“Africa Twist” in scena: gesti e parole di migranti in viaggio

"AFRICA TWIST rappresenta la ricerca paziente e ostinata, tragicomica, di una parola scenica che possa comprendere il gesto di chi rischia la vita su un barcone sbilenco e quello di chi tende la mano sulla porta di casa per danzare assieme ancora una volta"

Martedì 16 luglio, il cortile della Casa Internazionale delle Donne si è riempito di luci, suoni, gesti, parole e corpi in movimento che hanno raccontato viaggi e traiettorie di migranti.“Africa Twist” è uno spettacolo teatrale, risultato di nove mesi di laboratorio condotti dal regista Marco Paparella con Iris Basilicata. Lo spettacolo è stato creato durante il laboratorio Anatta della Regione e della Presidenza del Consiglio – Politiche giovanili, e ArteStudio, associazione culturale che lavora nel campo artistico e teatrale da più di trent’anni, e diretta dal regista, attore e autore Riccardo Vannuccini.ArteStudio si pone l’obiettivo di contribuire all’integrazione all’interno della società delle fasce più deboli attraverso gli strumenti offerti dall’attività artistica. Diversi sono i progetti nati con questo scopo: il “Teatro del Rammendo”, dedicato principalmente ai disabili mentali e cittadini della periferia romana; il “Teatro a Righe”, rassegna che si svolge a Regina Coeli ed etichetta con la quale vengono indicati la serie di lavori che vengono svolti all’interno del mondo penitenziario; e il “Teatro in fuga”, progetto dedicato alla questione delle migrazioni e delle migrazioni forzate. Questo progetto si realizza sia in Italia, nei centri d’accoglienza per richiedenti asilo, sia all’estero in zone di guerra come Palestina, Libano, Giordania, Iran.

Africa Twist

Africa Twist nasce da un laboratorio teatrale che si è tenuto nella parrocchia Santa Maria della Verità di Viterbo, con il supporto di Medihospes. A partecipare trenta attori, italiani e stranieri. Il gruppo, al termine dello spettacolo, si è stretto in un abbraccio e ha espresso l’emozione e la gioia di aver condiviso questo percorso artistico e umano.ArteStudio predilige l’espressione del corpo a quella della parola, questo perché nel caso dei laboratori sulle migrazioni occorre superare la barriera linguistica“, spiega il regista, “anche se poi conduciamo per quanto possibile parlando in italiano”.”I migranti, come i carcerati, gli psichiatrici, i senza tetto, hanno come caratteristica comune una oppressione nel comunicare col corpo, ognuno di loro per diversi motivi e problematiche. Quindi ArteStudio propone il lavoro col corpo per rimettersi in contatto sia col proprio corpo che con la sua capacità di esprimersi. Questo porta a rimettersi in contatto con gli altri, con i loro corpi e con le loro vite”, racconta Marco.”Tutte le azioni sceniche vengono vissute come partite di calcio in cui tutti cooperano per un’azione condivisa e comune”.

“Africa Twist” è stato portato in scena anche il 15 luglio a Palazzo dei Papi di Viterbo.Assistenti alla regia: Iris Basilicata, Maria Sandrelli, Alba BartoliOrganizzazione: Riccardo Vannuccini e Caterina Galloni 

Elisabetta Rossi(19 luglio 2019)

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