In Cina è Naiqian, a Roma è Alice: alla scoperta della cultura italiana

Naiqian

I ragazzi cinesi in Italia a volte si presentano con un nome europeo. Naiqian, che si fa chiamare anche Alice, spiega che “sono i professori cinesi a chiedere agli studenti di scegliere un nome della cultura che si studia” per facilitare l’apprendimento e la comunicazione. In inglese Naiqian ha scelto il nome Claire. Anche gli studenti stranieri che vanno a studiare la lingua e la cultura cinese devono scegliere un nome del posto.

Naiqian è nata a Harbin, una grande città nel nord-est della Cina. Ha studiato l’inglese dalla seconda elementare e l’italiano all’università. Quest’ultimo è al momento la sua principale preoccupazione, lo parla bene ma deve ancora pensare alla forma giusta del verbo, quindi parla lentamente, secondo lei per questo quasi tutti i suoi amici in Italia sono gli altri studenti cinesi. Dice che l’inglese l’ha aiutata molto nell’apprendimento dell’italiano, molte parole sono simili, ma l’italiano le sembra più difficile.

Figlia unica di un chirurgo e di una funzionaria della Croce Rossa che si occupa del controllo della popolazione, attualmente Naiqian è una studentessa magistrale in “Scienze dell’Informazione, della Comunicazione e dell’Editoria” all’Università Tor Vergata di Roma. Si è staccata presto dalla famiglia, prima per una laurea in lingue a Pechino, poi per l’Erasmus a Milano. Ammette che invidia un po’ i ragazzi che non si sono mai allontanati dalla propria città e che possono contare sul sostegno della famiglia, ma pensa che sia giusto proseguire con la scelta che ha fatto.

Sorseggiando il cappuccino in un bar a due passi da Piazza Vittorio, Naiqian confessa che a volte si sente sola ma “non è grave, perché la priorità è studiare”. Grazie ai suoi studi e alle tre lingue che parla, la ragazza sarà avvantaggiata quando tornerà in Cina. Non rimarrebbe in Italia, perché la cultura è troppo diversa e la lingua rimane ancora un ostacolo, in patria avrebbe opportunità lavorative migliori.

Con la burocrazia italiana il rapporto è alquanto difficile, due settimane fa è andata all’Ufficio Immigrazione per scoprire di essere bloccata dal sistema. Aveva pianificato un viaggio in Cina, ma con la ricevuta del permesso di soggiorno per studio può prendere soltanto i voli diretti, che costano di più.

Un’altra sorpresa per una ragazza cinese a Roma è il rapporto con la religione. In Cina ci sono molte religioni, c’è persino una provincia mussulmana, ma ci sono pochi credenti. Lei è stupita ogni volta che vede la concentrazione dei fedeli italiani a messa, pensa sia un bel sentimento che lei non riesce a comprendere appieno.

L’amore per l’Italia le è nato grazie ai film Lizzie McGuire con Hilary Duff e Way of a Dragon con Bruce Lee e Chuck Norris. Di recente ha scoperto dispiaciuta che la famosa scena di combattimento non è stata girata veramente nel Colosseo. Per il resto Roma non l’ha delusa. Dà priorità allo studio e non può passare molto tempo a visitare il centro storico, ma quando le capita, è esattamente come l’ha sognato da piccola.

Nadia Plamdeala

(15 giugno 2016)

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