Ius soli e immigrazione: orientamenti e azioni dei Municipi a Roma

Con questo primo articolo cominciamo a fare una mappatura degli orientamenti e delle azioni dei 15 Municipi di Roma relativamente al tema dell’immigrazione nei rispettivi territori.
Partiamo da Roma centro, Municipi I e II, passiamo a Roma Sud, Municipi V, VII e VIII. L’appuntamento continuerà la settimana prossima con le voci degli altri Presidenti dei Municipi che ci hanno risposto in questi giorni.
Mancano all’appello solo pochi Municipi, prevalentemente quelli della zona Nord Ovest della città che al momento non hanno risposto alle nostre domande.
Il passo successivo sarà un focus sulle buone pratiche nei diversi campi della vita sociale e culturale dei territori.

Queste le domande rivolte ai Presidenti dei 15 Municipi di Roma:
1. Ius soli: qual è la sua opinione al riguardo? Considera il tema immigrazione un indicatore significativo per una politica di sviluppo sostenibile e solidale?
2. Quali sono le problematiche attuali legate all’immigrazione nel suo territorio? Come pensa di risolverle?
3. Il suo Municipio fa rete con altri Municipi e/o associazioni per affrontare le problematiche che riguardano l’immigrazione?

I MUNICIPIO – PRESIDENTE SABRINA ALFONSI (PD)

 

Ius soli e immigrazione

“Sono molto felice che ci sia l’intenzione di mettere nell’agenda politica lo Ius soli. Si tratta non tanto di una questione identitaria di uno schieramento progressista, bensì di un tema forte da mantenere costante nell’azione di governo. Bene quindi che se riparli in un’ottica che inquadri l’immigrazione all’interno di una più generale politica inclusiva, superando così quella visione riduttiva che la considera solo come problema da risolvere e non vede nell’immigrato una risorsa per la collettività. Questa è l’idea che guida le diverse azioni che nel I Municipio abbiamo messo in campo, dividendo il tema immigrazione in due campi: da una parte l’integrazione degli stranieri già inseriti nel tessuto lavorativo e sociale, che sono parte della nostra vita; dall’altra gli immigrati irregolari e richiedenti asilo”.

Problematiche e azioni concrete

“Il I Municipio non si limita a organizzare iniziative spot, ma realizza tante azioni concrete per l’integrazione finanziando progetti mirati”.

  • Scuola – “Un esempio riuscito di integrazione è la scuola Di Donato, dove c’è una cittadinanza mista: a partecipare alla gestione della scuola ci sono genitori e responsabili di diverse nazionalità, costituitisi in Associazione dei genitori, che cooperano nel reciproco riconoscimento delle diversità culturali. Questo è un modello non solo per la scuola.
    In altre scuole, si stipulano patti di collaborazione con i genitori, si realizzano laboratori ed eventi interculturali, che sosteniamo, come la festa dell’intercultura nella scuola Cairoli in via Andrea Doria, in cui le famiglie hanno portato il loro cibo e fatto conoscere le loro tradizioni”.
  • Centri interculturali – “Con un bando del Municipio abbiamo attivato 3 centri culturali: Chicco di riso, in Prati; Intercultura al Centro, al Celio; Amistad, in Trastevere. Questi centri, aperti a tutti i residenti, offrono servizi, laboratori, attività varie, ma l’aspetto più innovativo è che vi si fanno attività di formazione.
    Tante sono le attività per i giovani italiani e stranieri organizzate in co-progettazione con MaTeMù, il Centro giovani e scuola d’arte gestito dal Cies”.
  • Accoglienza – “Con il progetto ‘Accogliamoli a casa nostra‘, del 2019, insieme alla Comunità di Sant’Egidio abbiamo fatto un appello ai cittadini – raccolto da molti – perché aprissero le loro case per ospitare i migranti. Siamo dell’idea che vada incentivato il sistema dell’accoglienza diffusa, più funzionale all’integrazione.
    A partire dall’emergenza freddo sono state create strutture per accogliere i senza fissa dimora, tra cui immigrati. Ma andiamo oltre l’emergenza cercando di capire chi è la persona ospite e quali esigenze ha, per poter delineare percorsi di vita”.
  • Lavoro – “Oltre ai servizi di orientamento al lavoro, cerchiamo di creare occasioni concrete di lavoro. Per esempio, per far fronte all’emergenza Covid e in collaborazione con don Bruscella della Chiesa Nuova, abbiamo dato delle borse lavoro, in protocollo col Vaticano, ai senza tetto che dormivano sui gradini della chiesa, per la pulizia e sistemazione dei giardini delle piazze Cairoli, Belli e Trilussa.
    Analogamente, nell’ambito del Patto di Comunità e in protocollo con Retake, la Parrocchia di San Martino ai Monti e altri soggetti, abbiamo dato lavoro a giovani immigrati per la manutenzione del parco di Colle Oppio e del servizio docce della parrocchia.
    Tanti, però, restano i problemi da risolvere, soprattutto per i richiedenti asilo, ma le competenze del Municipio da sole possono fare poco, serve l’Ente Locale”.

