Venerdì 21 giugno, nel pieno della settimana che include la Giornata Mondiale del Rifugiato e della manifestazione “I migranti secondo noi”, il Municipio II ha sottoscritto il protocollo “Accoglienza” con il CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati.
“La sottoscrizione di questo protocollo è un elemento fondamentale per l’accoglienza e l’inclusione nel nostro Municipio, denominato da qualche anno come municipio dell’Accoglienza. Da sempre portiamo avanti il discorso del riconoscimento, la conoscenza e l’incontro con l’altro a partire dalle scuole, motore di crescita per gli uomini e le donne del domani”, così Francesca Del Bello, presidente del Municipio II, introduce l’incontro “Accogliamoli a casa nostra”, presso l’associazione SinergieSolidali.
“Sono quindi felice di questa collaborazione con il CIR, Consiglio Italiano per i rifugiati, che ci permetterà di attivare, anche nel Municipio II, l’accoglienza in famiglia dei rifugiati”.
Protocollo Accoglienza: il progetto “Welcome Home”
“L’idea è nata nel lontano 2015, il progetto è stato approvato nel 2018 ed è a partito da settembre, come risposta a momenti storici in cui agire umanamente diventa necessità”, Fiorella Rathaus, responsabile Area Sociale del CIR, spiega come è nato “Welcome Home”. “Le prime adesioni qui a Roma le abbiamo avute del Municipio I, poi l’VIII e ora il II”. Obiettivo del progetto è “sviluppare modelli alternativi e innovativi di supporto ai percorsi di integrazione dei rifugiati coinvolgendo attivamente la cittadinanza e il privato attraverso l’esperienza dell’accoglienza in famiglia”.
“Tre sono le linee di azione”, spiega Martina Daniele, CIR, “l’accoglienza in famiglia, l’accoglienza presso giovani al di sotto dei 35 anni e, infine, l’accoglienza presso altri rifugiati come “mutuo aiuto”.”
Importante e delicato il ruolo del CIR che è sia di mediazione, nel cercare la combinazione perfetta tra ospitato e ospitante, sia di valorizzazione affiancando il periodo di accoglienza con corsi di formazione e tirocini che permettano al rifugiato di raggiungere un’autonomia alla fine di “Welcome home”.
Protocollo Accoglienza: cosa prevede il progetto e chi può ospitare?
“Ho accolto Linda circa 2 mesi fa, grazie a mia sorella Caterina che già conosceva il CIR e ospitava da novembre Bashir”, Giovanna e Caterina sono due sorelle che hanno scelto di accogliere nelle loro famiglie: Linda e Bashir hanno 26 anni.
“Linda segue un tirocinio come sarta, esce la mattina alle 8 e mi hanno detto che è molto brava. Quando rientra a casa, mangiamo insieme e spesso è lei a cucinare. Dopo cena ascoltiamo la musica africana della mamma. Si è anche fidanzata anche se ancora non ho conosciuto il ragazzo”, racconta Giovanna “Mi piacerebbe tanto che Linda conoscesse la nostra storia, del luogo dove vive, che ci fosse uno scambio. Sarebbe anche bello che i ragazzi accolti avessero un loro momento di incontro e confronto.”
“Quando sono arrivato a Roma non avevo mai viaggiato prima. Ora sono come un figlio per Caterina e chiamo Giovanna zia”, aggiunge Bashir che è nel progetto “Welcome Home” dal 5 novembre.
Tutti possono ospitare: qualsiasi giovane o famiglia con a disposizione uno spazio domestico sufficiente ad accogliere una persona e soprattutto il desiderio di condividere questa esperienza di ospitalità.
Il progetto prevede un periodo di accoglienza di un anno.
Sia l’ospitante che l’ospitato riceveranno un contributo economico, un rimborso forfettario per i primi per sostenere le spese di ospitalità e un pocket money giornaliero per i secondi per facilitare il percorso di integrazione.
Per maggiori informazioni: welcomehome@cir-onlus.org
Silvia Costantini
(25 giugno 2019)
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