“A casa”, una graphic novel di viaggi, legami e (ri)nascite

Copertina della graphic novel di Sandrine Martin ispirata al lavoro di ricerca EU Borders Care, in libreria dal 24 giugno

Due storie di identità, relazioni familiari, maternità, viaggio, tenute insieme da una grande amicizia e dal fumo di sigaretta: Mona e Monika sono le giovani protagoniste di “A Casa”, la graphic novel dell’illustratrice francese Sandrine Martin disponibile in libreria a partire dal 24 giugno. Il volume, a cura di Tunuè Edizioni, è stato ispirato dal lavoro di ricerca EU Border Care condotto da un’equipe di ricercatrici, coordinato dall’antropologa Vanessa Grotti, che nel 2016 ha viaggiato attraverso i paesi del Mediterraneo per conoscere le condizioni delle donne in stato di gravidanza durante il percorso di migrazione.

“A casa”: identità, famiglia e viaggio, il legame tra Mona e Monika

Mona è una rifugiata siriana, ha un compagno ed è una sognatrice incallita. Monika è greca, ha un marito e una figlia e lavora come ostetrica in un centro di accoglienza. È proprio qui che le due si incontrano, quando l’una scopre di essere incinta grazie al lavoro dell’altra. Sin dal primo incontro c’è dell’empatia, la stessa che le legherà in una profonda e sincera amicizia, fondamentale durante tutto il corso della gravidanza della giovane siriana. Tema ricorrente è il viaggio, presente nelle storie di entrambe ma laddove Mona vorrebbe partire Monika vorrebbe restare…

Immagine tratta dalla graphic novel “A Casa”, a cura della casa editrice Tunuè

“A Casa” è una storia che racchiude le esperienze comuni a molte donne migranti incinte, spesso impossibilitate a ricevere cure mediche adeguate se non grazie ai volontari attivi nei maggiori punti di snodo dei flussi. In particolare, tutto il racconto trae ispirazione dalle testimonianze raccolte nel corso della ricerca, quelle delle migranti ma anche dei medici, dei volontari e delle istituzioni locali. Infatti, uno degli obiettivi di EU Borders Care è stato osservare e mappare i servizi di assistenza alle donne nelle zone di confine della rotta Mediterranea.

Dalla ricerca alla graphic novel: il progetto EU Borders Care

EU Borders Care è un progetto di ricerca quinquennale finanziato dall’European Research Council e condotto da un gruppo di antropologhe tutto al femminile. Principali punto di interesse è quello della maternità tra le donne migranti, ma anche il tipo di assistenza ad esse fornito lungo tutto il percorso di migrazione e della gravidanza. “Fin dall’inizio il progetto è stato pensato come esperienza sul campo per un periodo di ricerca dai dodici ai quattordici mesi presso confini europei specifici” racconta Vanessa Grotti, antropologa sociale dell’Università di Bologna e coordinatrice del team. “L’obiettivo principale era quello di capire la realtà delle zone più periferiche d’Europa, al centro dell’attuale attenzione mediatica. Il progetto ha preso il via ufficialmente nel 2016”.

La ricerca antropologica era già stata immaginata con un arricchimento grafico, infatti le prime fasi sono state supportate dal lavoro di una fotografa. Ma con il fumetto, la cui realizzazione è stata possibile grazie al bando europeo e che era già stato in parte sviluppato in formato webcomic online, l’intero progetto ha raggiunto la giusta forma narrativa. “Con il fumetto” ha aggiunto Grotti “si può andare oltre, si può ricreare il contatto intimo e umano della storia. Inoltre, rispetta il vincolo dell’anonimato delle persone vulnerabili coinvolte nelle interviste”.

Immagine tratta dalla webcomic online, dalla penna di Sandrine Martin

L’incontro con Sandrine Martin è stato decisivo: l’illustratrice ha accompagnato per una settimana la ricercatrice Cynthia Malakasis in alcune fasi degli incontri nei consultori e nei centri di accoglienza e, armata di soli fogli e matita, “si è messa in un angolino e ha iniziato a disegnare”. L’artista ha avuto molta libertà nella scelta del focus da sviluppare nel fumetto, arrivando ad individuare come quello definitivo la storia delle donne siriane incinte in Grecia . “Abbiamo fatto molti incontri con Sandrine, ha avuto accesso a tutti i dati relativi alla ricerca e alle interviste. Noi ci occupiamo di ricerche etnografiche simmetriche e lei è riuscita a sviluppare sia il punto di vista delle donne greche che di quelle siriane”, aggiunge per spiegare come si è articolato il lavoro di collaborazione tra due ambiti diversi.

EU Borders Care, le donne migranti in gravidanza

Delle condizioni delle migranti in stato di gravidanza si parla sempre meno, i numeri sono incerti e difficili da recuperare. “Il fenomeno della tratta è molto studiato, quello delle donne incinte no. Quando abbiamo iniziato a richiedere le autorizzazioni per le ricerche abbiamo però riscontrato un forte interesse da parte di molte persone”. All’opposto, si parla sempre più e male del perché siano in stato di gravidanza. È ormai convinzione diffusa, infatti, che la gravidanza sia una sorta di stratagemma per assicurarsi delle cure riservate alle donne vulnerabili. “Il punto è capire che alcune donne restano incinte in circostanze drammatiche”. Inoltre, sembra prassi diffusa come al termine della gravidanza si opta sempre più per un parto cesareo invece di quello vaginale perché “le donne migranti senza documento e senza un fascicolo sanitario completo sono considerate persone vulnerabili e la tendenza è medicalizzare per velocizzarne il parto”.

L’importanza del progetto EU Borders Care e della graphic novel sono evidenti, e laddove le parole dovessero risultare di difficile lettura i colori pastello e la delicatezza dei disegni riusciranno a trasmettere tutti i valori della ricerca.

Giada Stallone
(22 giugno 2021)

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