Cinese da strada: modi di dire che raccontano una cultura 

Le lanterne rosse che hanno decorato il giardino di Piazza Vittorio. Fotografia di gma
Bié lái wúyàng, 别来无恙. “Non venire e sarà tutto a posto”. Con questa raccomandazione, i cinesi si rassicurano l’uno con l’altro al tempo del Coronavirus: l’emergenza impone anche alla lingua di trovare nuovi modi di dire per raccontare la preoccupazione, l’isolamento, le precauzioni.La lingua cinese va veloce. “È in continua evoluzione perché è in continua evoluzione il paese e la vita stessa procede a un ritmo che è diverso rispetto a quello a cui siamo abituati in Europa o in Italia”, spiega Antonio Magistrale, autore del libro Cinese da strada e del blog ABCina, insieme a Jacopo Bettinelli. E anche difronte al Coronavirus, e al rischio di contagio sono già nati una serie di modi di dire: “metti la malattia prima dei parenti”, 大疫灭亲 dàyìmièqīn, cioè cerca di non nascondere parenti o amici ammalati e di non contagiarli, o “combatti il virus isolandoti”, 以独攻毒 yǐdúgōngdú, solo per fare qualche esempio.Oltre l’emergenza, nel volume presentato lunedì 2 marzo a La Sapienza di Roma al Dipartimento di Studi Orientali, i due autori ne hanno selezionati più di 100. Le espressioni che gli autori hanno imparato e raccolto relazionandosi con i cinesi, nelle strade delle città e nelle piazze virtuali sono divisi in cinque categorie:

  • quotidiano;
  • insulti;
  • sesso;
  • millennials;
  • affari

Professionisti, studenti, semplici curiosi sono i destinatari del volume edito da Orientalia: “In inglese ci sono delle risorse disponibili, ma in italiano mancano”, spiega Antonio, con una lunga esperienza di vita in Asia e quattro anni di studio e lavoro trascorsi a Pechino, autore insieme a Jacopo che vive in Cina da 10 anni.

Cinese da strada: modi di dire che raccontano la cultura

Si tratta di una raccolta di parole di strada, di quelle espressioni che nascono dalla vita quotidiana, che oggi entrano nel linguaggio comune grazie ai social network, nelle chat, nelle conversazioni virtuali e che neanche la censura riesce a frenare, anzi.Il controllo della rete, da certi punti di vista, “alza la posta” della creatività: “Il modo in cui si diffondono è unico perché deve sottostare regole uniche”, spiega l’autore. “È chiaro che gli utenti utilizzano determinate espressioni in determinati contesti nei limiti del possibile e comunque cercando di evitare di incorrere nella censura. Per questo la lingua online è caratterizzata da tantissimi modi di dire che sono un po’ criptici, in codice”.Antonio Magistrale e Jacopo Bettinelli accompagnano i lettori alla scoperta della cultura contemporanea cinese partendo dalle parole.Ad ogni espressione corrisponde una traduzione e una spiegazione calata nella cultura di riferimento con il percorso che l’ha portata nella lingua comune.Ogni voce di questo vocabolario particolare è la fotografia di una lingua viva e in evoluzione. Ma spesso inaccessibile dall’esterno. E Cinese Da strada ha l’ambizione di essere un piccolo passpartout.

Cinese da strada: un assaggio dei modi di dire

Rosy D’Elia(4 marzo 2020)

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