Accoglienza profughi: Quando il sogno dell’Europa inizia nel Municipio II


accoglienza profughi

A pochi giorni dall’allarme lanciato dall’Europol con il quale si denuncia la scomparsa di oltre 10mila rifugiati minorenni arrivati in Europa negli ultimi due anni, una buona notizia arriva dal Municipio II: tre giovanissimi ragazzi africani sono stati accolti nella Parrocchia di San Saturnino. Si tratta di Babakar e Mountaga, due ventenni arrivati dal Senegal, e Salif, di diciannove anni proveniente dal Mali. “I tre giovani hanno vissuto per circa un anno in un centro di accoglienza di Anzio e lo scorso 11 di novembre sono arrivati qui. Adesso sono in attesa di ottenere i documenti”, racconta Pietro Blasi, diacono permanente della Parrocchia di san Saturnino, e sua moglie, Antonella.

E’ la prima volta che la Parrocchia di san Saturnino accoglie rifugiati e, anche se le storie di questi tre giovani ragazzi sono molto dure e diverse l’una dell’altra, per la Comunità questa si sta dimostrando una esperienza bella e gratificante. “La parrocchia ha sentito il messaggio di Papa Francesco e ha iniziato a muoversi. La prima cosa che abbiamo fatto è stata comunicare la nostra disponibilità alla Caritas. Per fortuna avevamo dei locali utilizzabili nei quali la prefettura ha fatto i sopraluoghi. Pochi giorni dopo abbiamo ricevuto l’ok per l’accoglienza e con la Comunità parrocchiale insieme al circolo di volontari, che si è via via allargato, abbiamo iniziato i lavori. Tutti hanno risposto con generosità ed entusiasmo offrendo, mobili, arredi, contributi economici, ma anche consulenze e tanta disponibilità perché qui ognuno offre quello che sa fare: c’è chi cucina, chi è dentista, chi è medico…”, spiega con grande soddisfazione Antonella.

Babakar, Mountaga e Salif si alzano la mattina presto, fanno colazione, sistemano la casa e poi si recano presso la parrocchia di Santa Maria ai Monti dove la Caritas diocesana ha organizzato per i richiedenti asilo una scuola di italiano. Dopo le lezioni è l’ora del pranzo e i tre giovani mangiano presso la mensa della Caritas di Colle Oppio. “Pochi giorni fa abbiamo saputo che i ragazzi hanno un desiderio: vogliono visitare l’interno del Colosseo davanti al quale passano ogni giorno per andare dalla Caritas. Noi non vediamo l’ora di portarli”, racconta Blasi con un enorme sorriso.

Durante il pomeriggio invece, Babakar, Mountaga e Salif, seguono corsi di avviamento al lavoro. ”Uno di loro inizierà a metà febbraio un corso di panettiere, l’altro a metà marzo seguirà uno di cameriere di sala e l’altro invece assiste ad un corso di sartoria. Poi due pomeriggi a settimana hanno anche degli insegnanti d’italiano per consolidare ancora di più la lingua ed ogni tanto svolgono attività di esplorazione del quartiere e della città insieme ai ragazzi scout Roma70”, spiega Antonella.

Il momento più emozionante e di maggior condivisione per i tre giovani è la cena offerta, secondo una turnazione, da volontari della parrocchia. “I ragazzi fanno i padroni di casa: apparecchiano, servono a tavola e lavano i piatti. Poi la serata scorre piacevolmente in famiglia. Una famiglia che cerca di camminare insieme a loro, di affiancarli e aiutarli a scegliere le cose necessarie. E’ questo il modello di accoglienza che vogliamo trasmettere,” racconta Blasi.

Ma purtroppo in questa bella storia di accoglienza ci sono anche delle grosse difficoltà perché non è facile costruire progetti con persone che non si sa per quanto tempo potranno rimanere in Italia. “Il dopo è l’aspetto che ci preoccupa di più”, racconta Blasi con tono preoccupato, “sappiamo che possono rimanere nella Parrocchia un minimo di sei mesi e un massimo di un anno e mezzo. Ma ogni passo è nuovo per la Caritas e la prefettura: infatti questo è il primo esperimento anche per loro. Ci hanno detto che quando otterranno i documenti andranno da un altra parte, ma non ne siamo sicuri. Per noi possono anche rimanere qui,” conclude Blasi.

E’ l’inizio della nuova storia di Babakar, Mountaga e Salif in cerca di una vita migliore piena di sogni e di speranze, con la consapevolezza di aver vinto la sfida dell’accoglienza, almeno per ora.

Cristina Diaz
(27/12/2017)

 

I lavori all'interno della Parrocchia di San Saturnino
I lavori nei locali della Parrocchia di San Saturnino
L'inaugurazione dell'appartamento di Babakar, Mountaga e Salif
L’inaugurazione dell’appartamento di Babakar, Mountaga e Salif

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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