Fare rete con Terzo settore e Istituzioni locali

“Abbiamo una grande rete con tante associazioni e cooperative, con cui realizziamo la maggior parte delle azioni descritte. Alla fine del 2020 abbiamo stipulato un Patto di Comunità: con 110 associazioni ci proponiamo di costruire una rete territoriale stabile con tutti gli attori disponibili, non solo chi è impegnato nel sociale in senso stretto ma chiunque intenda mettere a disposizione della comunità competenze e progettualità, scambiandosi informazioni e sostegno.
Nel Centro Servizio Volontariato di via Liberiana abbiamo messo uno spazio a disposizione di tutte le associazioni che intendano organizzare iniziative e incontri”.

II MUNICIPIO – PRESIDENTE FRANCESCA DEL BELLO (PD)

 

Ius soli e immigrazione

“Nel novembre 2018 avevamo in programma un’iniziativa sul tema dell’inclusione in cui avrebbe partecipato anche Mimmo Lucano. Purtroppo è saltata. Per quell’occasione mi ricordo che preparai un intervento molto critico sulla questione del naufragio della proposta di legge sullo Ius soli. Credo che sia di primaria importanza riconoscere questo diritto fondamentale a bambini e ragazzi che frequentano le scuole del nostro territorio e che dai loro stessi coetanei vengono percepiti come italiani a tutti gli effetti.

Si tratta di una questione di giustizia e un tema che va risolto, soprattutto dopo la pandemia che ha ampliato le condizioni di difficoltà per tutti, difficoltà che si risolvono solo ampliando diritti e non restringendoli. Il tema dello Ius soli va affrontato senza tener conto di ragioni di opportunità politica, soprattutto senza paura che possa essere usata contro di noi. Io mi sono piacevolmente stupita della dichiarazione di Letta, perché era una cosa che non era stata neanche più nominata dai rappresentanti del mio partito.

È chiaro che ci sono state anche altre priorità nell’ultimo anno, questioni complesse che hanno richiesto uno sforzo notevole. Ma riproporre questo tema non è soltanto una questione di umanità, è una questione fondamentale di giustizia. Al momento il nostro paese è ingiusto e non è al passo con i tempi. Riprenderla non può che farci bene. Noi abbiamo fatto anche un’iniziativa prima della pandemia, il 20 novembre 2018 in occasione della Giornata dei diritti dei bambini, intitolata “A matita siamo tutti uguali”. Si è trattato di un’iniziativa simbolica perché il Municipio, purtroppo, non ha molto campo libero su questo tema. Abbiamo conferito la cittadinanza onoraria ai bambini e ragazzi nati da genitori stranieri che frequentano le scuole del nostro Municipio. In quella iniziativa abbiamo provato a spiegare loro che il nostro paese, purtroppo, a volte è anche ingiusto”.

