Progetto Inside: il lavoro come veicolo di inclusione sociale per i rifugiati

neo occupati stranieri in Italia. nota semestrale sul mercato del lavoro per primo semestre 2015

Attivare tirocini formativi all’interno delle aziende del territorio per consentire a migranti e rifugiati di entrare nel mondo del lavoro italiano. È questo l’obiettivo del progetto INSIDE, InSerimento Integrazione NordSud inclusionE, avviato l’anno scorso da Programma Integra, che attraverso una collaborazione con diverse aziende ha messo a disposizione di cittadini stranieri titolari di protezione internazionale quattordici tirocini formativi dei quali, attualmente, nove sono diventati contratti di lavoro.

Dodici giovani rifugiati, undici uomini e una donna, provenienti da Afghanistan, Costa D’Avorio, Mauritania, Ghana, Congo, Guinea, Iraq e Camerun, lo scorso aprile hanno intrapreso e portato a termine i percorsi di inserimento lavorativo previsti dal progetto, grazie al quale, attualmente, hanno la sicurezza di un impiego che gli sta dando l’opportunità di iniziare una nuova vita.

È il caso di Siaka Keita, classe 1990 proveniente dalla Guinea e arrivato in Italia da solo sei anni fa. “L’unica scelta che avevo, se volevo salvare la mia vita, era scappare dal mio paese”, spiega Siaka. “La mia meta non era l’Italia, sono arrivato qui per caso e adesso mi trovo molto bene”.

I primi giorni in Italia, Siaka, li ha trascorsi a Rieti, dove è rimasto due anni, poi le difficoltà nel trovare un lavoro hanno obbligato il giovane a trasferirsi nella capitale italiana. “A Roma ho iniziato a lavorare facendo le pulizie per un’azienda di Casalotti. Mi hanno rinnovato diverse volte il contratto, per un massimo di due anni, e quando sono rimasto disoccupato ho deciso di iniziare un corso d’italiano e diversi corsi di formazione”, spiega Siaka.

La lingua è stata sempre la mia principale difficoltà”, continua, “ma nel centro d’accoglienza Enea dove mi trovavo mi hanno aiutato tanto. Infatti, è grazie a loro che ho conosciuto il progetto INSIDE con il quale, dopo diversi colloqui, ho iniziato un tirocinio di sei mesi presso la Cooperativa Le Tamerici e con la quale attualmente ho firmato un contratto a tempo determinato. Sono molto contento e con i colleghi mi trovo benissimo”, spiega Siaka.

La stessa soddisfazione traspare dalle parole di Hafizullah Ramazani, giovane Afgano di 36 anni che dal 2007 si trova in Italia. Hafizullah è arrivato prima a Venezia, dove ha ottenuto l’asilo politico a causa della guerra che flagella l’Afghanistan, ed in seguito il permesso di soggiorno che gli ha consentito di trovare un lavoro ad Ancona come muratore. Dopo qualche anno, nel 2012, Hafizullah ha deciso di trasferirsi a Novara alla ricerca di un lavoro migliore e pochi mesi dopo ha iniziato a lavorare presso i magazzini “Esselunga”. “Era un lavoro che mi piaceva molto ma che, per problemi familiari, ho dovuto lasciare. Sono stati i mesi più brutti della mia vita”, racconta il giovane.

“Nel 2014, e grazie ad un mio amico, sono riuscito a trovare un lavoro in una bancarella di un piccolo mercatino di Roma. Purtroppo però guadagnavo molto poco, quindi ho deciso di fare domanda nel centro d’accoglienza San Saba dove sono rimasto un anno e mezzo. Pochi mesi dopo ho iniziato a frequentare, la mattina e il pomeriggio, un corso d’italiano a Termini e diversi percorsi formativi che offriva il centro d’accoglienza. Infatti, è stato anche grazie a loro che ho conosciuto il progetto INSIDE con il quale ho iniziato un tirocinio presso IKEA.”  Hafizullah si considera un ragazzo molto fortunato perché, oltre a poter svolgere il lavoro che a lui piace fare, si trova molto bene con i suoi colleghi. “Ogni mattina arrivo al lavoro con un grande sorriso stampato in faccia, mi piace molto l’ambiente lavorativo e l’azienda in generale”. Il tono di voce di Hafizullah cambia quando inizia a parlare della sua famiglia che attualmente si è trasferita in Pakistan. “Ogni giorno sento un grande vuoto perché mi mancano tanto e in un futuro mi piacerebbe ricongiungermi con loro. So che è difficile ma non perdo la speranza”. Speranza che, grazie al progetto INSIDE, cresce ogni giorno insieme al desiderio di costruirsi una vita migliore di quella che ha lasciato alle spalle e portare avanti il sogno di lavorare e vivere in Europa con la sua famiglia.

Cristina Diaz
15/02/2017

Leggi anche: