Per la dignità dei bambini africani: “Anche le immagini uccidono”

DSCF5693Venerdi 20 novembre, nella sala stampa della Camera dei Deputati, si è svolta la conferenza per la presentazione della campagna di sensibilizzazione Anche le immagini uccidono, promossa da Redani, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia, con l’obiettivo di contrastare le immagini stereotipate dei bambini africani. La campagna durerà sei mesi ed intende promuovere l’uso etico delle immagini nella raccolte fondi, con l’invito a rinunciare ai ritratti dei bambini africani con lo stomaco gonfio, lo sguardo vuoto che non rendono loro dignità. “La data scelta per il lancio della campagna coincide con la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ha sottolineato Suzanne Mbiye Diku, coordinatrice del progetto e ginecologa presso l’Istituto Nazionale salute Migrazione e Povertà.

Durante il suo intervento, Silvia Costa, europarlamentare, ha precisato come le campagne di fundraising non dovrebbero utilizzare immagini violente bensì veicolare il modo migliore per aiutare i bambini africani in difficoltà. Ed ha aggiunto “mi piacerebbe promuovere un’iniziativa analoga a Bruxelles, coinvolgendo i colleghi europei per far diventare questa campagna europea e non solo italiana”.

DSCF5696“E’ una battaglia che deve coinvolgere tutti”, ha precisato il deputato Khalid Chaouki, “il Parlamento italiano e quello europeo hanno lavorato in questi mesi difficilissimi per affermare un valore che sembrava ovvio ma non lo era: la sacralità della vita”. Nel suo videomessaggio, Cécile Kyenge, eurodeputata e sostenitrice dell’iniziativa, ribadisce che “la comunicazione visiva può essere ancora più incisiva e d’effetto, anche per questo merita un’attenzione particolare”.

Le immagini possono essere portatrici di messaggi e valori, per questo  le associazioni e le organizzazioni non governative impegnate nella raccolta fondi, devono essere scrupolose nella scelta in modo tale da trasmettere un’immagine reale e non stereotipata dell’Africa intera.

Alina Barbulescu

(24 novembre 2015)

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