“Uniti per la pace in Siria”: lezione in piazza

“Mentre parliamo ci sono circa 170 milioni di bambini che vivono sotto stato di assedio, in aree in cui non è possibile avere cibo, medicinali o acqua pulita ogni giorno”. Le parole di Fouad Roueiha, giornalista freelance siriano, risuonano in Piazza del Popolo. È la mattina del 4 maggio, circa 300 studenti del Liceo Vittoria Colonna si sono riuniti per manifestare e chiedere la pace in Siria, impugnando un microfono e bandiere color arcobaleno.All’iniziativa hanno partecipato scuole provenienti da ogni parte di Italia. L’idea è nata pochi mesi fa per il volere di alcuni operatori della scuola. Grazie ai social, il passa parola è stato immediato e nel giro di qualche settimana ha raccolto l’adesione di più di cento istituti.“Credo sia opportuno che i ragazzi prendano coscienza di quello che sta accadendo nel mondo, che abbiano la possibilità di decidere cosa è bene e cosa è male e soprattutto che scelgano di essere portatori di pace” ha detto la professoressa Maria Bianco che, con i docenti della Commissione Cultura dell’Istituto Vittoria Colonna e il forte appoggio della dirigente scolastica Franca Ida Rossi ha reso possibile questo spazio di riflessione.

Un conflitto difficile da raccontare

In occasione dell’evento, sono stati molti gli interventi che hanno stimolato l’interesse del giovane pubblico. I giornalisti Maria Gianniti, Roberto Chatroux e Fouad Roueiha, si sono offerti di collaborare con gli insegnanti per portare ai ragazzi la testimonianza di chi, come loro, ha avuto modo di vedere con i propri occhi le tragiche conseguenze della guerra.Hanno parlato del diritto allo studio per i bambini nelle zone sotto assedio e della difficoltà, per chi svolge questo lavoro, di raccontare le storie di chi sta vivendo il conflitto. “Quello che vi invito a fare è di andare al di là di quello che si vede sui social network, cercare la verità nel web verificando sempre le fonti, perché vi assicuro che sulla Siria ci sono tantissime notizie false” ha detto Maria Gianniti.Anche l’attrice Laura Mazzi ha partecipato all’evento, con un’emozionante lettura da Tiziano Terzani, seguita dai racconti del viaggio nella Siria del Nord di Francesco, studente e rappresentante del collettivo Sapienza Clandestina, e da moltissime poesie che alcuni alunni hanno voluto condividere con tutte le persone presenti.

Più tempo a scuola per argomenti di attualità

Arianna, una studentessa che fa parte del comitato “Rete della conoscenza”, ricorda come durante la guerra in Iraq, le scuole si siano da subito mosse per manifestare la propria indignazione, un coinvolgimento che non ha visto eguali in questi ultimi anni: “C’è davvero tanto bisogno che noi studenti torniamo a mobilitarci e ragionare di una serie di cose di cui in classe non parliamo” e ancora “Ci raccontano la guerra dei potenti, dicendoci cosa è giusto e cosa è sbagliato, provando a dividere il mondo per tifoserie tra buoni e cattivi”.Purtroppo, è ancora troppo poco il tempo che si dedica nelle scuole italiane all’analisi delle guerre e gli studenti lamentano una certa difficoltà nel capire a volte le notizie sui giornali e a formarsi una coscienza politica che tanto sentono di aver perso.Flaminia è una dei moltissimi studenti che chiedono l’ampliamento dei programmi per destinare più tempo a dibattiti, incontri ed iniziative di questo genere. “Oggi il silenzio è stato finalmente interrotto ed ha preso spazio il coinvolgimento” ha affermato, e citando le famose note del cantante Giorgio Gaber ha concluso: “D’altronde libertà è partecipazione”.

Francesca Mahmoud Alam8 maggio 2018

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