Europa futuro plurale:quale Europa per il nostro futuro comune?

Europa futuro plurale“Europa futuro plurale. Con i migranti verso un nuovo spazio comune” è il titolo del corso di formazione 2019 del Centro Astalli realizzato con il contributo del Parlamento europeo e della Commissione europea, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e il sostegno della Fondazione Konrad Adenauer Stiftung.Ragionare sulle sfide che si trova ad affrontare l’Unione in vista delle prossime elezioni è l’obiettivo dei tre incontri che hanno preso il via mercoledì 15 maggio e proseguiranno con cadenza settimanale fino al 29 maggio.“Quale Europa per il nostro futuro comune?”  è stato il tema della prima giornata che ha visto dialogare Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, con Romano Prodi, relatore d’eccezione.

Europa futuro plurale: politiche migratorie e problema “regolatorio”

Europa futuro plurale
Padre Camillo Ripamonti
“Tra l’Europa e l’Africa esiste una differenza demografica impressionante. Nonostante si parli di 30 milioni di immigrati, l’Europa non è aumentata di popolazione e si prevede una caduta demografica pari al 30% nei prossimi anni.  Solo in Francia, grazie a politiche sulla famiglia di lungo termine, si è raggiunta una stabilità: in Italia il rapporto è di 1,36 bambini per donna. Si stima che entro metà secolo mancherà una popolazione pari a tutta l’Emilia”.Tre cause importanti hanno incrementato le migrazioni: il “periodo badanti”, la guerra in Siria e poi in Libia.  Questo ha comportato l’arrivo di persone con una forte pluralità culturale, religiosa, sociale che ha trovato un’Europa impreparata.“L’assenza di una politica europea come quadro d’insieme ha fatto venire meno un concetto fondamentale: il valore della parola “comunità” che non significa omologare ma preservare le differenze come “unione di minoranze””, continua Prodi.

Europa futuro pluralechiudere i porti o Africa come risorsa?

Europa futuro plurale
Romano Prodi
Dobbiamo uscire dal binomio: immigrazione = crisi. Occorre costruire una politica attiva che favorisca l’inserimento di chi migra. È un dato oggettivo che la popolazione africana cresca più della media mondiale e rappresenta una maggiore pressione demografica anche a causa delle guerre e della situazione ecologica del continente. Il problema è che le migrazioni africane non sono strutturate come quelle asiatiche perché causate da situazioni non solo diverse ma senza controllo: parliamo di una spinta migratoria in crescita. Cosa fare? Dobbiamo tornare a considerare l’Africa come risorsa, cosa che l’Asia già fa: l’Africa è diventata il granaio della Cina e per assurdo importa cibo. Qualcosa non va.L’Europa deve muoversi a riguardo con politiche ragionate e attive.”

Europa futuro plurale: diritti e integrazione

Più valori e più diritti per tutti. Quando il diritto si trasforma in privilegio perde la sua pluralità. “Perché l’impero romano si è esteso tanto? Perché ha esteso la cittadinanza. Dobbiamo imparare dalla storia, guardando alla realtà con una dimensione mondiale. La chiusura causa debolezza: occorre lavorare sul buonsenso. Per questo è importante partire dalle nuove generazioni: la vera macchina d’integrazione è la scuola. Lì l’integrazione diventa attiva e vince la paura dell’altro, che è il vero pericolo dell’attuale società perché rompe il rapporto fondamentale tra cittadino e stato.

Europa futuro plurale: aspettative dalle prossime elezioni?

“Niente di nuovo: difficile pensare a un salto in avanti della Commissione europea. Mi auguro un maggiore potere del parlamento europeo. L’Europa è stata vista da sempre come garante della pace, abbiamo fatto da cuscinetto a tensioni oltreoceano creando legami e unioni. Dobbiamo preservare questo importante ruolo.”

Si sente cittadino europeo?

“Io sono considerato un campione deviato, ho addirittura come suoneria del mio cellulare l’”Inno alla gioia”. Dovremmo capire che possiamo salvare il nostro nazionalismo solo unendoci agli altri: è l’essere europeo che ti garantisce l’essere italiano e ti protegge”.

Silvia Costantini(22 maggio 2019)

Leggi anche: