Casa della poesia: una famiglia di poeti aperta a tutti

Jack Hirshman durante un incontro Fonte: Facebook Casa della Poesia

A Casa della Poesia, a Baronissi in provincia di Salerno, la famiglia è composta da poeti: da 25 anni arrivano da diversi continenti e partono per far viaggiare versi di tutte le lingue in giro per l’Italia.

“Come ogni casa, si accoglie chiunque arrivi con cibo e parola”, sintetizza Sergio Iagulli,  fondatore del progetto insieme a Raffaella Marzano. E nella giornata internazionale della poesia, il 21 marzo, le sue porte non potevano rimanere chiuse. L’appuntamento prende vita, alle ore 20, sul blog Potlatch: in un salotto, virtuale per forza di cose, gli ospiti incontrano Jack Hirschman, Sotirios Pastakas, Maram al-Masri, Tahar Bekri e altri ancora. L’evento, poi, resta disponibile online anche per tutti i “ritardatari”.

L’idea di una comunità di persone costruita intorno ai versi arriva da Izet Sarajlić, storico, filosofo e poeta bosniaco, che ha ispirato il progetto: un luogo fisico, dove accogliere poeti e raccogliere libri, audio e video, e un cantiere perenne di eventi da organizzare nelle scuole, nei teatri, nelle biblioteche, nelle città italiane e all’estero.

Gli incontri nascono per dimostrare che la poesia è viva, ha una voce e un corpo. E  oggi l’impossibilità di portare gli autori, in carne ed ossa, davanti alle persone diventa un’opportunità per trovare altre strade di incontro e valorizzare l’immenso patrimonio di Casa della Poesia.

“Stiamo lavorando per trasferire in digitale l’archivio. Poi è in programma la realizzazione di una app per inviare ai lettori le poesie che selezioniamo e pubblichiamo ogni settimana sul nostro blog Potlatch e per rendere più accessibili il magma di materiali che abbiamo a disposizione”, spiega Sergio Iagulli. E infatti le porte di casa della poesia online sono aperte sempre, non solo nei giorni di festa, e ogni stanza custodisce parole preziose.

Qualche assaggio.

Afghanistan

[…]

Se il tuo paese è una caserma
Non un nido per le rondini
Se la tua casa è una caverna
Se la tua fonte è un’illusione
Se l’abito tuo è una coltre funebre
Se la morte è il tuo mausoleo
Se il tuo Corano è un turbante
Se la tua preghiera è una guerra
Se il tuo paradiso è un inferno
Se l’anima tua è un tetro carcere
Come puoi amare la primavera?

 

وليس عشّا للخطاطيف
إذا كانت عينك سرابا
إذا كان لباسك كفنا
وكان الموت لك ضريحا
إذا كان قرآنك عمامة
و كانت صلاتك حربا
إذا كانت جنّتك نارا
و كانت روحك سجّانك عذابا
كيف يمكنك أن تحبّ الربيع ؟

Tahar Bekri- Traduzione Florence Michelin Granier


The happiness

C’è una felicità, una gioia
nell’anima che è stata
sepolta viva in ciascuno di noi
e dimenticata.

Non si tratta di uno scherzo da bar
né di tenero, intimo umorismo
né di amicizia affettuosa
né un grande, brillante gioco di parole.

Sono i superstiti sopravvissuti
a ciò che accadde quando la felicità
fu sepolta viva, quando essa
non guardò più

dagli occhi di oggi, e non si
manifesta neanche quando
uno di noi muore – semplicemente ci allontaniamo
da tutto, soli

con quello che resta di noi,
continuando ad essere esseri umani
senza essere umani,
senza quella felicità.

 

There’s a happiness, a joy
in the soul that’s been
buried alive in everyone
and forgotten.

It isn’t your bar-room joke
or tender, intimate humor
or affections of friendliness
or a big, bright pun.

They’re the surviving survivors
of what happened when happiness
was buried alive, when
it no longer looked out

of today’s eyes, and doesn’t
even manifest when one
of us dies – we just walk away
from everything, alone

with what’s left of us,
going on being human beings
without being human,
without that happiness.

Jack Hirshman – Traduzione di Raffaella Marzano


Ciliegia rossa su piastrelle bianche
Estratto 6

Ho visto le tracce
dei passi,
punti neri
che vanno e vengono.
La neve bianca
cosiddetta
pura,
ha tradito
gli uccelli, i gatti
ed i fantasmi dei miei pensieri,
prima che sorga il pigro sole,
per cancellare
tutto.

Miriam al-Masri, Traduzione di François-Michel Durazzo


 

*
Il dolore comincia quando scordiamo
la ferita. Il foro d’uscita del proiettile
non c’è. Quello d’entrata è
guarito e si è rimarginato.

Il dolore resta chiuso dentro.
Non puoi localizzarlo
in organi, tessuti e cellule.
Nulla lo testimonia.

Diffuso e inafferrabile,
assomiglia alla gioia. Il dolore,
amore mio, si muta quando è
grande in gioia che travolge.

Solo chi ha molto amato,
può nuovamente amare.

 

 

Ο πόνος αρχίζει όταν ξεχνάμε
την πληγή. Έξοδος του βλήματος
δεν υπάρχει. Η είσοδός του έχει
ιαθεί και κλείσει.

Ο πόνος είναι κατάκλειστος.
Δεν μπορείς να τον εντοπίσεις
σε όργανα, σε ιστούς και κύτταρα.
Τίποτα δεν τον μαρτυρεί.

Διάχυτος κι ασύλληπτος,
σαν τη χαρά φαντάζει. Ο πόνος,
αγάπη μου, γίνεται όταν είναι
μεγάλος, χαρά που συναρπάζει.

Μόνον όποιος αγάπησε πολύ,
μπορεί να αγαπήσει πάλι.

Sotirios Pastakas


Fiori
una valle di fiori
fiori di neve
fiori stellati
fiori di ghiaccio alle finestre
fiori di vene sulle tue mani
fiori nel letto
dal profumo intenso
di ombre

rose nella bocca
con le spine
punture tremiti
cerco le tracce
salate del sangue
le tue le mie
con la saliva rimargino le ferite
sanguinanti del cuore
murate in un castello
saliva sangue e latte

davanti a occhi sgranati
sta sorgendo
l’aurora.

 

rože
dolina rož
snežene rože
zvezdnate rože
rože ledene na oknih
rože žil na tvojih rokah
rože v postelji
močno dišeče rože
senc

vrtnice v ustih
s trni
zbodljaji trzljaji
iščem slane
sledove krvi
tvoje moje
s slino izližem krvaveče
srčne rane zazidane
v grad
slina kri in mleko

pred široko odprtimi
očmi se rojeva
svit.

Barbara Korun – Traduzione di Jolka Milič


 

L’evento “Poeti dal mondo per Casa della Poesia” resta disponibile sul blog Potlatch anche dopo il 21 marzo.

Rosy D’Elia
(20 marzo 2021)

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