Estela Elisabeth Vivas Sanchez: amo il mio lavoro perché mi rende indipendente
“Si corre sempre. Abito a Monte Spaccato, tra Boccea e l’Aurelia, e ogni giorno sono in portineria dalle 7 alle 13 per 36 ore a settimana. La mattina esco presto con mia figlia che ha 10 anni e va a scuola qui vicino. Rimane con me finché non arriva l’orario d’entrata e a volte finiamo di fare i compiti insieme. Da quando ho preso la patente per fortuna è tutto più semplice: ho rubato la macchina a mio marito”. Sorride Estela nel raccontare le sue giornate lavorative e intanto dalla sua postazione non trascura i condomini che passando la salutano o le chiedono qualcosa. “Ci sono 84 appartamenti: ormai sono 15 anni che sono qui e i condomini quando passano scambiano battute, chiedono consigli, piccoli aiuti. Dovrei andare via alle 13 ma preferisco lasciare tutto in ordine e così faccio sempre più tardi. Mio marito si lamenta per questo, dice che tengo più al mio lavoro che alla famiglia ma io gli rispondo sempre: come moglie puoi dirmi di tutto, ma come mamma no, do tutta me stessa”. Squilla il cellulare: è un messaggio whatsapp, un nuovo modo di comunicare anche nel lavoro di Estela, “io non sopporto molto il cellulare, quando siamo a tavola a casa abbiamo l’abitudine di tenerlo tutti spento, altrimenti non si parla più”.“Quando mi chiamano fuori lavoro, mio marito si arrabbia e finiamo per litigare: lui, come la maggior parte degli uomini ecuadoregni, è un maschilista e vorrebbe che lasciassi il lavoro, ma io non lo faccio soprattutto per i miei figli e perché mi rende indipendente”. La dedizione e la cura per il suo lavoro non sono passati inosservati agli occhi dei condomini e non solo per il premio ricevuto “sono stata in malattia per 4 anni e ho avuto diverse operazioni, ma i condomini mi hanno sempre supportato”.
Estela Elisabeth Vivas Sanchez: dall’Ecuador in Italia, la famiglia e l’importanza dei valori
“Sia io che mio marito siamo originari di Guayaquil, una città vicino al mare. Ci siamo sposati 21 anni fa e frequentavamo tutti e due il terzo anno di università quando sono rimasta incinta. Abbiamo lasciato entrambi gli studi e lui ha deciso di partire per l’Italia per cercare lavoro: aveva qui dei parenti e sperava in buone opportunità ma non è riuscito. Così poi l’ho raggiunto lasciando mio figlio in Ecuador”. Si ferma e fa una piccola pausa, aggiungendo “Ho pianto 5 giorni quando sono arrivata in Italia”. Estela all’inizio ha lavorato come badante poi come tata ma Ha dovuto licenziarsi a causa delle avances di un altro dipendente. “Subito dopo ho iniziato a lavorare in una ditta di pulizie “Stella Polare” proprio qui in questo condominio ed è così che conoscendomi mi è stato proposto il lavoro di portiera. Quando pulivo le scale nessuno mi salutava, sembravo invisibile, eppure io ogni volta ripetevo “Buongiorno”. Piano piano poi hanno iniziato anche loro a salutarmi e ora ogni volta che ci incontriamo è un saluto”.Resiste alla lontananza del figlio, Brian Emilio nato nel 1999, solo un anno poi “non ce l’ho fatta e sono andata a prenderlo: mio marito avrebbe voluto farlo crescere con la madre, ma io non volevo”. Oggi Brian ha 20 anni, frequenta ingegneria informatica all’università e allo stesso tempo lavora come receptionist in un albergo.” Voleva fare il grande. Quando mio marito per un periodo è rimasto senza lavoro lui aveva appena finito il liceo e mi ha detto: penso io ad aiutarti, non puoi farcela da sola. È diventato responsabile appena è nata la sorellina, Lisbeth Elisabeth, che oggi ha 10 anni. Se non fosse stato per lui non so come avrei fatto: oggi avrei già i capelli bianchi. Mio marito è un tuttofare in un albergo ma ha poca voglia di fare”.Lo stile di vita e i valori con cui Estela è cresciuta sono altri: “in Ecuador si hanno usanze diverse, l’uomo della tua vita è soltanto uno e lo sposi. Se sbagli è per sempre. Qui a volte c’è troppa “leggerezza” e mi preoccupano queste abitudini eccessivamente più libere. In Ecuador c’è molto maschilismo, è difficile per una donna essere indipendente. Quando è nata Lisbeth mio marito voleva fosse cresciuta da mia suocera e alla fine lei è venuta qui: vive con noi da 10 anni e mio marito mangia solo piatti ecuadoregni che cucina lei. Ad agosto finalmente tornerà in Ecuador”, dice, sollevata.Dopo il lavoro la vita di Estela è tutta dedicata alla famiglia: “accompagno mia figlia a danza, c’è un rubinetto da riparare, un mobile da sistemare, ogni giorno una cosa nuova e poi abbiamo 3 cagnolini”.
Estela Elisabeth Vivas Sanchez: il futuro?
“Il mio futuro è in Italia. Mi piace stare qui perché sono indipendente e poi voglio seguire i miei figli: qui ci sono più possibilità per loro. Per il figlio maschio mi è andata bene, per la figlia sono un po’ preoccupata: ha poca voglia di studiare e mi chiede sempre quando finirà”.
Silvia Costantini(5 maggio 2019)