Comunità ortodossa romena in Italia: spazi condivisi per il dialogo

comunità ortodossa romena
Foto Pixabay

Quella romena è la prima comunità ortodossa in Italia, con 963 000 fedeli secondo i dati ISMU aggiornati al 1° gennaio 2020. Composta da 280 parrocchie, 4 monasteri, 2 eremi, 5 cappelle diocesane e 3 centri pastorali missionari, la Diocesi Ortodossa Romena d’Italia rappresenta un fattore di appartenenza culturale molto importante per la nutrita comunità rumena in Italia.


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La storia della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia è piuttosto recente. Ha infatti inizio tra il 2007 e il 2008 con l’elezione del primo vescovo della Diocesi Romena d’Italia Sua Eccellenza PS Siluan e l’istituzione di una sede centrale a Roma, in via Ardeatina 1741.
Nel 2011 ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dello Stato Italiano, mentre è ancora in corso il procedimento per la stipula di procedimenti giuridici d’Intesa.
L’importanza del dialogo interconfessionale tra cristiani cattolici e ortodossi è stata ribadita durante l’incontro ecumenico di preghiera “Nessuno si salva da solo”, promosso in Campidoglio dalla Comunità di Sant’Egidio nel pomeriggio del 20 ottobre, alla presenza di Papa Francesco, del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e di altre autorità religiose.

Tre chiese cattoliche per tre comunità ortodosse

La comunità ortodossa romena in Umbria, insieme alla comunità ortodossa russa e a quella greca, è stata oggetto di una pratica di condivisione degli spazi religiosi promossa già da diversi anni dal Centro Ecumenico di Perugia “San Martino”, di cui si è discusso lo scorso 16 ottobre in un webinar realizzato da Bridge, il progetto dell’UE e del Ministero dell’interno per promuovere il dialogo interreligioso in Italia. Bridge, dialogo interreligioso
“La comunità cattolica di Perugia qualche anno fa si è trovata ad affrontare due impellenze: la dismissione di molte parrocchie e la mancanza di spazi di culto per la nutrita comunità ortodossa presente nel territorio” spiega Annarita Caponera, presidente del Centro ecumenico perugino “Abbiamo pensato così di concedere in comodato d’uso alla comunità ortodossa spazi di chiese dismesse, partendo inizialmente da una sola basilica che raccogliesse tutti gli ortodossi del territorio e arrivando a ben 3 parrocchie affidate rispettivamente alla chiesa ortodossa russa, a quella greca e a quella romena. Ci è sembrato un modo molto concreto e allo stesso tempo simbolico per affrontare il tema del dialogo tra le diverse confessioni della fede cristiana”.

La comunità ortodossa romena a Perugia

Un perfetto esempio della riuscita del progetto è costituito dall’ex chiesa di San Fiorenzo a Perugia, oggi basilica di San Fiorenzo e San Sava. “Quando le diverse comunità, o chiese, sono in dialogo possono condividere anche gli spazi, o basiliche, senza che si crei attrito”, sostiene il Pastore Petru Heisu della comunità ortodossa rumena perugina. “Oggi il dialogo tra cattolici e ortodossi è a un punto importante, impensabile fino a 40 anni fa, favorito anche dall’attuale Pontefice. Noi ortodossi rumeni, in particolare, abbiamo sperimentato un rapporto amichevole con i sacerdoti cattolici fin dalla nascita delle prime comunità. Per molti rumeni della diaspora avere un luogo di culto è una questione importantissima: la basilica diventa più di una casa, anzi diventa proprio un ponte tra la vita in Italia e la vita in Romania. Per questo, pur non essendo una comunità ricca, non mancano mai le offerte per mantenere al meglio i nostri luoghi di culto.”

Silvia Proietti
(20 ottobre 2020)

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