“Un Paese per tutti” è il titolo dell’incontro tra cittadini, associazioni e istituzioni organizzato alle ore 17 al Parco Nemorense per venerdì 11 giugno 2021. Ma è anche un modo per affermare una realtà che, invece, è ben diversa: un Paese per tutti riconosce lo ius soli, la cittadinanza anche a chi ha genitori stranieri, e pari diritti a tutti i bambini e le bambine. E ancora oggi è un’utopia.
“Il nome che abbiamo voluto dare all’evento non è una provocazione, ma è un invito alla riflessione per chi ha la fortuna di godere di altra realtà”, spiega Gustavo Imbellone. Altre rispetto a quelle che l’associazione A Roma Insieme – Leda Colombini vive da vicino: le condizioni delle mamme trattenute in carcere con le loro figlie e i loro figli fino ai 3 anni. Altre rispetto a quelle che l’Associazione Articolo 3 tocca con mano nelle attività di assistenza, fiscale e non solo, per “tutti i più deboli: gli anziani, i bambini, gli stranieri”, spiega il presidente Paolo Ruzzini.
Ius soli e diritti dei bambini: i pilastri di “Un Paese per tutti”
L’evento, promosso dalle due organizzazioni, nasce dalla consapevolezza che per avere un Paese per tutti “c’è ancora molta strada da fare“, ma che si può partire proprio dai fatti, dai dati, dalle storie. “Vogliamo invitare alla riflessione la famiglia ben pensante, la famiglia pensosa, le istituzioni. Ci vuole apertura, verità, coraggio”. L’obiettivo finale è portare i diritti dei bambini, di cittadinanza e di libertà, proprio all’attenzione dei cittadini che sono meno consapevoli, semplicemente per distanza di esperienza.
L’Italia da costruire “guarda tutti allo stesso modo”, dice in sintesi Paolo Ruzzini che con la sua associazione si fa promotore di un principio fondamentale della nostra Costituzione.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Riconosce come cittadini anche i bambini e le bambine nate da figli di immigrati, garantisce ai più piccoli indistintamente “una crescita sana ed equilibrata, uno sviluppo psicologico adeguato, la felicità e la serenità”, aggiunge Gustavo Imbellone. Assicura i diritti fondamentali dell’infanzia, che per molti restano ancora un traguardo da raggiungere.
É il caso di chi nasce già straniero e ha davanti a sé un percorso più lungo, più articolato e più complesso per ogni cosa. Ma è anche il caso di chi sconta la pena insieme alla madre.
“Noi partiamo dall’idea che chi sbaglia paga”, mette in chiaro l’associazione A Roma Insieme – Leda Colombini. “Ma abbiamo anche la certezza del fatto che bisogna tendere alla rieducazione e che è necessario valutare come prioritari gli interessi dei bambini”.
C’è un equilibrio delicato da raggiungere tra la libertà che gli spetta e le cure materne di cui hanno comunque bisogno: “quando ritornano a Rebibbia dopo una giornata al mare o al parco, giornate che promuoviamo con l’associazione, sgranano gli occhi sul cancello di Rebibbia ma poi si calmano all’idea di ricongiungersi con le madri”.
Cambiare le norme per costruire un Paese per tutti
“Oggi per fortuna i numeri sono diminuiti parecchio, secondo le cifre fornite dal Dipartimento di Amministrazione penitenziaria le mamme detenute con i loro bambini sono attualmente 20-22, al nido di Rebibbia ce ne sono 2 con tre figli, fino a tre anni fa erano quasi il doppio: oggi si prediligono i domiciliari”
Un buon compromesso potrebbero essere le case famiglia protette. “In Parlamento si stanno studiando diversi disegni di legge e sono fiducioso”, dice Gustavo.
“D’altronde riconoscimento giuridico e riconoscimento culturale dei diritti si integrano ed entrano in un rapporto dialettico. Il ragionamento deriva da Hegel ma viene confermato da 10 anni di esperienza nel sociale come volontario”, sottolinea. I due fronti si autoalimentano e hanno bisogno entrambi della spinta dell’altro. Ma per Paolo Ruzzini non c’è dubbio su quale debba essere il punto di partenza: è necessario agire sulle norme.
Rosy D’Elia
(9 giugno 2020)
L’appuntamento con l’evento Un Paese per tutti organizzato dalle associazioni Articolo 3 – diritti sociali, civili e di volontariato e A Roma Insieme – Leda Colombini è per venerdì 11 giugno 2021 alle ore 17 al Caffé Nemorense di Roma.
Interverranno:
- Francesca Del Bello, presidente Municipio II;
- Caterina Boca, Presidente Commissione Affari Sociali Municipio Roma II;
- Giovanna Longo, Presidente A Roma Insieme – Leda Colombini;
- Stefano Galieni, Giornalista di Left – Associazione Diritti e Frontiere;
- Andrea Costa, Associazione Baobab.
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