Il 19 Gennaio al centro congressi Cavour si è svolto il seminario “Migranti tra accoglienza e integrazione” organizzato dalla FICT, Federazione Italiana Comunità Terapeutiche. In apertura dei lavori ha richiamato l’attenzione sui minori stranieri non accompagnati il presidente Luciano Squillaci, e ha ricordato come la legge Zampa a tutela dei minori, entrata in vigore nel maggio 2017, sia stata “applaudita da molti di noi come una prima concreta risposta nel tentativo di lasciare alle spalle l’emergenza“. Ma moltissimo resta da ancora da fare per garantire l’omogenea applicazione della norma sul territorio, ha ribadito.Gli interventi degli operatori hanno evidenziato i punti critici e le difficoltà che riguardano la gestione dell’accoglienza e dell’integrazione. Nei gruppi di discussione si sono affrontate le tematiche centrali del seminario: il percorso di accoglienza, la gestione amministrativa e le fragilità del migrante. In merito al percorso di accoglienza uno dei primi temi affrontati è stato quello del tempo di permanenza nei centri; i dati confermano che i tempi dei CAS, centri accoglienza straordinaria, sono di molto più lunghi di quelli degli SPRAR, sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati, e arrivano a superare i due anni di permanenza.All’ordine del giorno anche l’alfabetizzazione, i progetti di formazione professionale, il valore effettivo dei titoli di studio ottenuti dai migranti adulti e la scolarizzazione dei minori non accompagnati. Gli operatori hanno sottolineato come, nonostante le difficoltà, esistano delle reti che riescono a coinvolgere gli istituti tecnici e professionali, le aziende e gli enti locali per favorire l’integrazione e fornire competenze professionali ai migranti per un ipotetico ritorno in patria: come nel caso del progetto “Orto collettivo” organizzato dal Centro di Solidarietà CEIS di Genova per la riqualificazione di aree boschive incolte.Sempre in primo piano i problemi della persona: le difficoltà nella diagnosi di possibili psicopatologie nei migranti e nell’individuazione delle vittime di tratta rendono necessari corsi di aggiornamento professionale per le figure sanitarie, affinché acquisiscano una conoscenza clinica e una consapevolezza culturale di usanze e credenze popolari dei Paesi da cui provengono i migranti.Una nuova proposta per favorire il percorso di integrazione vede i migranti già integrati e gli operatori cooperare per facilitare l’accoglienza dei nuovi arrivati.
Nicola Trasarti(24 gennaio 2018)
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