Il 9 ottobre ha preso il via l’offensiva turca contro i curdi lungo il confine tra Turchia e Siria. I curdi, che sono stati in Siria i principali artefici della sconfitta dell’Isis, sono di nuovo sotto attacco: appena gli americani, dopo l’annuncio di Trump, hanno ritirato le truppe dal confine siriano, il presidente turco Erdogan ha iniziato i bombardamenti. Si apre l’ennesimo capitolo della questione curda e dell’abbandono degli USA.Dopo la I guerra mondiale Gran Bretagna, Francia, Giappone e Italia sancirono, con il trattato di Sèvres, il diritto dei curdi di avere uno stato che in realtà non è mai nato per il sabotaggio attuato già nel 1923, con il trattato di Losanna, da quelli stessi stati e non solo. Oggi oltre 36milioni di curdi vivono separati in 4 paesi Turchia, Siria, Iran e Iraq.L’opinione pubblica si indigna e si mobilita a difesa dei curdi. Dall’11 ottobre, la rete Kurdistan-Italia sta facendo sentire la sua voce in diverse piazza italiane con manifestazioni a sostegno dei curdi da Nord a Sud. Ma non basta, serve l’intervento degli stati e degli organismi internazionali.Secondo le Nazioni Unite su entrambi i lati del confine vengono segnalati decessi di civili. Da quando l’offensiva è iniziata, mercoledì scorso 9 ottobre, al 15 ottobre i dati raccolti dalle Nazioni Unite dicono che almeno 160.000 civili sono stati sfollati e che i combattimenti hanno colpito ospedali, scuole e altre infrastrutture pubbliche.
Questione curda e Usa: Iran e Iraq
Negli anni ’70 gli Usa sostengono lo scià di Persia in Iran che appoggia i curdi in Iraq, ma già nel 1975 l’Iran abbandona la causa curda in seguito all’equa ripartizione da parte dell’Iraq del fiume Arvand Rud che fa da confine fra i 2 paesi e gli Stati Uniti non hanno reazioni ai conseguenti massacri dei curdi.Gli americani passano dalla parte degli iracheni di Saddam con il Governo Regan (1981-89) in opposizione alla Repubblica Islamica dell’Iran. E proprio in Iraq nel 1988 avviene il genocidio dei curdi detto di Al-Anfal anche con uso di armi chimiche.Solo tre anni più tardi nel 1991 gli Usa, cambiano di nuovo fronte e sostengono i curdi del Kurdistan iracheno contro Saddam Hussein e viene creata una no fly zone nell’Iraq settentrionale a salvaguardia dei curdi. Di conseguenza quando gli USA nel 2003 invadono l’Iraq i peshmerga curdi combattono a fianco delle truppe statunitensi. Nel 2003 la cattura di Saddam comporta la nascita di un Iraq dove il Kurdistan iracheno diventa uno stato semi indipendente, 2005, nell’ambito dello stato federale iracheno.I peshmerga curdo iracheni nel giugno 2014 salvarono dalle distruzioni perpetuate dall’Isis uno dei maggiori centri petroliferi iracheni e solo nel settembre 2014 gli Usa con la coalizione internazionale iniziano i raid aerei contro l’Isis.Nel 2015 il referendum per l’indipendenza Kurdistan iracheno passa con il 92% ma in breve tempo il governo centrale di Baghdad occupa parte del territorio dello Stato curdo che perde parte dei pozzi petroliferi, anche gli Usa disconoscono i risultati votazioni.Nel 2017 Mosul, dove nella moschea di Al-Nouri Al-Baghdadi, leader del califfato, si era presentato al mondo, viene sottratta all’Isis e riconquistata dalle forze irachene coadiuvate dalle forze locali e internazionali.
Questione curda e Usa: Turchia e Siria
Anche tra Turchia e Siria la questione curda ha radici che partono da lontano e la storia degli interventi USA anche in questo caso è la storia di un abbandono che si ripete.
Le immagini dalla manifestazione organizzata dalla Rete Kurdistan-Italia Scendi in piazza per il Rojava a Roma l’11 ottobre contro l’occupazione turca.
Nicoletta del Pesco e Rosy D’EliaFotografie di Gma(13 ottobre 2019)
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