Giocattoli per i bambini del villaggio
Said è nato nel Kurdistan turco “in un posto molto antico” vicino il Monte Ararat. “Da piccoli non avevamo i giocattoli di plastica e nostro padre non li comprava quindi mi ingegnavo a costruirli da solo. Mio padre aveva degli attrezzi basici da agricoltore e io lo guardavo lavorare, nel frattempo imparavo. Trasformavo le latte di pomodoro in piccoli vagoni, riutilizzavo la gomma dei tacchi delle scarpe che trovavo in giro per fabbricare delle ruote perché il materiale era lo stesso utilizzato per produrre i pneumatici delle auto e lavoravo le cassette di legno della frutta e verdura per creare i rimorchi. Sono arrivato al punto da costruire giocattoli per i bambini dell’intero villaggio che mi ripagavano con delle uova. Avevo cibo a sufficienza e mangiavo uova praticamente tutti i giorni” racconta e ridendo aggiunge “fin quando non mi sono comparse delle bolle su tutto il viso e ho capito che avrei dovuto mangiarne di meno”.
Giocattoli per tutti: la nascita di DAY
“Inizialmente vivevo ad Anzio, vicino il mare. Avevamo un piccolo garage dove ho iniziato a costruire dei giocattoli per i miei figli. Le persone non riuscivano a credere fossi in grado di lavorare il legno in quel modo.Ho avuto poi modo di parlare con la persona che si occupa della gestione e il coordinamento degli spazi e laboratori del Villaggio Globale e le ho spiegato la mia idea di aprire il laboratorio: ne è stata entusiasta. L’idea non è solo quella di costruire e vendere giocattoli ma anche quella di insegnare ai bambini come farlo, cercando di trasmettere loro fiducia nelle proprie capacità.”
Assorbire la cultura altrui, imparare ad ascoltare
“Ho lavorato come operatore per dieci anni nei centri di accoglienza: sia centri accoglienza per minori non accompagnati, che per maggiorenni, per le famiglie. Ho collaborato ai progetti di Dublino. Non è stata una esperienza facile ma è stata una esperienza importante: avere a che fare con individui provenienti da altre parti del mondo ti permette di assorbire la loro cultura e questo può arricchirti. Non tutti sono in grado di andare oltre i confini: anche chi si dimostra pro-immigrazione, spesso, non è in grado di agire concretamente e non è nemmeno in grado di difendere i diritti degli immigrati. Il fenomeno dell’immigrazione è un fiume e non lo si può fermare né deviare: il fiume scorre e trova la sua strada. Certamente devono esserci delle regole ma se chi si propone di darle non è in grado di rispettarle non ci si può aspettare che chi le riceva lo faccia. Per pretendere rispetto bisogna essere rispettosi. Per essere ascoltati dalle persone bisogna prima ascoltare sé stessi.”
foto di Giada Stallone
Giada Stallone(28 maggio 2019)
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