Fenomeno migratorio: formalità, narrazioni e false speranze   

fenomeno migratorio
Giovani migranti in Italia
“Per cambiare la narrazione del fenomeno migratorio i dati sono fondamentali. Occorre modificare la normativa sugli immigrati e rivedere i punti sull’integrazione. È auspicabile un lavoro continuo sui territori che Idos porta avanti da anni; solo così si può contrastare l’enfatizzazione dei fatti di cronaca nera, troppo spesso strumentalizzata ed esasperata dai mezzi di comunicazione”, a tale prosito Ugo Melchionda, presidente del centro studi e ricerche Idos, sottolinea l’importanza del volume di Paolo Iafrate “La normativa sugli immigrati e sui rifugiati in Italia tra formalità e operatività”, presentato lo scorso 14 febbraio presso la sede del Cnel.

L’eterogeneità del fenomeno migratorio e le paure

Parlare di migrazioni in Italia è complesso perché vi sono diversi gruppi di persone, con età, lingua, religioni, culture, esigenze differenti fra loro.In vista delle elezioni del prossimo 4 marzo, sono auspicabili delle modifiche alle normative e le procedure d’accoglienza dei migranti e richiedenti asilo.A ciò si aggiunge l’esigenza di notizie positive per cambiare le narrazioni del fenomeno migratorio che viene troppo spesso strumentalizzato negativamente dai media.Maurizio Ambrosoli, esperto del Cnel sulle migrazioni, fornisce i dati dei migranti presenti in Italia: “su circa 5 milioni e mezzo di persone la maggior parte sono donne e inoltre provengono da paesi europei. Questo dovrebbe far riflettere sulla paura che abbiamo nei confronti dei mussulmani, una minoranza nella comunità migrante.”

I progetti d’accoglienza: operatività o false speranze?

“L’accoglienza e la burocrazia in Italia sono troppo lente e non funzionano come dovrebbero. Esistono degli accordi di rimpatri assistiti e legali tra paesi dell’Unione Europea e paesi in via di sviluppo, i paesi ospitanti, spesso optano per un’alternativa: mettere in atto progetti di tirocinio-lavoro che diano una prospettiva di accoglienza e inserimento in Italia. Questa però è una falsa speranza, in quanto alla fine del progetto nessun datore di lavoro è disposto a mettere in regola il migrante, perché mancano delle agevolazioni nel rilascio dei permessi di soggiorno a lungo termine. Per questo occorre cambiare la normativa”. Tatiana Esposito, direttore generale immigrazione del Ministero del Lavoro, spiega l’attuale normativa lavorativa per i migranti aggiungendo che “solo per i minori la legge è strutturata meglio poiché tutela la continuità della formazione nel paese dove si risiede”. 

Migranti e aumento di reati: luogo comune

“Contrariamente a ciò che si sente ogni giorno, i dati rivelano che non è scontata la tesi secondo la quale gli immigrati delinquono più degli italiani. Il confronto andrebbe fatto tra popolazioni omogenee per classi di età, tenendo anche conto che agli stranieri residenti si aggiungono i soggiornanti, non ancora registrati nelle anagrafi, quelli in posizione irregolare e decine di milioni di visitatori stranieri che arrivano annualmente dall’estero”. Paolo Iafrate, autore del volume presentato, concentra il suo intervento sui dati che smentiscono l’aumento dei migranti con quello dei reati: “Guardando le denunce penali si nota tra il 2004 e il 2014 le denunce sono aumentate del 40,1% per gli italiani e del 34,8% per gli stranieri, e questo comparto della popolazione nel frattempo è più che raddoppiati. Anche chi considera la posizione degli stranieri penalmente più esposta non può fare a meno di constatarne l’andamento più soddisfacente di questo dato.”

Marzia Castiglione(19 febbraio 2018)

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