Banditi nel suo Paese, i film del regista dissidente, Jafar Panahi, viaggiano in sua assenza ottenendo premi e riconoscimenti dalla critica cinematografica internazionale. L’altra sera al cinema Giulio Cesare di Roma, dove è stato proiettato in anteprima la sua ultima opera “Tre Volti”, premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura , sono stati numerosi i personaggi dello spettacolo, da Laura Morante, a Sonia Bergamasco, Cristina Comencini, Lidia Ravera e tanti altri che si sono fatti immortalare dai fotografi accanto alla sua sagoma cartonata, in segno di solidarietà. Il regista colpito dalla censura del governo iraniano per il contenuto di denuncia dei suoi film, dal 2010 è stato condannato a non lasciare il paese, se non per cure mediche gravi, a non dirigere film o scrivere sceneggiature e a non rilasciare interviste a media iraniani e stranieri. La condanna è stata poi confermata in appello nel 2011.Ma dei divieti il regista ha fatto il suo successo non smettendo di riscuotere riconoscimenti e premi per i suoi film che hanno continuato a uscire regolarmente nelle sale occidentali, anche se qualche volta è dovuto ricorrere a mezzi estremi, come quello di inserire una chiavetta con il film registrato in una torta, per farlo uscire dal paese. La sfilata dei premi inizia fin dal film del suo esordio, Il Palloncino bianco nel 1995 che gli vale il premio Camera d’Or al Festival di Cannes, poi ottiene il Pardo d’oro a Locarno (‘97) con Lo Specchio, il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia per Il Cerchio nel 2000, l’Orso d’argento per la migliore regia per Offside nel 2006 al Festival di Berlino dove ormai è di casa e dove vince nel 2015 l’Orso d’oro con Taxi Tehran.Tre Volti, che sarà nelle sale a partire da giovedi 29 novembre, si svolge nell’arco di un giorno di viaggio in macchina nel nordest rurale del paese, dove lo stesso Panahi, ancora una volta nei panni di autista regista è protagonista insieme alla famosa attrice Behnaz Jafari. A lei arriva il video sconvolgente girato in una grotta vicina al villaggio di Marziyeh, la giovanissima ragazza che vuole studiare e andare al Conservatorio, che la supplica di aiutarla a convincere la sua famiglia, assolutamente ostile, a lasciarla libera. Nel video la ragazza fa vedere a colei che ritiene essere la sua salvatrice di essere pronta a suicidarsi piuttosto che rinunciare al suo sogno.Inizia così il viaggio in auto dei due “cittadini” di Tehran che incontrano nel percorso gli abitanti del villaggio, figure di un presepe vivente che parlano in turco, strampalati e accoglienti in maggioranza, ma fermi in una realtà cristallizzata dalla quale non sognano di uscire. Le altre mamme vietano alle loro figlie di frequentare Marziyeh “testa vuota” che si ostina, invece di sposarsi e fare figli, a voler studiare per fare l’”intrattenitrice”, e che dunque le porterebbe sulla cattiva strada.Ma saranno le donne, alla fine, i tre volti, a determinare il cambiamento in un finale aperto alla interpretazione dello spettatore.
Francesca Cusumano(21 novembre 2018)
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