Pineto United: integrazione e riqualificazione del territorio

 

Pineto United- foto di Alessandro Schiariti
Integrazione, rivalutazione, gioco del pallone e tanto altro: se si potesse riassumere il “Pineto United” in poche parole probabilmente queste sarebbero quelle giuste. Nella mattinata di sabato 6 aprile, presso i campetti dell’Opera Don Calabria, è stata giocata l’ultima partita del campionato che ha visto la sfida fra l’Ingegneria Capitolina e il Pineto United. La partita è terminata 2-1, una sconfitta per alcuni versi ma una grande vittoria per altri: per il Pineto United è stata la vittoria di un’unione, la celebrazione di un impegno.

Pineto United: unione e riqualifica

Con un nome degno di una squadra di serie A, utile a designare l’unione di varie associazioni per la riqualifica del quartiere, il Pineto United nasce nel 2017 come squadra calcistica popolare composta da ragazzi africani richiedenti asilo smistati in diversi centri di accoglienza in territorio romano tra i quali il CAS “il Gelsomino” di Largo Perassi, attualmente chiuso. Nasce come progetto ideato e promosso dal collettivo “Pinacci Nostri” che dal 2015 cerca di risvegliare il quartiere Pineta Sacchetti, a Valle Aurelia, con la street art.Nel 2015 un incendio distrugge una area giochi del quartiere a nord-ovest di Roma: il comitato si ingegna e, con il contributo dei bambini del quartiere, fa sì che i resti di quel rovo si trasformino in una istallazione artistica. Purtroppo, l’istallazione viene smantellata a causa della sua irregolarità, perché in area posta sotto sequestro, e il tentativo di rendere la zona nuovamente agibile oltre che punto di aggregazione tra tutti gli abitanti del quartiere fallisce.

Posiamo lo spray e giochiamo a pallone

Da una idea semplice e da una tradizione antica, come il gioco del pallone, il quartiere riprende vita: i ragazzi africani giungono lì grazie ad un passaparola lanciato da alcuni residenti. Cominciano a giocare tra i pini e gli abitanti del quartiere, incuriositi da tanto fermento, ricominciano a vivere gli spazi verdi comuni e ad abbracciare il progetto di inclusione: così il parco si rianima e viene segnata l’unione tra culture e vite diverse.Pietro Lucari è il giovanissimo allenatore nonché fondatore della squadra. “Noi abbiamo iniziato al Parco del Pineto dove non c’era nulla se non gli alberi”. La Società “Vis Aurelia” decide di abbracciare il progetto e offre alla squadra la possibilità di usufruire di un loro campetto una volta a settimana. Altro sostenitore del progetto è stato il “Comitato Valle dell’Inferno” già da tempo intenzionato a ripristinare un ex-campetto abbandonato. Tutti si sono rimboccati le maniche per mettere a nuovo il campo. “Abbiamo unito le forze e lavorando siamo riusciti a riqualificare una parte di un campetto abbandonato e abbiamo proseguito gli allenamenti lì.”

La squadra

La formazione iniziale era composta da circa 25 ragazzi, ora sono 15 provenienti da Gambia, Mali, Guinea e Costa D’Avorio. Alcuni sono dovuti fuggire, altri sono stati spostati in altri centri dopo la chiusura de “Il Gelsomino”. La frustrazione dovuta alla negazione di un permesso di soggiorno, la nostalgia di casa e della famiglia sono fattori che influenzano la vita dei ragazzi: gli spogliatoi diventano quindi il luogo per sfogarsi ed i compagni di squadra divengono la propria famiglia. Ci si allena duramente e ci si integra progressivamente. Samba è il capitano della squadra, giovane guineano arrivato in Italia da qualche anno dopo aver affrontato un lungo e terribile viaggio attraverso la Libia: ora è impegnato a parlarne nelle scuole, presto sarà redatto anche un libro che raccolga la sua esperienza e di tanti altri giovani migranti. “Noi della squadra siamo una famiglia”, dice sorridente.“I ragazzi si incontrano anche al di là dell’allenamento, escono insieme e sono profondamente legati tra loro. Tentiamo in tutti i modi ed in tutte le forme di includerli e tocchiamo con mano le difficoltà che hanno. Alla maggior parte è stato negato lo status di rifugiato, anche ai ragazzi impegnati nelle scuole e nel servizio civile quindi perfettamente integrati.” aggiunge Lello Melchionda, membro fondatore di Pinacci Nostri. “La rete del Pineto United è una rete nata dal basso e la squadra di calcio diventa il faro di questa rete

Giada Stallone(6 aprile 2019)

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