Il 25 maggio 2020 a Minneapolis in Minnesota si è consumato l’omicidio di George Floyd ad opera di quattro agenti di polizia tuttora impuniti. Le manifestazioni del movimento Black Lives Matter hanno coinvolto non soltanto gli Stati Uniti, ma tutto il mondo. In Italia sono iniziate il 6 giugno. L’appuntamento a Roma è stato il 7, alle 11 a piazza del Popolo. La piazza è stata per tre ore animata dal desiderio di giustizia, di sostenere e promuovere la cultura, il benessere e il rispetto nei confronti della comunità nera e di tutte le minoranze etniche nel nostro paese.
Si inizia a parlare in termini scomodi – privilegio bianco, brutalità della polizia. Una visione del razzismo complicata e lontana dalla visione semplice e colorblind, per cui basta non fare caso alle differenze etniche e culturali per risolvere la questione. Allo stesso tempo
si rimane uniti, scambiandosi solidarietà e supporto per una causa che dà beneficio a tutti.
Ci si inginocchia per otto minuti e quarantanove secondi, il tempo in cui è durata l’agonia di George Floyd, e si proclama tutti assieme che le vite nere contano. Tutto quanto naturalmente nel pieno rispetto della distanza sociale. Sul pavimento di Piazza del Popolo sono state tracciate delle croci con il nastro adesivo, indicando i punti dove posizionarsi per rispettare la distanza di sicurezza ed evitare gli assembramenti.
Non mancano le menzioni dei problemi relativi all’Italia, in cui il razzismo è altrettanto prevalente e si manifesta in maniere non meno ingiuste e insidiose.
La causa che viene sostenuta è quella dello Ius Soli, che implica la cittadinanza italiana di diritto a chi nasce in Italia da genitori stranieri, ma regolarmente residenti.
Una causa che bisogna continuare a promuovere, la legge, approvata alla Camera nel 2015, fu bloccato al Senato il 23 dicembre 2017.
Foto e testo di Maria Flaminia Zacchilli(7 giugno 2020)
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