Inizierà il 7 marzo il nuovo corso di alfabetizzazione finanziaria per migranti organizzato dall’associazione Migranti e Banche in collaborazione con Casa Scalabrini 634, programma dell’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – ASCS, sostenuto dalla congregazione dei missionari di San Carlo – Scalabriniani che “da 130 anni è al servizio dei migranti e dei rifugiati in 32 paesi del mondo”.Nata nel 2011 per volontà di un gruppo di bancari che hanno deciso di mettere a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza per insegnare agli stranieri, a camminare con le loro gambe, una volta superata la fase della prima accoglienza nel nostro paese, l’associazione è alla quarta edizione di un corso che riscuote sempre più successo e risultati concreti.“I corsi sono indirizzati a tutte le tipologie di migranti – spiega Adriana Coletta, vice presidente dell’associazione: rifugiati che devono far quadrare i conti con il piccolo pocket money che ricevono dal comune di appartenenza, o persone che si trovano in Italia da molto tempo e vogliono avviare un’attività commerciale. Il ragazzo rifugiato, ad esempio, deve imparare a ottimizzare il costo del biglietto dell’autobus, scegliendo orari e corsi da seguire con una sola andata e ritorno, in modo da farsi bastare le risorse che ha a disposizione. Chi vuole avviare un’attività commerciale deve condurre un’analisi di mercato per vedere cosa già offre il territorio dove pensa di lavorare, magari anche nel paese di appartenenza e deve conoscere di quali strumenti finanziari possa avvalersi: mutui, finanziamenti, bandi ecc.”.
Un punto di riferimento
“Per alcuni che sono cresciuti con noi, anche attraverso la collaborazione con Casa Scalabrini 634 – aggiunge la vice presidente – siamo diventati un punto di riferimento e facciamo anche consulenze ad hoc, naturalmente gratuite, fino all’effettivo debutto della nuova attività o magari all’inizio di un nuovo lavoro”.E’ il caso di Babakar, un ragazzo senegalese di 24 anni, il più giovane dell’edizione dello scorso anno, che mentre frequentava il corso, ha iniziato a fare un tirocinio presso il laboratorio di sartoria e maglieria di Casa Scalabrini 634 “Taglia e Cuci in tutte le Lingue del Mondo” (http://scalabrini634.it/progetti/taglia-e-cuci-in-tutte-le-lingue-del-mondo) promosso in collaborazione con l’Associazione Migranti e Banche, dove ha imparato a cucire e a confezionare abiti. All’interno del laboratorio di sartoria è nato anche “Cuciamo il Vento”, un laboratorio per la realizzazione di aquiloni, e “Stir’Arte 634”, una stireria in Casa.
Il laboratorio di sartoria di Casa Scalabrini 634
“Siamo 8 persone – racconta Babakar – quattro signore italiane che imparano a fare le riparazioni e quattro stranieri, io sono il più giovane e mi piace molto fare il sarto. Lavoro 8 ore al giorno nel laboratorio, dove ho imparato a fare i cartamodelli e a realizzare capi di maglieria. Il sabato, invece, divento “insegnante” e spiego a chi è appena arrivato come si taglia e si cuce”.Quando sei arrivato in Italia?“Nel 2014, sono stato nei Centri di accoglienza per 2 anni, ho frequentato la scuola e poi sono entrato all’interno della Casa Scalabrini 634”.Hai la protezione umanitaria?“Ho fatto ricorso per ottenere la protezione umanitaria e sto aspettando la risposta. Spero di avere un permesso per 2 o 5 anni, visto che lavoro e ho una residenza fissa in una casa a Torre Maura dove vivo con altri ragazzi”.Cosa farai se vincerai il ricorso e potrai restare in Italia?“Aprirò una sartoria tutta mia per vendere i miei capi nei mercati e in alcuni negozi che già comprano i vestiti realizzati a Casa Scalabrini 634”.“Ma perché il sogno si trasformi in realtà – spiega Adriana Coletta – Babakar si è impegnato con noi a mettere da parte ogni mese una piccola somma. Non sempre ci riesce e arriva trafelato al “controllo” tirando fuori le spese più fantasiose e impreviste che lo avrebbero “costretto” a spendere tutti i soldi senza risparmiare nulla. Ma piano piano sta acquistando un’impostazione diversa della sua vita che lo porterà a pensare in prospettiva e non solo al giorno per giorno”.
Il bilancio dell’Associazione Migranti e Banche dopo 8 anni di attività
Qual è il vostro bilancio dopo 8 anni di impegno in questa attività che potremmo definire di “nicchia”? E quanti sono gli insegnanti volontari?“Siamo in quattro, tutti professionisti, uno dei volontari viene da Moneygram e un altro è il direttore di una banca di credito cooperativo. Siamo molto soddisfatti di aver dato negli anni a queste persone gli strumenti e le opportunità per crearsi un futuro e per avere un maggiore potere di scelta. All’inizio avevamo cominciato per tentativi, armati soltanto del nostro entusiasmo. Eravamo noi ad andare presso le comunità per cominciare a parlare di conti bancari e ottimizzazione delle risorse. Poi si è consolidato il rapporto con Casa Scalabrini 634 che ci ha consentito di strutturarci e di crescere, andando a coprire un bisogno che era rimasto inevaso. Quello di far capire a chi arriva da rifugiato, richiedente asilo o in cerca di un lavoro nel nostro paese, che la beneficienza e l’assistenza non sono dei diritti e non durano per sempre. Qualcuno si impegna e mette a disposizione il proprio tempo e spesso le proprie risorse per aiutare chi è in difficoltà in una fase di emergenza. Poi bisogna imparare a cavarsela da soli, secondo gli usi consentiti dalla legge del posto dove si è stati accolti o dove si è scelto di vivere”.
Francesca Cusumano
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