Estela Elisabeth Vivas Sanchez, premiata tra i “portieri dell’anno”

Estela Elisabeth Vivas Sanchez
Estela Elisabeth Vivas Sanchez
“Ho 44 anni, sono in Italia dal 2000 e dal 2014 lavoro come portiera presso il condominio di via Coletti 35”, Estela Elisabeth Vivas Sanchez, originaria dell’Ecuador, venerdì 31 maggio ha ricevuto insieme ad altri 25 colleghi il riconoscimento come “portiere dell’anno” durante l’annuale premiazione indetta da Ebinprof, Ente Bilaterale Nazionale del comparto dipendente da proprietari di fabbricati.

Estela Elisabeth Vivas Sanchez: amo il mio lavoro perché mi rende indipendente

Si corre sempre. Abito a Monte Spaccato, tra Boccea e l’Aurelia, e ogni giorno sono in portineria dalle 7 alle 13 per 36 ore a settimana. La mattina esco presto con mia figlia che ha 10 anni e va a scuola qui vicino. Rimane con me finché non arriva l’orario d’entrata e a volte finiamo di fare i compiti insieme. Da quando ho preso la patente per fortuna è tutto più semplice: ho rubato la macchina a mio marito”. Sorride Estela nel raccontare le sue giornate lavorative e intanto dalla sua postazione non trascura i condomini che passando la salutano o le chiedono qualcosa. “Ci sono 84 appartamenti: ormai sono 15 anni che sono qui e i condomini quando passano scambiano battute, chiedono consigli, piccoli aiuti. Dovrei andare via alle 13 ma preferisco lasciare tutto in ordine e così faccio sempre più tardi. Mio marito si lamenta per questo, dice che tengo più al mio lavoro che alla famiglia ma io gli rispondo sempre: come moglie puoi dirmi di tutto, ma come mamma no, do tutta me stessa”. Squilla il cellulare: è un messaggio whatsapp, un nuovo modo di comunicare anche nel lavoro di Estela, “io non sopporto molto il cellulare, quando siamo a tavola a casa abbiamo l’abitudine di tenerlo tutti spento, altrimenti non si parla più”.“Quando mi chiamano fuori lavoro, mio marito si arrabbia e finiamo per litigare: lui, come la maggior parte degli uomini ecuadoregni, è un maschilista e vorrebbe che lasciassi il lavoro, ma io non lo faccio soprattutto per i miei figli e perché mi rende indipendente”. La dedizione e la cura per il suo lavoro non sono passati inosservati agli occhi dei condomini e non solo per il premio ricevuto “sono stata in malattia per 4 anni e ho avuto diverse operazioni, ma i condomini mi hanno sempre supportato”.

Estela Elisabeth Vivas Sanchez: dall’Ecuador in Italia, la famiglia e l’importanza dei valori

Sia io che mio marito siamo originari di Guayaquil, una città vicino al mare. Ci siamo sposati 21 anni fa e frequentavamo tutti e due il terzo anno di università quando sono rimasta incinta. Abbiamo lasciato entrambi gli studi e lui ha deciso di partire per l’Italia per cercare lavoro: aveva qui dei parenti e sperava in buone opportunità ma non è riuscito. Così poi l’ho raggiunto lasciando mio figlio in Ecuador”. Si ferma e fa una piccola pausa, aggiungendo “Ho pianto 5 giorni quando sono arrivata in Italia”. Estela all’inizio ha lavorato come badante poi come tata ma Ha dovuto licenziarsi a causa delle avances di un altro dipendente. “Subito dopo ho iniziato a lavorare in una ditta di pulizie “Stella Polare” proprio qui in questo condominio ed è così che conoscendomi mi è stato proposto il lavoro di portiera. Quando pulivo le scale nessuno mi salutava, sembravo invisibile, eppure io ogni volta ripetevo “Buongiorno”. Piano piano poi hanno iniziato anche loro a salutarmi e ora ogni volta che ci incontriamo è un saluto”.Resiste alla lontananza del figlio, Brian Emilio nato nel 1999, solo un anno poi “non ce l’ho fatta e sono andata a prenderlo: mio marito avrebbe voluto farlo crescere con la madre, ma io non volevo”.  Oggi Brian ha 20 anni, frequenta ingegneria informatica all’università e allo stesso tempo lavora come receptionist in un albergo.” Voleva fare il grande. Quando mio marito per un periodo è rimasto senza lavoro lui aveva appena finito il liceo e mi ha detto: penso io ad aiutarti, non puoi farcela da sola. È diventato responsabile appena è nata la sorellina, Lisbeth Elisabeth, che oggi ha 10 anni. Se non fosse stato per lui non so come avrei fatto: oggi avrei già i capelli bianchi. Mio marito è un tuttofare in un albergo ma ha poca voglia di fare”.Lo stile di vita e i valori con cui Estela è cresciuta sono altri: “in Ecuador si hanno usanze diverse, l’uomo della tua vita è soltanto uno e lo sposi. Se sbagli è per sempre. Qui a volte c’è troppa “leggerezza” e mi preoccupano queste abitudini eccessivamente più libere. In Ecuador c’è molto maschilismo, è difficile per una donna essere indipendente. Quando è nata Lisbeth mio marito voleva fosse cresciuta da mia suocera e alla fine lei è venuta qui: vive con noi da 10 anni e mio marito mangia solo piatti ecuadoregni che cucina lei. Ad agosto finalmente tornerà in Ecuador”, dice, sollevata.Dopo il lavoro la vita di Estela è tutta dedicata alla famiglia: “accompagno mia figlia a danza, c’è un rubinetto da riparare, un mobile da sistemare, ogni giorno una cosa nuova e poi abbiamo 3 cagnolini”.

Estela Elisabeth Vivas Sanchez: il futuro?

Il mio futuro è in Italia. Mi piace stare qui perché sono indipendente e poi voglio seguire i miei figli: qui ci sono più possibilità per loro. Per il figlio maschio mi è andata bene, per la figlia sono un po’ preoccupata: ha poca voglia di studiare e mi chiede sempre quando finirà”.

Silvia Costantini(5 maggio 2019)