La vigilia dal 26 al 27 si chiama la notte del destino, secondo il corano la ricompensa del sacrificio è maggiore perché questa notte vale più di mille mesi. Nella cultura islamica, gli ultimi 10 giorni del Ramadan sono i più importanti.. La vigilia dal 26 al 27 alcuni fedeli l’hanno trascorsa nella moschea, per aspettare quel momento insieme, come segno di unione.
Oltre alla zona delle preghiere, la moschea ha una libreria, dove si possono consultare libri, come il Corano. C’è anche una cucina, dove si preparano i pasti che vengono offerti dalla moschea durante il mese di Ramadan.
Si mangia dal tramonto fino all’alba, cioè dalle 9:45 alle 3:20. La preghiera notturna inizia alle 10:30 e finisce alle 11:30. Come di consueto la zona della preghiera è divisa a metà: da un lato pregano i maschi, e dall’altro lato le donne e i bambini.
“Noi preferiamo condividere i momenti insieme alle sorelle musulmane e ai bambini,” dice Sagida, italiana di seconda generazione, di origine palestinese. Insieme a lei c’è anche Suzana, anche essa italiana di seconda generazione, di origine egiziana. Tutte e due studentesse universitarie del corso di Lingue ed traduzione.
Per Suzana il momento più bello è la preghiera tarawih, perché si fa solo durante il mese di Ramadan. Raggruppa le persone che non vengo durante l’anno. “Per noi donne, è l’occasione per venire alla moschea, visto che nella cultura islamica le donne non sono obbligate a frequentare le moschee.
Suzana e Sagida spiegano che in alcuni casi è possibile interrompere il Ramadan. “Si interrompe il digiuno:, in caso di allattamento o gravidanza, malattia, anzianità, nella settimana della mestruazione e quando si prendono medicine.”
“Le donne rompono il Ramadan durante il ciclo, non perché siamo impure, ma perché si perde molto sangue, e questo rende alcune donne deboli. Quando la mestruazione finisce, si può riprendere. I giorni interrotti si recuperano durante l’anno. “In gravidanza, l’interruzione serve a non mettere a rischio la salute della mamma e del bambino in grembo.”
I musulmani pregano 5 volte al giorno, e nel mese del Ramadan i momenti di preghiera aumentano. I musulmani tendono ad essere più generosi, gentili, amabili, altruisti, e cortesi e disponibili nei confronti degli altri, Sagida racconta che “nel Ramadan ci purifichiamo, Allah ci chiede più sacrifici, e questo ci rende più buoni, più attenti, e sicuramente più forti durante l’anno. Ecco perché la disciplina islamica ci aiuta ad essere molto precisi e obiettivi. Fin da piccoli, i maschi e le femmine vengono chiamati alla responsabilità sociale e personale.”
Sagida aggiunge “tutti dovrebbero essere altruisti e trattare gli altri come vorrebbero essere trattati” e Suzana precisa “non dovete avere pregiudizi nei confronti dei musulmani e cadere nella disinformazione diffusa da alcuni mass media”.
Josefa Trindade
(8 luglio 2016)
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