L’Africa agli africani, l’incontro promosso da Amref tra provocazioni e bilanci

foto 1L’incontro Partiamo dall’Africa, cosa c’è dall’altra parte del Mediterraneo tenutosi oggi nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati è stato promosso da Amref Health Africa per riportare l’attenzione su un intero continente, sulle sue diseguaglianze e sulle peculiarità del fenomeno migratorio che lo riguardano.

“Ogni giorno sentiamo dire o leggiamo dei costi di ciascun migrante o dei problemi che portano con sé dai propri paesi, mi auguro che quest’incontro ci aiuti ad essere meno cinici e distruttivi e soprattutto più consapevoli” è stato il saluto di apertura di Ilaria Borletti Buitoni, presidente onorario Amref.

Sull’idea di consapevolezza ha posto l’accento Stephen Ogongo, direttore di Meltingpot News “è necessario essere coscienti che quanto accade in Africa ci riguarda. Ragionare su quali siano le nostre responsabilità, capire quali siano le motivazioni che inducono le persone ad andare via dall’Africa è un punto di partenza imprescindibile” e prosegue accogliente “Amref è nata in Africa, oggi è un po’ come se fossimo lì”.

Lia Quartapelle, segretario della Commissione esteri della Camera dei Deputati, ha riportato l’incontro in Italia, individuando in maniera schematica le cause alla base delle migrazioni dall’Africa “flussi migratori economici, fughe da paesi che reprimono le libertà individuali e fragilità degli stati. Quest’ultimo punto in particolare alimenta la tratta di esseri umani”. Il tema delle migrazioni è attuale ma soprattutto necessario “il summit de La Valletta dello scorso novembre è stata un’occasione sprecata: troppi i muri alzati a discapito di una sinergia costruttiva”.

L’urgenza d’intervento si palesa anche nei numeri portati all’attenzione da Giampaolo Cantini, direttore generale DGCS – MAE (direzione generale cooperazione sviluppo del Minisstero Affari Esteri) “ad oggi sono 60 milioni le persone nel mondo costrette ad emigrare a causa di guerre e persecuzioni”. Il compito arduo della comunità internazionale è pertanto quello di sviluppare una cooperazione orientata alla crescita. Prosegue Cantini “la migrazione è un fattore di sviluppo, che deve in tal modo essere incluso nella pianificazione sulla cooperazione internazionale.”

foto 2Raccontare di un’Africa bisognosa di aiuto e di supporto è un preconcetto, profondamente errato” sottolinea Sveva Sagramola, autrice, conduttrice, testimonial Amref “perché si tratta di un continente pieno di energia. Con il mio lavoro ho voluto far vedere un’Africa diversa dal punto di vista dell’ambiente, dello sviluppo e della presenza dell’uomo. Così ho potuto così ampliare il mio sguardo, viaggiando in Africa con gli africani”. Il concetto alla base di un cambiamento reale ed autentico per la Sagramola è ben chiaro: “l’etica. Uno sviluppo che non ne tenga conto è oggi impossibile da pensare, se l’obiettivo è il cambiamento costruttivo”.

È dello stesso parere Mario Raffaeli, presidente Amref “bisogna affrontare la questione delle migrazioni e dei confini in maniera responsabile ed essere realisti: se salta Schengen salta l’Europa”. Cooperazione internazionale per Raffaeli vuol dire anche e soprattutto “abbandonare l’approccio prettamente militare per affrontare i problemi di stabilità, come si sta attualmente verificando per i problemi in Libia”. E ci tiene a ricordare in chiusura “lo slogan aiutiamoli a casa loro è stato mutuato dalle campagne di comunicazione Amref di qualche tempo fa. Prima o poi chiederemo loro le royalties!”

Piera F. Mastantuono

(28 gennaio 2016)

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