 400mila migranti che sono arrivati sul suo territorio. Per difendere Dublino non possiamo sacrificare Schengen, sarebbe tornare indietro. I paesi europei dovrebbero gestire insieme l’accoglienza e le regole per richiedenti asilo, i ritorni affrontati in maniera civile, in conclusione gestire l’immigrazione in un modo positivo come spetta a un paese democratico.

Rando Devole, sociologo albanese, arrivato in Italia con le migrazioni degli anni ’90 esordisce con un’affermazione che fa riflettere: “Dieci anni fa ero su questo stesso  palco, per la presentazione del Dossier statistico immigrazione, ho riletto la relazione preparata allora, se non fosse per serietà nei vostri confronti avrei potuto riproporla oggi”, un segno che le problematiche legate all’immigrazione malgrado sia passato un decennio, sono ancora attuali.

Nicoletta del Pesco(22 ottobre 2015)

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