Guide Invisibili: quando l’arte unisce e supera le frontiere

Grazie ad attività e progetti come RifugiART di Laboratorio 53 è possibile scoprire cosa pensano i nuovi cittadini che abitano la città di Roma e scoprirne le storie grazie a un uso artistico del mezzo radiofonico.

A volte bastano un suono, un’immagine, un profumo per far tornare alla mente ricordi ed emozioni, per tornare un po’ indietro nel tempo o semplicemente per sentirsi a casa anche solo un breve istante. A volte non servono tante parole per cogliere l’essenza di un luogo: basta chiudere gli occhi, mettere le cuffiette e lasciare che le voci delle Guide Invisibili facciano il resto. Un viaggio suggestivo tra i quartieri di Roma attraverso lo sguardo dei tanti migranti che la vivono e che grazie a questo progetto, nato in seno al Laboratorio 53, hanno la possibilità di dar voce alle proprie impressioni ed emozioni.

Foto di Ginevra Sammartino

Luoghi, storie, persone

Così il mercato di Piazza Vittorio ricorda un mercato qualsiasi dell’Angola e diventa un luogo familiare per i tanti stranieri che abitano e vivono all’Esquilino, gli stessi che poi provano stupore nel vedere “le macchine in un palazzo” perchè “in Africa non ho mai visto niente di simile” oppure il rumore della Fontana di Trevi che fa tornare alla mente di un ragazzo il rumore del suo fiume in Senegal. Luoghi conosciuti da tutti e meta di migliaia di turisti ogni giorno, tanto da diventare quasi dei non luoghi, possono svelare scorci suggestivi e narrare storie di vita quotidiana e “normale” dei migranti che si trovano a percorrerli tra una pratica burocratica e l’altra o nell’attesa che apra il centro d’accoglienza in cui sono ospiti.

Il lavoro del laboratorio

Il lavoro svolto al laboratorio è lungo e complesso: si inizia con la scelta di una grande area della città e si prosegue intervistandone gli abitanti per poi crearvi attorno delle storie, il tutto attraverso un processo artistico che supera gli ostacoli linguistici e lascia che siano gli occhi a parlare. Per tanti ormai è diventato un punto di riferimento e un appuntamento fisso grazie al potere della narrazione che ha saputo unire tante persone diverse, ma in fondo simili sia nei vissuti passati che nei bisogni presenti.Così il Laboratorio 53 con il suo programma RifugiArt intende “lavorare sulla tematica delle migrazioni forzate evitando il più possibile un approccio legato all’emergenza che ricalchi le politiche dell’accoglienza italiana. Al contrario, si è deciso di lavorare su uno degli aspetti che spesso viene tralasciato nei progetti di inserimento sociale perchè considerato di secondo piano, un “bisogno non primario”: quello della creazione di nuovi legami sociali ed affettivi, di una nuova rete sociale di supporto, fatta di relazioni interpersonali, fiducia e reciprocità verso il prossimo.”

Foto di Ginevra Sammartino

Il riscontro con il pubblico

Più di 2000 persone dal 2016 hanno apprezzato il format delle passeggiate sonore e Marco Stefanelli, ideatore del laboratorio, dice soddisfatto che circa il 10% è rappresentato da studenti, vedendo forse in questo un messaggio di apertura e speranza. L’obiettivo è quello di “ribaltare l’immagine del migrante, in modo che venga visto come un cittadino che possa dare qualcosa e non come un ospite sgradito”.Per partecipare agli appuntamenti è necessario prenotarsi via e-mail su guideinvisibili@gmail.com data la limitata disponibilità di posti, le passeggiate sono organizzate ogni mese e percorrono l’Esquilino, Termini, Trastevere e Piazza di Spagna e con un contributo volontario si potrà sostenere il lavoro dei vari collaboratori.Per consultare il programma di febbraio fai click qui.

Agnese Corradi(13 febbraio 2019)

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