Problematiche e azioni concrete

  • Scuola – “Fortunatamente le scuole italiane funzionano nel complesso bene. Grazie alla nostra Costituzione non si fa differenza di nazionalità per quanto riguarda l’accesso al diritto all’istruzione. Abbiamo avuto però anche dei problemi in merito all’accoglienza in corso d’anno degli alunni stranieri, con alcuni episodi di scuole che si sono rifiutate in un primo momento di accoglierli. Come Ente pubblico abbiamo fatto tutte le forzature affinché venissero accolti: se si chiama scuola dell’obbligo le scuole sono obbligate ad accogliere gli alunni. In molti casi abbiamo dovuto lavorare anche con le famiglie di questi alunni, che spesso non aiutano i loro figli nella frequentazione scolastica. In questo campo molto lavoro è stato fatto dalle scuole, ma soprattutto dalle associazioni del terzo settore, come Piuculture, che sono uno strumento fondamentale per favorire l’inclusione. Conoscere la lingua è infatti il primo strumento per superare gli ostacoli legati all’integrazione. Durante la pandemia abbiamo portato personalmente ad alcuni bambini che frequentano le scuole del Municipio ma non vi risiedono i dispositivi per seguire la DAD. Fortunatamente abbiamo un ufficio dei servizi sociali molto attento a far sì che non si verifichino fenomeni di dispersione scolastica e non accoglimento dei bambini nelle scuole”.
  • Lavoro e Accoglienza – “Gli stranieri adulti che vivono nei nostri territori svolgono per lo più attività di welfare (colf, badanti, baby sitter). Nell’agosto 2019 c’è stato l’incendio al Foro Italico ed è venuta alla luce questo “piccolo quartiere” di filippini che vivevano in alcune baracche lungo via Foce dell’Aniene, che si sono ritrovati improvvisamente senza casa. Abbiamo cercato di aiutarli dando loro prima una sistemazione temporanea, poi un’abitazione provvisoria e poi finalmente un alloggio, una casa vera. L’ultima l’abbiamo consegnata un paio di mesi fa. Abbiamo gestito la situazione dall’8 agosto ospitandoli dapprima presso il Centro Anziani del Villaggio Olimpico, poi dando loro una sistemazione temporanea presso l’immobile che abbiamo noi come Municipio in via Aldrovandi numero 12, il vecchio Ufficio per i Diritti degli Animali. Grazie alla collaborazione con l’ASP Asilo Savoia, vecchia IPAB, abbiamo recuperato 3 appartamenti non nel nostro municipio ma in zona EUR e finalmente vivono lì. Il tema del lavoro è un tema che già per le famiglie italiane è un problema, figuriamoci per le famiglie straniere. Abbiamo anche attività che svolgiamo con alcune iniziative che si occupano di assistenza legale e servizi sociali come ENGIM di San Lorenzo. Con loro stiamo partecipando a un bando promosso dal Ministero per le Politiche Sociali per dare assistenza alle famiglie più fragili, in buona parte dei casi famiglie di origine straniera”.
  • Servizi – “I servizi primari del Municipio – assistenza sociale, possibilità accedere ai buoni affitto, servizi per i minori – quando vengono erogati per famiglie straniere sono accompagnati da tutte quelle misure, Mediazione linguistica, Mediazione culturale, che gli consentono di usufruire al meglio di servizi che già esistono. Il servizio pubblico va garantito a tutti, ponendo un’attenzione particolare nei confronti di chi avrebbe più difficoltà ad accedervi autonomamente”.
  • Abitare – “Nel nostro territorio abbiamo tre occupazioni che interessano oltre 1000 persone: in Viale delle Province, Policlinico e Corso d’Italia. La maggior parte di loro sono stranieri. Noi abbiamo fatto, circa tre anni fa, un grande lavoro di censimento e di accompagnamento ai nostri servizi. Abbiamo risolto anche un problema molto serio di una delle occupanti che rischiava violenze da parte del marito. Si è trattato di un lavoro molto capillare, a volte svolto singolarmente, caso per caso. Per quanto riguarda le occupazioni, si tratta di due occupazioni di necessità in due stabili privati e uno pubblico (INPS, quello di Viale delle Province) che abbiamo cercato il più possibile di “migliorare”, risolvendo problemi di eventuali sgomberi. Mi riferisco allo sgombero, fortunatamente sventato, di via del Policlinico. Sono andata fisicamente io a fare il sopralluogo per assicurare le autorità (i vigili) che lo stabile non fosse pericolante. Però c’è un grande tema che riguarda la città di Roma in termini di accoglienza e purtroppo su questo campo il Municipio non può agire in autonomia rispetto alla politica del Comune, che se ne sta disinteressando. Abbiamo trovato anche una sistemazione ai nomadi del Foro Italico che ora si trovano nello stabile di via Aldrovandi, nella casa di un ex custode, in cui abbiamo ricollocato tre famiglie per un totale di sette persone. Per gli altri avevamo trovato una sistemazione a Ostia, che poi hanno rifiutato perché troppo distante. Con i nomadi si tratta di svolgere un lavoro diverso, che coinvolga in concreto le comunità, altrimenti le misure messe in campo rischiano di non funzionare per niente”.

