“Europa futuro plurale. Con i migranti verso un nuovo spazio comune” è il titolo del corso di formazione 2019 del Centro Astalli realizzato con il contributo del Parlamento europeo e della Commissione europea, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e il sostegno della Fondazione Konrad Adenauer Stiftung.Ragionare sulle sfide che si trova ad affrontare l’Unione in vista delle prossime elezioni è l’obiettivo dei tre incontri che hanno preso il via mercoledì 15 maggio e proseguiranno con cadenza settimanale fino al 29 maggio.“Quale Europa per il nostro futuro comune?” è stato il tema della prima giornata che ha visto dialogare Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, con Romano Prodi, relatore d’eccezione.
Europa futuro plurale: politiche migratorie e problema “regolatorio”
Europa futuro plurale: chiudere i porti o Africa come risorsa?
Europa futuro plurale: diritti e integrazione
Più valori e più diritti per tutti. Quando il diritto si trasforma in privilegio perde la sua pluralità. “Perché l’impero romano si è esteso tanto? Perché ha esteso la cittadinanza. Dobbiamo imparare dalla storia, guardando alla realtà con una dimensione mondiale. La chiusura causa debolezza: occorre lavorare sul buonsenso. Per questo è importante partire dalle nuove generazioni: la vera macchina d’integrazione è la scuola. Lì l’integrazione diventa attiva e vince la paura dell’altro, che è il vero pericolo dell’attuale società perché rompe il rapporto fondamentale tra cittadino e stato.
Europa futuro plurale: aspettative dalle prossime elezioni?
“Niente di nuovo: difficile pensare a un salto in avanti della Commissione europea. Mi auguro un maggiore potere del parlamento europeo. L’Europa è stata vista da sempre come garante della pace, abbiamo fatto da cuscinetto a tensioni oltreoceano creando legami e unioni. Dobbiamo preservare questo importante ruolo.”
Si sente cittadino europeo?
“Io sono considerato un campione deviato, ho addirittura come suoneria del mio cellulare l’”Inno alla gioia”. Dovremmo capire che possiamo salvare il nostro nazionalismo solo unendoci agli altri: è l’essere europeo che ti garantisce l’essere italiano e ti protegge”.
Silvia Costantini(22 maggio 2019)
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