“Chi ha paura dell’uomo nero?” Ripensiamo le migrazioni

In questo clima di paura, diffidenza e rabbia la risposta non è la chiusura o il sovranismo, ma la riscoperta del lato umano tanto dei cittadini quanto di coloro che migrando cercano una nuova possibilità di vita.

Confini, identità, cittadinanza, accoglienza: queste le parole chiave emerse al MACRO, in via Nizza 138, in occasione della giornata dal tema “Coltivare il pensiero nei confronti dell’immigrazione e recuperare il valore dell’alterità” svoltasi sabato 12 gennaio. Questi i termini su cui siamo tutti invitati a riflettere e, se necessario, a (ri)definire per far fronte al fenomeno migratorio a cui stiamo assistendo e che nelle parole della filosofa Di Cesare si delinea come la “sfida del Terzo millenio”. (Ri)pensare la migrazione e gli strumenti con cui sia a livello nazionale che internazionale si cerca di affrontare o di gestire, secondo un’ottica puramente di governance, questi flussi; ma l’appello al pensiero è d’obbligo quando è il singolo a costituire l’insieme e mai come oggi è responsabilità dell’individuo compiere questa rivoluzione per dare un volto umano e una voce a coloro che agli occhi di tanti non sono che una massa scura e oscura.

Festa Flores de Mayo Roma, foto di Adamo Banelli
Festa Flores de Mayo Roma, foto di Adamo Banelli

Una nuova politica dell’accoglienza

Dignità, umanità, libertà: questi i valori da (ri)scoprire e da sottrarre alla bieca propaganda che ha fuorviato e portato a un ripiegamento interiore molte, troppe persone. E quando il dibattito si divide tra chiudere o aprire porti e confini, la Di Cesare ricorda che ciò non è sufficiente perchè occorre “chiedere una politica dell’accoglienza” rivolta a chi si muove alla ricerca di una nuova possibilità di vita o anche solo di un posto in una nuova comunità, una politica che ci salvi dall'”analfabetismo emotivo” in cui sembra dirigerci il mondo.

Manifestazione a Roma delle Associazioni di volontariato per il diritto alla fuga e alla vita(foto Sandra Fratticci)
Manifestazione a Roma delle Associazioni di volontariato per il diritto alla fuga e alla vita(foto Sandra Fratticci)

Per una cultura dell’umanesimo e dell’essere umani

All’evento i partecipanti sono stati numerosi tanto da riempire l’auditorium in cui, oltre a diverse personalità venute per parlare di questo argomento che coinvolge molte sfere del sociale -da quella giuridica a quella psicoanalitica e sociologica – è stato possibile ascoltare la band dei Musicians for Human Rights che con la loro missione di diffondere una cultura dell’umanesimo tramite la musica hanno regalato al pubblico un viaggio suggestivo attraverso il mondo e le culture.

Sit-in Piazza Montecitorio “Fermare la strage. Subito!”, PiuCulture

La giornata si è conclusa con gli interventi della dottoressa Mariapaola Lanti, presidente dell’associazione di promozione sociale ETNA, e di Renos Papadopoulos, psicologo analista del Centre for Trauma, Asylum and Refugees della Essex University (UK), che hanno fornito una prospettiva psicologica dell’essere migrante e dunque suggerito un sistema di accoglienza in grado di intervenire in maniera mirata a seconda delle singole esigenze specifiche perchè questi esseri umani possano uscire dalla loro condizione-etichetta di migranti per iniziare una nuova vita come persone.

Agnese Corradi
(15 gennaio 2019)

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