Fare rete con Terzo settore e Istituzioni locali

“Il lavoro con il terzo settore è indispensabile, e fare rete con le molte realtà associative che lo compongono è fondamentale per risolvere molte criticità. Collaboriamo anche con altri Municipi. Mi correggo: più che collaborare, si tratta di esportare e copiare buone pratiche. Per esempio abbiamo copiato dal I Municipio il protocollo d’intesa con il CIR per promuovere il progetto “Aiutiamoli a casa nostra”, comunicando le disponibilità di appartamenti delle persone che volevano accogliere i rifugiati nelle loro case. Abbiamo esportato, invece, il modello di collaborazione con l’ASP nel Municipio di Ostia, grazie al ponte costituito da alcune associazioni che fanno attività di sostegno ai poveri in entrambi i territori. Quando ha saputo che come Municipio abbiamo risolto il problema dei nomadi del Foro Italico, la presidente Di Pillo mi ha cercata per chiedere informazioni sulle procedure. Si tratta di uno scambio informale di buone pratiche, che non passa per il Campidoglio ma che comunque porta i suoi frutti. Ci organizziamo come possiamo e ci aiutiamo a vicenda.

Io vorrei ringraziare il grande lavoro compiuto nella gestione delle criticità dall’assessora alle politiche sociali Carla Fermariello: in un’intervista in cui si parla di questi temi sarebbe veramente ingiusto non citare il suo lavoro. Devo citare anche Emanuele Gisci, vicepresidente del Municipio e assessore alla scuola, per tutto il lavoro compiuto per favorire l’inclusione scolastica degli alunni stranieri e il coinvolgimento delle loro famiglie. Vorrei che emergesse il grande lavoro di équipe compiuto da tutta la giunta, particolarmente evidente in alcuni momenti della pandemia, penso ad esempio alla consegna dei pacchi alimentari che ha coinvolto personalmente e fisicamente molti assessori. Si è trattato di un grande momento di condivisione”.

V MUNICIPIO – VICE PRESIDENTE E
ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI MARIO PODESCHI (M5S)

Ius soli e immigrazione

“Occupandomi di un Municipio di 247.000 abitanti, dove le comunità straniere sono estremamente corpose – pensiamo alla comunità bengalese che da sola sfiora i 15.000, o ai 3000 fedeli quasi tutti nordafricani della moschea di via dei Frassini – per come la penso io, trovo assurdo che un ragazzino nato e cresciuto in Italia debba aspettare i 18 anni, se tutto va bene, per prendere la cittadinanza italiana. Abbiamo esempi in Francia o in Inghilterra dove è presente un grande melting pot culturale. Qual è il nostro problema? Direi che è solo ed esclusivamente un discorso di strumentalizzazione politica che non ha senso in un mondo globalizzato”.

Problematiche e azioni concrete

“Siamo insieme al I, il Municipio più multietnico di Roma: abbiamo la maggioranza assoluta di cittadini del Bangladesh, siamo secondi dopo il I Municipio per la presenza di cinesi, secondi come comunità rumena dopo il III Municipio, e secondi per nordafricani (Marocco, Algeria, Tunisia)”.

