16 ottobre del ’43: il Municipio II contro tutti i razzismi

16 ottobre 2018: anche quest’anno il II Municipio ha commemorato alla stazione Tiburtina il 75° anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma e la deportazione degli ebrei romani verso i campi di concentramento. La mattina la stazione ha ospitato gli alunni della sezione musicale della scuola media Sinopoli, che si è esibita alla presenza della Presidente del II Municipio, Francesca Del Bello. La mattinata si è conclusa con la deposizione di una corona d’alloro accanto alla lapide commemorativa accanto al binario 1, binario di partenza del convoglio composto da 18 carri bestiame che, partito alle 14:05 da Roma, giunse ad Auschwitz dopo più di quattro giorni, trasportando 1023 persone, di cui solo 16 sono sopravvissute.

"Meditate che questo è stato", le parole di primo Levi sulla lapide al binario 1. (photo credit: Romah24)
“Meditate che questo è stato”, le parole di primo Levi sulla lapide al binario 1. (photo credit: Romah24)
La commemorazione è continuata anche nel pomeriggio, con la banda musicale del Dopolavoro Ferroviario di Roma, la sezione Nomentano dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) e l’A.N.E.D (Associazione Nazionale Ex Deportati).Ore 18:00, ora di punta per tutti i lavoratori pendolari, tra le scale mobili e i corridoi pieni del rumore dei trolley, dello scalpiccio dei tacchi e delle voci degli altoparlanti, la banda musicale, diretta dal M° Raffaele Cassa, ha attirato i passanti incuriositi mentre controllavano il tabellone degli orari dei treni. In molti si sono fermati, diverse le età e le nazionalità. A intervallare i pezzi del repertorio, le letture di Ivan Costantini e Ilaria Patamia: “Il 16 ottobre del 1943, alle ore 5.30, centotrenta soldati tedeschi circondarono il ghetto e iniziarono la razzia”.
L’orchestra del Dopolavoro Ferroviario diretta dal Maestro Raffaele Cassa si esibisce alla stazione Tiburtina
I soci del DLF hanno così commentato: “la lezione del razzismo non può e non deve essere dimenticata. In vari paesi europei aumentano manifestazioni di razzismo e intolleranza, alimentati da partiti ed esponenti che ripropongono muri e fili spinati. Anche in Italia si verificano quasi giornalmente atti di violenza privata contro migranti“.“Certamente, l’ondata migratoria sottopone la nostra esistenza quotidiana a disagi e tensioni nuove rispetto al passato. Ma la necessità di adottare politiche di integrazione e di favorire l’introduzione nella nostra economia di tanti giovani migranti in cerca di lavoro non è solo una manifestazione di civiltà, ma anche un’occasione preziosa che può consentirci di reagire alla minaccia di declino e di impoverimento del nostro paese”. Ricordare il dramma della deportazione e dello sterminio non è dunque solo un modo per tenere viva la memoria e commemorare milioni di vite spezzate: è anche un’occasione per non ridurre l’attenzione sulla realtà attuale e riuscire a trarre degli insegnamenti per il futuro. È forse davvero arrivato il momento di ricordare il passato per riflettere sul presente. Nei giorni scorsi, lo ha ricordato anche Alberto Angela in occasione della messa in onda della puntata di “Ulisse” sulla Shoah: “La memoria è il più potente vaccino contro gli abissi della Storia. C’è sempre il rischio che i volti bui della Storia riappaiano. L’unico modo per evitarlo è conoscerla, la Storia”.”Questa storia l’ho sentita tante volte”, ha commentato una signora tra il gruppo di auditori, “ma non mi pare più che sia solo storia“.

Elisabetta Rossi(17 ottobre 2018)

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