Il 16 novembre, dalle 10 alle 13, all’hotel Forum in via Tor Dei Conti, si è tenuta la presentazione del rapporto annuale di Agire, il network che riunisce undici organizzazioni non governative presenti in Italia.
Il presidente Shelly Sandall, spiega che: “nelle guerre le strutture destinate ai civili, come scuole ed ospedali, diventano bersagli ciò rende il lavoro di chi aiuta sempre più pericoloso e costringe milioni di abitanti alla fuga verso stati impreparati ad accoglierli”.
“Bisognerebbe investire sulla diplomazia e sulla giustizia sociale, in questo modo si riuscirebbe a prevenire i conflitti” sottolinea Andrea De Guttry, direttore dell’Istituto Dirpolis, diritto politica e sviluppo, e prosegue “anche i media non affrontano il problema in modo corretto, non raccontano le storie personali, forniscono molti numeri, ciò genera un appiattimento e un mancato interesse delle persone ai problemi delle popolazioni in conflitto.”
Diego Bianchi, giornalista e conduttore del programma Gazebo, parla del ruolo dell’informazione: “i dati numerici delle emergenze umanitarie, servono solo in parte per evitare l’appiattimento dell’opinione pubblica è importante raccontare la realtà mostrando le persone. In Italia assistiamo ad una lotta tra poveri, i giornalisti e la società civile non sanno a quale emergenza dare più risalto. I sindaci cambiano ma i migranti del centro Baobab di Roma ed i terremotati restano”.
Il cambiamento della prospettiva appare evidente nell’intervento di Roberto Zuccolini, portavoce della Comunità di S. Egilio, parla della buona accoglienza: “i migranti arrivati in aereo, attraverso i corridoi umanitari, sono visti in modo diverso e migliore dai cittadini. Si tratta di 4000 persone arrivate in maniera sicura dal Libano ed accolte in Italia ed accolte quest’anno in Italia. Inoltre la nostra comunità vuole informare la classe politica sulla situazione dei migranti, solo così si potranno mettere in atto delle soluzioni”.
Luca Mattiucci, giornalista del Corriere della Sera, interviene sul piano della solidarietà italiana ed europea: “l’Italia investe più risorse in aiuti rispetto all’Unione Europea, buona parte di essi vengono dai singoli cittadini. Si tratta di 28 milioni spesi a favore dei rifugiati solo nel 2016”.
Dalla presentazione del rapporto è emersa l’importanza di richiamare l’attenzione dei vari governi sulle emergenze umanitarie per le quali i contributi degli stati e della società civile non sono ancora sufficienti.
Marzia Castiglione Humani
(23, novembre 2016)
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