Davide Cadelano: “La mia voce per i migranti in mare”

“Ognuno di noi ha una precisa responsabilità verso gli altri, verso la comunità. L’emergenza drammatica del coronavirus ce lo sta dimostrando, ci sta dicendo che l’unione e la condivisione di obiettivi comuni sono valori fondamentali”. Davide Cadelano, cantautore di Torre Grande, in provincia di Oristano, racconta come nascono le sue canzoni e spiega perché, nella sua visione, la musica può cambiare in meglio il futuro di tutti.

“Prendimi l’anima”: un viaggio cantato da chi fugge

Sento la voce di mio padre mentre sono in balìa del mare, mentre sono in balìa del mare…”

https://www.youtube.com/watch?v=qdH2-ALkJeI&list=RDMMqdH2-ALkJeI&start_radio=1Scrive le sue canzoni “con un metodo antico”, che è quello dell’ispirazione: “non so mai cosa scriverò e quando lo scriverò. Però mi capita di provare una sensazione strana: qualche giorno prima di scrivere, riconosco qualcosa, sento che quella canzone sta arrivando”. Davide, oggi cantautore e insegnante di musica, è cresciuto scrivendo e suonando. “Sono un cantautore indipendente, ma non nel senso di indie: sono indipendente perché ho sempre lavorato senza nessuna etichetta alle spalle. Dopo tanti anni di gavetta in diverse band, sacrifici, e due dischi autoprodotti, finalmente un’etichetta toscana, la RadiciMusic Record, produrrà il mio prossimo disco che uscirà entro la fine dell’anno”.La musica per Davide è uno dei mezzi più potenti per trainare verso il futuro, il cambiamento, verso la costruzione di una società più rispettosa di ogni essere umano. “Ci sono tematiche che mi colpiscono, e quando voglio parlarne decido di allontanarmi da me per dare voce agli altri, per provare ad entrare nei loro panni e farci entrare anche chi mi ascolta”. Da qui è nata “Prendimi l’anima”, che racconta di un viaggio in balìa delle onde, un viaggio cantato da chi sta fuggendo.

Davide Cadelano
Davide Cadelano – Medusa Photography
Il video, realizzato da Paola Lai, arriva chiaro e forte: “non volevamo utilizzare immagini già viste o già mostrate dai media”, spiega il cantautore. E forse, è proprio l’irrealtà del dramma fatto di carta, così diverso dalle immagini mediatiche, spesso abusate, che dà al video la capacità di parlare una lingua universale. “Questo pezzo nasce per reagire all’indifferenza rispetto a un tema, quello delle migrazioni, che spesso pensiamo non ci riguardi, ma che invece ci riguarda molto da vicino“.

La musica e la parola per dare peso alle nostre azioni

In un mondo iperconnesso in cui la comunicazione è sempre più immediata, e l’arte, la musica, la fotografia e la scrittura sembrano essere alla portata di tutti, paradossalmente si assiste a una perdita di contenuti, le parole le idee sembrano aver perso peso: “Con la tecnologia, pensiamo di essere in grado di fare tutto. Un esempio è il mercato musicale italiano: da una parte c’è l’indie, che negli anni ha cambiato volto, ormai è uno stile musicale standard. Dall’altra parte ci sono i talent, e la musica sponsorizzata. E in mezzo c’è un mondo musicale sommerso che prova a farsi spazio”.

Davide Cadelano
Davide Cadelano – Medusa Photography
“La nostalgia per il cantautorato impegnato degli anni ’70, quello con cui io stesso sono cresciuto, quello che è stato parte integrante dei movimenti sociali di quegli anni, oggi è inutile, i tempi sono cambiati non serve stare qui a rimpiangerlo”. Cambiano i tempi e la comunicazione si deve adattare: “la musica può portare messaggi, può far immedesimare le persone nelle storie. Io credo ancora nella possibilità di farlo”, dice Davide, ammiratore della scena musicale romana, con in tasca il sogno di collaborare con Niccolò Fabi.Cambiare linguaggio, costruire una comunicazione diversa, fare immedesimare le persone, mostrare il bello e le opportunità: è quello che la musica può fare, come nel ritornello di Max Gazzè. E per fortuna, c’è chi, come Davide, ci crede ancora.

Elisabetta Rossi(03 aprile 2020)

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