  • Scuola – “Nel nostro territorio sono presenti due plessi che sono il centro della multietnia, la Carlo Pisacane e la Iqbal Masih, che fanno parte dell’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone, che prende il nome dalla preside ormai scomparsa che ha dedicato la vita a costruire un modello scolastico aperto e inclusivo. Grazie al lavoro delle associazioni e grazie al continuo confronto del Municipio con i dirigenti scolastici, conosciamo da vicino la realtà multiculturale della scuola. Attualmente, la scuola vive in pieno l’emergenza del covid: in questo momento c’è un problema di dispersione e abbandono scolastico, che si riverbera soprattutto sui bambini stranieri. Un esempio: molti bengalesi hanno oggettivi problemi abitativi; ci sono casi di due o tre nuclei familiari che abitano nello stesso appartamento, con bambini che devono frequentare la scuola in DAD, spesso senza mezzi e supporti. Questo è diventato davvero un grande problema legato all’emergenza sanitaria in atto, e i servizi sociali ci segnalano che la percentuale maggiore di assenze scolastiche riguarda appunto gli stranieri. Quello che stiamo facendo è rimodulare i nostri interventi: ad esempio, spazi di aggregazione che prima aiutavano i bambini nei compiti, ora si svolgono anch’essi online o con chiamate whatsapp”.
  • Lavoro – “Il tema del lavoro è complesso a livello nazionale, noi purtroppo possiamo fare molto poco. Tuttavia, nell’ultimo periodo abbiamo istituito, per quelle persone che hanno perso il lavoro e che hanno difficoltà nel ricollocamento, delle Borse Lavoro. Abbiamo istituito inoltre i PUC, i Progetti Utili alla Collettività, quelli che sono derivanti dal reddito di cittadinanza, e che riguardano ad esempio la pulizia dei parchi e al momento stiamo lavorando per attivare altri progetti di questo tipo”.
  • Servizi – “I nostri servizi sociali fronteggiano le difficoltà di un territorio dove è netta la forbice sociale. Noi siamo il penultimo Municipio a livello di reddito pro capite. Questo dato è significativo per far capire quanto sia stato forte l’impatto del covid nel nostro territorio: nell’ultimo anno abbiamo fronteggiato il problema dell’emergenza con i buoni spesa e i pacchi alimentari. Nel primissimo lockdown giunse al municipio una valanga di richieste, circa 21.000.
    Sul tema dei servizi anagrafici, abbiamo un ufficio a Torre Annunziata e uno a Palmiro Togliatti, dove ci avvaliamo anche di mediatori culturali. Spero di riuscire a fare un nuovo bando per altri mediatori culturali, il cui ruolo nell’accesso ai servizi reputo fondamentale.
    Per quanto concerne i servizi sanitari, in questo periodo più che mai le istituzioni devono essere al fianco dei cittadini. Racconto una vicenda che ebbe anche risonanza sui media nazionali: i primi di luglio, arrivano 2 aerei dal Bangladesh: in tutto c’erano circa 8 positivi: si è scatenato il panico. Avendo rapporti con la comunità del Bangladesh, ed essendo delegato della sindaca per la ASL Roma 2, ho coordinato due riunioni al Santa Caterina della Rosa con due capi della comunità bengalese, al fine di invitare tutta la popolazione bengalese ad andare a fare i tamponi. Si è scatenato il delirio: nei caldissimi giorni di luglio, migliaia di bengalesi hanno creato una fila di centinaia di metri. Venivano fatti 700/800 tamponi al giorno, appoggiandoci a spazi del Municipio. Per fortuna c’è stata una percentuale molto bassa di positivi, ma questa vicenda è servita per far capire ai molti razzisti che le istituzioni ci sono, dialogano con le comunità e monitorano la situazione”.
  • Accoglienza – Nel territorio ci sono due centri di accoglienza, uno a via Sturla e uno a via della Mentuccia. Noi abbiamo relazioni con questi luoghi, ma la gestione ovviamente non è di nostra competenza. Però mi capita di parlare con gli operatori per aiutare nell’accesso ad alcune pratiche. Per esempio, quando ci fu un cluster in uno di questi centri, abbiamo dovuto monitorare per una settimana la situazione per far sì che i positivi restassero in isolamento. Inoltre, si ricorderà la vicenda di Cardinal Capranica del 15 luglio 2019, quando furono sgomberate 79 persone, accolte poi in Piazza delle Gardenie. Fu un momento molto critico, ma alla fine, lo scorso 31 ottobre, grazie al lavoro congiunto del Dipartimento delle Politiche Abitative e del Dipartimento delle Politiche sociali, abbiamo completato il ricollocamento.

Fare rete con terzo settore e Istituzioni locali

Nel nostro territorio una delle realtà più attive per l’integrazione è Asinitas, che si occupa soprattutto dei genitori dei bambini, in particolare delle donne, che nell’associazione sono coinvolte in attività ricreative e di socializzazione. Fondamentale è l’insegnamento della lingua italiana: parlando con i presidi delle scuole del territorio risulta chiaro che non conoscere la lingua italiana diventa per i genitori un ostacolo importante anche per l’integrazione scolastica dei figli.
Abbiamo anche rapporti con Medu, MSF che soprattutto in questo periodo di emergenza ci hanno aiutato tanto nei palazzi occupati, dove spesso mi sono recato personalmente per sostenere degli interventi. L’associazione Nonna Roma è stata importantissima nella distribuzione dei pacchi alimentari, che sono stati stoccati in un locale del Municipio con un protocollo di intesa.
Emergency nel nostro territorio si fa carico di 100 famiglie, dialoghiamo costantemente con associazioni di Villa Gordiani e del Quarticciolo. Ultimamente molte di queste riunioni hanno riguardato il coordinamento della distribuzione dei beni alimentari. Noi da soli non ce la faremmo, anche per la macchinosità burocratica e per le risorse umane che scarseggiano anche in situazioni normali. Nel Piano Sociale in preparazione, ribadiamo il fatto che per noi la rete è fondamentale.
Con i Municipi, nello specifico, fare rete è più complesso: è chiaro che il rapporto tra i servizi sociali dei municipi si basi su un interscambio di informazioni. Ma su un certo tipo di progettualità ogni Municipio si muove secondo i suoi numeri, le sue esigenze e le sue caratteristiche demografiche”.

