La cittadinanza attiva e le buone pratiche dei migranti è il tema dell’incontro promosso da Rete Scuolemigranti, Università RomaTre, Oxfam Italia, Centro Interculturale Città di Torino, Centro COME di Milano che si svolgerà venerdi 24 maggio, nell’Aula Magna dell’Università Roma Tre in via Principe Amedeo, nell’ambito del 21° incontro della rete nazionale dei Centri Interculturali con Rete scuole migranti che festeggia il suo decimo anno di vita.
Iraniana per nascita e italiana per scelta
Illuminanti a questo proposito le esperienze di cittadinanza attiva di due delle coordinatrici delle sessioni parallele: Parisa Nazari nata a Teheran nel ’74, che ha deciso di mettere radici nel nostro paese, dov’e’ arrivata nel 1996 e dove lavora come farmacista. Il cursus honorem di Parisa come “cittadinanza attiva” in Italia è di grande respiro: arrivata dalla Turchia dove si era trasferita, lasciando l’Iran appena maggiorenne, per studiare arte e architettura alla Middle East Technical University di Ankara, decide insieme al neo marito di restare a Roma, dove si laurea in farmacia, per far crescere in Italia i due figli gemelli nati nel frattempo.
Dal Ruanda in Italia con l’associazione “Madre Buona”
Altro profilo di una “straniera” particolarmente attiva nel nostro paese, a livello di scambio interculturale è quello di Marie Claire Safari, presidente della Umubyeyi Mwiza Onlus. Rwandese d’ origine, Marie Claire vive a Roma con il marito, un medico italiano, e con i tre figli . E’ arrivata in Italia nel ’94 e lavora come infermiera all’Ospedale San Camillo di Roma. Nel “tempo libero” ha fondato l’associazione Um onlus che significa “madre buona” “Una mamma – dice – che con il suo amore di madre cerca di accogliere i suoi figli feriti e aiuta i sopravvissuti di esperienze di distruzione e annullamento della persona, vissute in Rwanda, a ritrovare la loro dignità “. In Italia la onlus organizza attività culturali, di sensibilizzazione e di formazione per preservare la memoria del genocidio dei
Le sessioni del convegno
Ad animare il convegno, nel corso delle varie sessioni parallele del pomeriggio, saranno le testimonianze in diretta dei protagonisti “con – cittadini” . Nella “Scuola e le nuove generazioni” coordinata da Parisa Nazari, si parlerà di esperienze di sostegno allo studio dell’italiano; Lorenzo Luatti dell’Oxfam di Arezzo presenterà le esperienze legate all’esplorazione della città: l’italiano imparato attraverso la conoscenza dei luoghi; Alice Turra si occuperà dello scambio di culture e saperi, infine Marie Claire Safari raccoglierà le testimonianze di quanti si dedicano alla cura dell’ambiente e dei beni comuni.
Una guida di Milano vista dagli immigrati che ci vivono ogni giorno
Da segnalare per la sessione “esplorazione della città l’italiano imparato attraverso la conoscenza dei luoghi”, “Giro Giro Mondo” una guida multiculturale di Milano, pensata, scritta e realizzata da un gruppo di venti donne, egiziane, marocchine, peruviane, brasiliane, russe, ucraine, moldave, rumene e polacche che hanno frequentato i corsi di lingua e cultura italiana del “Centro italiano per tutti” di IBVA che ha sede a Milano sui Navigli. Due di loro, Hanan Abdeldaim e Beata Szkudzinska presenteranno la guida nel corso del convegno insieme all’insegnante di italiano, Milena Angius, che ha curato il testo. “ Le autrici – spiega la Angius – hanno raccolto le tracce storiche e i segni attuali della presenza delle loro comunità, mettendone in luce l’apporto nella costruzione del patrimonio storico e culturale della città. In un momento in cui si sovrappone il fenomeno migratorio solo all’emergenza sbarchi – prosegue – questa guida mostra come la maggior parte degli immigrati in Italia è regolare. Hanno messo radici e sono cittadini come noi, che contribuiscono all’identità multiculturale della città”.
Il rom che legge “Ad Alta voce” nei campi ma anche nelle Biblioteche di Roma
Tra le tante storie, tutte raccolte nel sito di rete Scuolemigranti (metti il Link sotto scuolemigranti), ci appare particolarmente significativa, soprattutto in questi tristi giorni di scontri razzisti, avvenuti a Casal Bruciato, quella di Roberto Ademi, un ragazzo di 28 anni di origini rom, nato e cresciuto nel campo del Casilino ‘900, che oggi non esiste più. A 10 anni Roberto viene separato dalla madre che non lo può tenere al campo perché sta male, e purtroppo dopo poco tempo muore. Comincia la peregrinazione del bambino da una casa famiglia all’altra.”
Francesca Cusumano(14 maggio 2019)
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