Alunni stranieri ed insegnamento, risultati ed obiettivi futuri con Rete Scuolemigranti

rete3“Scuole aperte al territorio Inclusione di studenti e genitori stranieri” è il titolo dell’incontro organizzato dalla Rete scuolemigranti il 20 aprile che si è articolato intorno al racconto di teoria e buone prassi per l’inclusione di studenti e genitori stranieri. Il convegno si è svolto nell’Ufficio Scolastico Regionale di Via Pinciani ed ha raccolto una numerosa platea composta da insegnanti, dirigenti scolastici, associazioni e numerosi volontari.

L’importanza della rete e dell’Osservatorio

Oggi è un giorno importante per la Rete Scuolemigranti, è il nostro settimo compleanno” esordisce nei saluti d’apertura Paola Piva, coordinatrice della rete scuolemigranti, “la creazione di reti sociali è il nostro obiettivo. Bisogna costituire delle intese di sistema, durature nel tempo, solo così, anche con gli inevitabili cambi di persone, docenti e volontari, l’intesa può permanere”. E propone due vie da seguire “l’uso di un italiano semplificato e la formazione congiunta”.

rete5Sulla necessità di mettersi in rete appunto pone l’accento anche Vinicio Ongini, MIUR, Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura “l’osservatorio nasce proprio dall’esigenza di fotografare la situazione della scuola in materia d’integrazione, e potenziare i tre cardini del nostro lavoro: la formazione, l’insegnamento dell’italiano L2, lingua seconda, ed il plurilinguisimo, quest’ultima è una risorsa portata dai ragazzi stranieri stessi all’interno delle classi.” Il punto centrale dell’intervento verte intorno ad una domanda, in parte retorica, ma a che punto siamo con l’intercultura? “Volendo parlare di compleanni l’intercultura è a 26 anni di esistenza, forse è giunto il momento che le indicazioni pedagogiche di educazione interculturale siano attuate in pieno”.

Dati ed esperienze

I numeri presentati da Manuela Bartoloni, Francesca Di Patrizio dell’ISTAT raccontano una realtà scolastica con “42% di scuole che hanno almeno il 10% di alunni stranieri. La presenza degli stranieri risulta molto più nutrita nelle aree del Centro-nord e quindi lo è anche l’incidenza di alunni di origine non italiana nelle scuole”. Inoltre “l’elevata incidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica rende più complesso l’inserimento nella vita scolastica. Nel Mezzogiorno, dove sono più contenuti sia il numero che l’incidenza di ragazzi non italiani nelle scuole, è più facile avviare percorsi scolastici virtuosi e migliori relazioni con i coetanei.”

Ma la costruzione dei percorsi non è composta solo della scolarizzazione degli alunni”, sottolinea Patrizia Sentinelli di Altramente “bisogna lavorare con i genitori, altrimenti il dialogo con la scuola rischia di essere fallimentare. Di buono c’è da sottolineare come sia cresciuto il rapporto con le scuole ed ora sono loro che ci cercano per collaborare. Il nostro obiettivo è quindi mettere a frutto le energie in questo settore”.

rete2L’esperienza di Loredana Teodoro, preside dell’I.C di Via Volsinio, con l’associazionismo di Piuculture è decisamente positiva “la scuola deve costruire dei cittadini attivi e Piuculture per noi ha rappresentato un valore aggiunto,  ci hanno trasmesso le tecniche di apprendimento ed insegnamento per gli alunni stranieri”. Prosegue sul ruolo cardine dell’istituzione scolastica “questi bambini stranieri in Italia, di prima o seconda generazione poco importa, debbono acquisire lingua italiana per comunicare e per poter agire produttivamente nel contesto nel quale si trovano”. Il metodo dell’I.C Volsinio è scientifico e parte da un monitoraggio delle diverse classi, all’inizio di ciascun anno scolastico, in modo da capire le diverse esigenze degli alunni stranieri presenti, “intendiamo così costruire un approccio pedagogico che riesca a promuovere un percorso didattico condiviso. Anche in questo caso Piuculture ci è stata d’aiuto perché ha messo a disposizione anche dei mediatori linguistico-culturali, così da favorire il dialogo tra insegnanti, alunni e genitori”.

Tra le altre esperienze raccontate nel corso dell’incontro vi è quella del Cemea del Mezzogiorno, il centro giovani Fenix 19 al Pigneto dove il metodo si basa su una situazione di scambio e confronto spiega Cristina Brugnano “ed è bello sorridere quando scopriamo che per Lin tra i verbi in are ci sia cellulare, è l’inizio di un percorso”.

Dall’insieme di numeri ed esperienza scaturisce la proposta di un’azione di sistema, ovvero un Osservatorio partecipato, coordinato da Marco Catarci e Massimiliano Fiorucci (Università degli Studi Roma Tre) e dal Comitato Scientifico della Rete, che si avvarrà della collaborazione di altri istituti di ricerca, il CNR, l’ISTAT, IDOS. L’Osservatorio intende coinvolgere insegnanti delle associazioni, docenti delle scuole, operatori sociali, ricercatori, studenti universitari, genitori e gli alunni stranieri in prima persona. L’intento finale è di raccogliere qualitativamente e quantitativamente le esperienze ed i progetti in modo da comprendere ed interpretare il reale bisogni di nuovi cittadini.

Piera F. Mastantuono

(20 aprile 2016)

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