“Lavorare insieme con le comunità migranti per migliorare la qualità dei servizi sanitari: chiederemo direttamente a loro cosa è necessario, quali sono le ragioni per le quali si fa fatica ad avere accesso ai servizi, come si potrebbero migliorare”. Caterina Boca, Presidente della Commissione Consiliare Permanente II – Politiche Sociali, Rapporti con le ASL, Politiche Abitative e Sicurezza del Municipio II, spiega l’obiettivo dell’incontro di mercoledì 12 giugno alle ore 18.00, presso la sala cittadina “Igino Giordani” in via Boemondo, cui sono invitati a partecipare i rappresentanti di tutte le comunità dei migranti del Municipio II.
Piano Salute Migranti: lavorare insieme per un piano su misura
“La ASL Roma 1 sta lavorando da tempo su dei processi di cambiamento all’interno dei suoi servizi e una realtà plurale come quella dei migranti ne è parte, da qui il Piano Salute Migranti e il progetto affidato al Distretto II del nostro Municipio “laboratorio di equità e partecipazione per un distretto competente”. Ci è stato richiesto un contributo sia come personale all’interno del gruppo di lavoro sia per coinvolgere il territorio”, evidenzia la Boca.Nel Municipio II nel 2018 su più di 5000 accessi ai servizi sanitari, 2300 sono stati quelli dei cittadini stranieri. Inoltre si tratta di un territorio con forte presenza di comunità di migranti residenti; il 22,6% dei residenti sono filippini, 11,3% romeni, il 5,3% ucraini, 5,2% peruviani e 5.0% cingalesi . “A queste percentuali vanno ad aggiungersi tutti coloro che lavorano nel Municipio II e quanti abitano nelle grandi occupazioni come il campo Rom al Foro Italico, le diverse baraccopoli sull’Aniene e ancora le persone senza fissa dimora. Una popolazione migrante non inserita che ha una condizione sociale e giuridica più precaria”.Da qui lo scopo dell’incontro di mercoledì 12 giugno: “accogliere e ascoltare le necessità, perché i servizi sanitari siano più a misura delle comunità dei migranti. Un esempio: una badante è libera soltanto il giovedì pomeriggio e la domenica, giorni in cui i servizi non sono aperti e quindi non può accedervi. Si è pensato anche di organizzare delle iniziative presso i luoghi di incontro delle comunità, ad esempio formazione sulla prevenzione, sulle vaccinazioni e altro, sempre nell’ottica di avvicinarsi sempre più ai migranti e socializzare per far sì sentano riconosciuti e quando non possono accedere alla ALS sarà il servizio sanitario ad andargli incontro”.Il Municipio II ha già un sistema di integrazione molto avanzato tra cui le due sedi del PUA e consultori come quello di Via Salaria che si occupa della salute delle donne migranti: “l’attenzione c’è ma si vuole diffondere la conoscenza dei servizi tra gli stranieri e stabilire un livello di comunicazione partecipativa che faciliti l’accesso”.L’incontro del 12 giugno è importante perché porrà intorno allo stesso tavolo amministratori e “le diverse anime dei migranti che vivono sul territorio per provare insieme a costruire una strategia che tenga presente i loro bisogni e le loro fatiche”.
Piano Salute Migranti: l’inizio di un percorso insieme
Ed è solo l’inizio di un percorso insieme, come sottolinea Caterina Boca: “partiamo dal tema sanitario per poter poi affrontare anche altre tematiche sempre con lo stesso approccio partecipativo: replicare la diffusione delle informazioni anche su altri temi significa far crescere le comunità nella reciproca consapevolezza e nel riconoscimento dei loro diritti”.
Silvia Costantini(10 giugno 2019)
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