Infomigranti: l’alternanza scuola lavoro per raccontare gli stranieri

Coinvolgente, accogliente, incisivo, sorprendente, divertente. In una sola parola, ognuno la sua, i ragazzi di Infomigranti sintetizzano il percorso di alternanza scuola lavoro di giornalismo al termine del laboratorio di giornalismo sociale che hanno frequentato per imparare a raccontare  i migranti che vivono, studiano e lavorano nelle nostre città. La quarta esperienza di Infomigranti, la seconda dedicata alla scuola, a cura della redazione di Piuculture si è conclusa sabato 19 maggio presso il Liceo Scientifico Francesco D’Assisi.”È il secondo anno che entriamo nelle scuole superiori. E non mi stanco di dire che l’emozione più grande, che si ripete, da un lato è quella di veder crescere i ragazzi con il passare dei mesi, via via che lasciano gli ormeggi sicuri delle lezioni frontali per scendere in strada, incontrare gli stranieri, intervistarli, partecipare agli eventi di comunità. Dall’altro è quella di vederli diventare mano mano una squadra, collaborare insieme, mettere a disposizione degli altri le competenze acquisite. Una fare squadra che, quest’anno più che mai, ha consentito di realizzare ottimi risultati”, dice Nicoletta del Pesco, direttrice responsabile di Piuculture.

L’evento finale: un quiz per scoprire le altre culture

Un team multiculturale di 14 apprendisti giornalisti, Italia, Romania, Ucraina Ecuador, Cina i paesi rappresentati, ha portato una platea di 60 compagni di scuola alla scoperta delle comunità straniere a Roma e dei segreti del giornalismo sul web. Durante l’evento finale di Infomigranti, progettato e realizzato dai partecipanti al laboratorio, sei squadre di giovanissimi studenti si sono sfidati per tutta la mattinata in un quiz preparato ad hoc sulla cultura bangladese, sui pilastri della religione islamica, sul significato di alcune parole in lingua straniera.Dopo 60 ore di lavoro insieme, i ragazzi riescono a coordinarsi, a darsi dei ruoli, a valorizzarsi e perfino a mascherare l’emozione. Mentre Simone, come un vero showman, conduce il quiz e introduce i compagni, Sonia, Cristina e Ana raccontano l’ansia delle prime interviste e parlano con padronanza dei trucchi della scrittura per il web, appresi in aula. Marco, Emil e Maria Sole raccontano la loro prima esperienza con la religione islamica: parlano dei precetti religiosi e delle sensazioni nuove che hanno provato varcando la soglia dell’imponente Moschea. Sara D., Giorgia e Fernanda sintetizzano l’esperienza di vivere una festa di comunità con una frase: “Ci siamo sentite in minoranza, ma abbiamo scoperto cose che non conoscevamo. Ci siamo arricchite”. E infine Nicoletta, Caterina, Sara C., Lorena con immagini e suoni dalla passeggiata sonora di Guide Invisibili portano la platea nel cuore del quartiere Esquilino.

I ragazzi di Infomigranti all'uscita sul campo alla Grande Moschea
I ragazzi di Infomigranti all’uscita sul campo alla Grande Moschea

Infomigranti: tutti promossi

I 4 mesi di lavoro comune prendono vita nel quiz, che incuriosisce sempre più i compagni di scuola. La conoscenza delle comunità straniere diventa un gioco. Ma in aula, come sul campo, non è mancata la fatica. Di superare il disagio delle incomprensioni nelle interviste a chi parla un’altra lingua, di disturbare la pace di chi legge in Piazza Vittorio, di indossare il velo in Moschea. Nelle difficoltà del mestiere c’è chi si è lanciato, chi è stato trascinato, chi, in silenzio, ha saputo stupire entrando in campo. Una cosa è certa: tutti si sono messi in gioco. Con la testa e col cuore.

Rosy D’Elia(23 maggio 2018)

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