Fonte: Fondazione Mondo Digitale; fotografie di: Giovanni CosmoMartedì 20 giugno 2017, presso il centro sportivo Santa Maria di via Mattia Boiardo 28, si è svolto in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, voluta dalle Nazioni Unite, l’evento sportivo “Io Ci Sono”. Si è trattato di un vero e proprio torneo di calcio solidale tra studenti di alcune scuole di Roma, erano presenti il liceo Croce e il liceo Da Vinci, e alcuni rifugiati ospitati nei centri di accoglienza della Capitale.In contemporanea si giocava anche su campi di calcio di altre quattro città italiane: Milano, Napoli, Messina, Catania. L’evento, giunto all’ottava edizione, è stato possibile anche grazie al supporto dell’alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR). “L’Italia che sta dalla parte dei rifugiati” è lo slogan che l’UNHCR ha scelto per celebrare questa giornata mondiale del rifugiato. E con l’evento “ Io Ci Sono” anche Roma si è schierata.Il 20 giugno è dedicato ai 65 milioni di sfollati in tutto il mondo, di cui ben 21 milioni di questi, secondo i dati UNHCR, possono essere considerati rifugiati, persone che a causa di vari tipi di discriminazioni, da quella politica a quella religiosa fino a quella razziale, sono state costrette ad abbandonare il proprio paese di origine.Fonte: Fondazione Mondo Digitale; fotografie di: Giovanni CosmoNonostante ogni rifugiato porti con sé storie molto drammatiche, l’evento è stata una vera e propria festa che ha preso vita dal campo di calcio. A dare il benvenuto ai giocatori le parole di Alfonso Molina, direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale ed ex rifugiato cileno: “Ogni giorno 34.000 persone sono costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti o persecuzioni. Vogliamo dar voce a ciascuno di loro, uno per uno. Noi ci siamo! Noi siamo dalla parte dei rifugiati! E vogliamo che il mondo, tutto il mondo, non solo l’Italia, stia dalla parte dei rifugiati“.Le voci di alcune donne del centro di accoglienza di via Ramazzini hanno accolto il pubblico con delle preghiere gospel, mentre le musiche popolari de “Le danze di Piazza Vittorio” sono servite a scaldare i muscoli. Canti africani e musica tradizionale napoletana e calabrese si sono incontrate sul campo, proprio come i giocatori che hanno formato quattro squadre interculturali.Ma prima di passare la palla agli adulti, in campo si sono sfidati due team di “pulcini”, a dimostrazione del fatto che l’integrazione passa dal dialogo e dal confronto, e prima si comincia e meglio è.Fonte: Fondazione Mondo Digitale; fotografie di: Giovanni Cosmo
Studenti, dipendenti Microsoft e rifugiati hanno affrontato il quadrangolare senza mai mollare la presa, agguerritissimi. La squadra dei vincitori ha battuto gli avversari ai rigori ma tutti sono stati premiati con la medaglia del trofeo “Io Ci Sono” perchè, quando si parla di integrazione, l’unica vittoria è la partecipazione.
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