Corridoi umanitari: arrivati 128 profughi dal Libano

Corridoi umanitari: il ministro Paolo Gentiloni dà il benvenuto a Fiumicino
Corridoi umanitari: il ministro Paolo Gentiloni dà il benvenuto a Fiumicino

Europa muoviti, agisci affinché i 128 profughi in fuga dalla guerra di Siria arrivati il 24 e il 25 ottobre a Fiumicino con i corridoi umanitari su un regolare volo di linea diventino 1000, 10mila e ancor di più e il mare Mediterraneo smetta di essere la tomba di chi fugge da guerre e dittature. I visi sorridenti, malgrado la stanchezza, di chi è appena arrivato a Fiumicino come Ala originaria di Homs e i suoi fratelli Haman di 18 anni e Hanadi di 16 invitano ad agire in  questa direzione.

Corridoi umanitari Ala arriva da Homs con i suoi fratelli
Corridoi umanitari Ala arriva da Homs con i suoi fratelli

In Italia Ala spera di finire i suoi studi in psicologia all’Università di Padova, interrotti per la guerra, le mancano due esami. Desidera anche tranquillità e assistenza per suo fratello, traumatizzato per aver trovato il cadavere di suo padre, ucciso. Si augura che il ragazzo possa continuare le sedute iniziate in Libano che lo stanno aiutando a recuperare un po’ di serenità.  Del loro quarto fratello, che ha intrapreso il viaggio per mare, non si hanno più notizie.

Shaza e i suoi due bambini arrivati con i corridoi umanitari
Shaza e i suoi due bambini arrivati con i corridoi umanitari

La stessa sorte toccata al marito di Shaza arrestato in Siria oltre due anni fa e del quale non si sa più nulla. Shaza è rimasta sola con due bambini e ora spera di trovare un futuro migliore in provincia di Torino per i suoi due figli, Mohamed e Refat, che frequentavano la scuola a Homs.

Marah arrivata con la mamma e 3 fratelli con i corridoi umanitari
Marah arrivata con la mamma e 3 fratelli con i corridoi umanitari

In Piemonte, a Luserna, costruiranno una nuova vita anche Rania che ha studiato con tenacia e efficacia l’italiano per rendere più facile e rapido l’inserimento in Italia ai quattro figli che viaggiano con lei a partire dalla maggiore Marah.

E mentre i grandi sorridono e i bambini più piccoli si assopiscono in braccio ai genitori il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, arrivato a Fiumicino ad accoglierli, auspica che “l’esperienza dei corridoi umanitari si diffonda in Europa, perché consente a persone che fuggono da guerre e persecuzioni di arrivare in Italia in un modo diverso, civile, nel rispetto dei diritti umani. E’ un piccolo passo nonostante le paure, mentre ci sono paesi che alzano muri, è importante realizzare canali  regolari di accesso, ma non possiamo essere soli. Continueremo a muoverci in questa direzione, i corridoi umanitari insegnano che c’è una maniera diversa di gestire le migrazioni, ma questo impegno deve essere sostenuto e condiviso in Europa”.

Jasmine è arrivata con la sua famiglia con i corridoi umanitari
Jasmine è arrivata con la sua famiglia con i corridoi umanitari

Filippo Bubbico, sottosegretario del  ministero degli Interni, ha evidenziato come accanto alle istituzioni e alle forze dell’ordine ci siano ora anche diverse famiglie italiane impegnate nell’ospitalità dei profughi siriani e le seguono nel  percorso di integrazione nella vita italiana.

A dare il benvenuto a Fiumicino anche i rappresentanti della collaborazione ecumenica fra cattolici e protestanti che ha portato alla realizzazione dei corridoi umanitari: Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Susanna Pietra, direttore dell’ufficio 8×1000 della Chiesa valdese.

Andrea Riccardi ha evidenziato che i corridoi umanitari consentono di sottrarre vite umane ai trafficanti. “Quello che accade nel Mediterraneo è una tragedia che va affrontata in maniera condivisa. Bisogna creare degli spazi di accoglienza in Europa, gli italiani lo stanno facendo, gli arrivi di oggi ne sono una dimostrazione”.

Luca Maria Negro ha voluto sottolineare come per chi arrivi in Italia con i corridoi umanitari si creino le condizioni per la ripresa di una vita normale e ha annunciato la nascita a Torino, venerdì 21 ottobre, di Shamsa, che in arabo vuol dire raggio di sole, la prima “figlia” dei corridoi umanitari.

Susanna Pietra ha evidenziato come i corridoi umanitari siano un esperimento, qualcosa che non era mai stato fatto e che la forza di tale iniziativa è che sia nata da dei credenti a prescindere dalle differenze di confessione e in copartecipazione con le istituzioni “solo mettendo insieme soggetti diversi spesso si riescono a fare cose che sembrano impossibili. I corridoi umanitari mirano non solo all’accoglienza come ospitalità, ma all’integrazione nel tessuto culturale e sociale del paese partendo dall’apprendimento della lingua”.

Il 28 giugno 2016 il progetto “corridoi umanitari” è stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles. Per ora sono arrivati in Italia 400 profughi, in un anno saranno 1000, una goccia nel mare se l’Europa non agisce.

Nicoletta del Pesco
(25 ottobre 2016)

Leggi anche:

Corridoi umanitari tra presente e futuro:la vita dei profughi Siriani a Casal Damiano

Dalla Siria con i corridoi umanitari: le difficoltà in Libano e il viaggio verso l’Europa

Corridoi umanitari: arrivati 101 profughi da Siria e Iraq

Dalla Siria all’Italia attraverso un corridoio umanitario, la storia di Mirvat e Leen

Famiglie siriane arrivate con il corridoio umanitario: fra ricordi di guerra e speranze