Mediterraneo “ponte” tra le culture e non tomba per i migranti

“Come protestanti italiani sentiamo l’urgenza di accrescere il nostro impegno per i diritti umani universali. Vogliamo che il Mediterraneo torni a essere un ponte tra le culture, i popoli e le religioni e non una tomba come è stato negli ultimi anni. Per questo motivo rilanciamo il partenariato con associazioni che operano in mare, in terra e in cielo per garantire il soccorso e l’accoglienza a chi fugge dalla guerra, dalla povertà e dalla violenza”.

Queste le motivazioni di fondo dell’aiuto concreto  che “Mediterranean Hope” il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) darà  a sostegno alle missioni di Search and Rescue (SAR) della nota ONG spagnola Open Arms, di Sea-Watch, composta da volontari provenienti da tutta l’Europa e alla neonata Pilotes Volontaires per le attività di avvistamento aereo e monitoraggio marittimo.

“Si tratta – ha spiegato in una conferenza stampa organizzata alla Federazione della Stampa il coordinatore del programma, Paolo Naso – di 200 mila euro raccolti da donazioni private e dalle altre chiese evangeliche, che saranno messi a disposizione per sostenere l’opera delle Ong e delle associazioni di volontariato, in prima linea per il salvataggio delle vite umane”.

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I partecipanti alla conferenza stampa

“Chi salva una vita, salva il mondo intero” recita lo slogan sullo sfondo del desk della conferenza stampa alla quale hanno partecipato Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, Riccardo Gatti, capomissione Open Arms, Giorgia Linardi, Portavoce di Sea-Watch in Italia, Benoit Micolon, fondatore dell’associazione Pilotes Volontaires.

I partenariati annunciati oggi riguardano un progetto di accoglienza migranti a Riace attraverso la Cooperativa Nelson Mandela di Gioiosa Jonica, l’Associazione Città futura di Riace, l’Associazione international house di Reggio Calabria, il sostegno a programmi di agricoltura ed ecoturismo solidale e di supporto per la chiusura dei campi non strutturati. La FCEI collaborerà inoltre con Sea-Watch e i Pilotes Volontaires, e continuerà a sostenere le missioni Search and Rescue (SAR) della ONG spagnola Proactiva Open Arms.

Tra le varie azioni avviate fin dal 2014 a seguito della strage del 3 ottobre 2013 nella quale morirono 368 migranti al largo di Lampedusa, nel  programma rifugiati e migranti della Federazione Evangelica troviamo  i corridoi umanitari, unico mezzo legale per far arrivare i migranti e i rifugiati legalmente in Italia a bordo di arerei di linea e non sui barconi, l’Osservatorio sulle migrazioni di Lampedusa, la Casa delle Culture di Scicli. Nel manifesto per l’accoglienza della Fcei anche un programma politico: ”respingiamo la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani – si legge tra l’altro –  perché un paese tra i più ricchi al mondo ha le risorse per garantire gli uni e gli altri e perché gli immigrati sono una risorsa in un paese ad alto declino demografico; crediamo nella necessità dell’integrazione degli immigrati in una società accogliente; ci opponiamo alle politiche italiane ed europee di chiusura delle frontiere; denunciamo e critichiamo la campagna politica contro gli immigrati che esaspera e drammatizza il dibattito pubblico; ci appelliamo alle chiese sorelle perché accolgano quote di richiedenti asilo e spingano i loro governi a promuovere politiche di condivisione dei flussi migratori in un quadro di solidarietà e responsabilità condivise”.

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L’ex sindaco di Riace, presenza “simbolica” alla conferenza stampa, per quanti si contrappongano alla politica di chiusura avviata dal governo giallo verde nei confronti dei migranti, ha annunciato che sabato i suoi legali sapranno se la loro richiesta di revoca dell’interdizione per i loro assistito a mettere piede a Riace sarà accolta. In quel caso Lucano ha assicurato la sua presenza al capodanno organizzato a Riace dalla nazionale italiana degli scrittori, tenuta a battesimo da Elena Stancanelli, presente alla conferenza stampa, per ridare vita in quella sera e per tutte le sere a venire del prossimo anno al piccolo paese dove le attività dello Sprar sono tutte chiuse, ma dove ci sono ancora 100 rifugiati che resistono in attesa di sapere quale sarà la “sorte” del loro sindaco. Il programma per ora sulla pagina face book “capodanno a Riace” prevede la presenza di:  attori,tra i quali Valentina Carnelutti, comici e decine di musicisti che si esibiranno qui e là nelle piazze. Ci saranno i Piccoli Maestri, la Nazionale Italiana Scrittori, e altri amici scrittori che leggeranno qualcosa per le strade a chi avrà voglia di ascoltarli. Faremo sicuramente anche qualcosa con i bambini delle scuole (fiabe e racconti per ragazzi). Ci piace l’idea che anche gli artisti vengano lì come noi, nei loro panni di cittadini, e suonino, recitino, leggano quel che vogliono a chi vuole fermarsi a passare un po’ di tempo con loro. Come se fosse un festival di artisti di strada dove ogni tanto magari becchi qualcuno veramente famoso e dici ammazza, ma questo invece di prendere diecimila euro per suonare a capodanno è venuto qui? Sì, non solo è venuto qui, ma si è pure pagato viaggio e alloggio, come te”.

Francesca Cusumano
(20 dicembre 2018)

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