I Conflitti caratterizzano anche One Night in Miami di Regina King presentato Fuori concorso. Il film racconta la notte quando un giovane pugile, Cassius Clay, diventa con sorpresa di tutti campione dei pesi massimi. La folla festeggia a Miami Beach, ma il campione nero non può restare sull’isola per le leggi sulla segregazione razziale. E così Clay, trascorre la nottata in un quartiere nero a festeggiare con tre amici: l’attivista Malcom X, il campione di football americano Jim Brown e il cantante Sam Cooke. Mentre di conflitto amoroso si tratta nei trenta minuti presentati Fuori concorso di The Human voice di Pedro Almodovar, adattamento da Jean Cocteau, con una disperata, abbandonata Tilda Swinton.

Registe e conflitti alla 35 Settimana Internazionale della critica
Sono sette le opere prime in concorso selezionate dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della 77 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Di vera e propria guerra, quella del Donbass, parla Bad Roads della regista ucraina Natalya Vorozhbyt, primo film presentato in concorso alla Settimana della critica, dove episodi e storie che sembrerebbero slegati, finiscono per incrociarsi sotto la direzione della Vorozhbyt. La regista ha ideato serie televisive di successo e a partire dal 2014 ha messo in scena diversi spettacoli a Londra: “una cineasta dalla voce potente e originale, nel segno di una scrittura matura e ricca di potenzialità”.
Ghosts di Azra Deniz Okyay racconta quattro storie di conflitti e droga in una Istanbul contemporanea vista attraverso la telecamera della regista turca, formata a Parigi e con alle spalle una decennale esperienza di video pubblicitari e opere di video arte.

Conflitti anche per Alessandro Gassmann che è un medico di origine ebraica protagonista del film Non odiare di Mauro Mancini. Chirurgo di fama viene preso dai sensi di colpa per non aver soccorso un uomo, vittima di un incidente, dopo essersi accorto che il ferito ha un simbolo nazista tatuato sul corpo.
Nasce in Armenia ma approda in Lituania Marat Sargsyan che nel suo The flood won’t come narra di una guerra in un imprecisato paese del mondo e di un colonnello che ne ha vissute e perfino scatenate tante, ma che ora è stanco e vorrebbe fare altro.
Conflitti generazionali e tra popoli alle 17 Giornate degli autori
Undici i film selezionati per la 17 edizione delle Giornate degli autori promosse dalle associazioni di registi e autori sulla falsariga della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes
Conflitti generazionali tra la giovane Selma e la sua famiglia berbera borghese dove sopravvivono regole patriarcali in Cigare au miel opera prima di Kamir Aïnouz che inaugura le Giornate degli autori. Kamir Aïnouz è sorella del regista Karim Aïnouz, entrambi figli di una famiglia di padre algerino e madre brasiliana.

Il conflitto israelo palestinese entra nella famiglia di Mustafa, protagonista di 200 metri,opera prima del regista palestinese Ameen Nayfeh. Il protagonista è Ali Suliman attore di origini arabo-israeliane conosciuto per Paradise Now, di Hany Abu-Assad, premiato nel 2005 come miglior film straniero. Duecento metri separano i paesi di Mustafa e sua moglie ma c’è anche il muro costruito dagli israeliani a dividerli. La famiglia sopravvive a questa condizione finché uno dei loro figli ha un incidente e Mustafà fa di tutto pur di poterlo raggiungere.
Mentre il conflitto tra Russi e Ceceni fa da sfondo a Conference di Ivan I. Tverdovskiy che racconta di Natalia una suora che torna a Mosca fra gli organizzatori della commemorazione delle vittime dell’attacco del 2002 al Teatro Dubrovka quando un gruppo di separatisti ceceni sequestrò oltre ottocento ostaggi. Il sequestro finì tragicamente dopo tre giorni in seguito all’immissione di gas nel sistema di ventilazione da parte delle forze speciali russe, morirono 130 persone e 39 terroristi. Un evento la cui intera dinamica, analogamente alla storia di Natalia, non è completamente chiara.
Rocco Ricciardelli
(28 agosto 2020)
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