VII MUNICIPIO – PRESIDENTE MONICA LOZZI (M5S)

 

Ius soli e immigrazione

“La legge sullo Ius soli è giusta. Parliamo di bambini e ragazzi che crescono perfettamente integrati nella scuola e nella società, l’unico ostacolo lo poniamo noi non riconoscendo loro il diritto alla cittadinanza, un atto dovuto. Così questi ragazzi, prevalentemente giovani di seconda generazione, sarebbero davvero uguali in tutto e per tutto ai loro coetanei, non gli verrebbe più negato l’accesso ai concorsi pubblici o di godere di tutti gli altri diritti ai quali accedono i bambini e giovani figli di genitori italiani”.

Problematiche e azioni concrete

  • Abitare – “Nel territorio del Municipio VII ci sono problemi abitativi e socio economici che coinvolgono le comunità straniere: nascono insediamenti spontanei di chi non può accedere a un abitare sicuro. È una situazione non semplice da risolvere perché l’assegnazione delle case avviene non a livello territoriale, ma cittadino e inoltre è a livello nazionale che  si stabiliscono gli investimenti nel settore. Le comunità coinvolte sono soprattutto la Rom e la Romena, e come un po’ ovunque i primi soffrono di uno stigma negativo a prescindere dai loro comportamenti”.
  • Accoglienza – “Ci sono due SPRAR nel territorio, strutture che ospitano un numero limitato di stranieri, in media una quindicina. Abbiamo avviato attività che coinvolgono gli ospiti in collaborazioni volontarie, ad esempio nella cura del verde pubblico. Gli ospiti sono abbastanza integrati con il territorio. Più complessa è la situazione del Selam Palace che ospita seicento rifugiati politici, molti dei quali provengono dal Corno D’Africa. È noto che ci sono stati problemi con la pandemia, attualmente la situazione è tranquilla. Il Municipio fornisce sostegno alimentare, abbiamo dovuto fare in modo di metterci in contatto direttamente con le famiglie che alloggiano al Selam. Abbiamo avuto come interfaccia le associazioni anche nel percorso che porta all’assegnazione delle case popolari”.
  • Servizi – “In via Fortifiocca 71 ha sede il Segretariato sociale che aiuta i cittadini ad accedere ai servizi sociali del Municipio, informando e orientando in base alle esigenze degli utenti. L’attivazione degli interventi avviene in seguito al colloquio con l’assistente sociale e alla stesura di un progetto che implica anche il reperimento di risorse. Ed è proprio nei bandi sociali che sono state inserite le figure di mediatori per la lingua araba e bengalese. Il Municipio inoltre fornisce sussidi a chi è in difficoltà, a prescindere se sia italiano o straniero: si tratta di un supporto economico indirizzato al pagamento dell’affitto e delle borse Lavoro”.
  • Scuola – “Le scuole dei nostri quartieri sono popolate di bambini di origine straniera, ma non abbiamo mai sofferto di criticità nella scuola, non mi risulta ci siano problemi neppure negli accessi”.

Fare rete con terzo settore e Istituzioni locali

“Nel territorio del Municipio VII abbiamo istituito la Consulta per l’Immigrazione allo scopo di stimolare opportunità che conducano alla integrazione degli stranieri sia sul piano della tutela dei diritti, ma anche della salute, dell’istruzione e della cultura. Si tratta di un’importante funzione di supporto al Consiglio Municipale. Coinvolge numerose associazioni che si occupano di stranieri che già operano nel territorio. Accompagna le persone nell’accesso ai servizi, ma raccoglie anche informazioni, realizza ricerche sia direttamente che collaborando con l’Amministrazione Municipale.

Le comunità del territorio interloquiscono con il Municipio soprattutto in occasione di festività nelle quali amano organizzare eventi e feste, è il caso dei Romeni. I Bangladesi sono, assai precisi e tempestivi nel richiedere spazi, soprattutto in occasione delle festività religiose che comportano momenti di preghiera collettiva. Gli spazi poi vengono ripristinati con cura. L’unico inconveniente con questa comunità è legato alla gestione dei loro negozi di alimentari che infastidiscono la categoria per le agevolazioni che hanno e per gli orari prolungati rispetto alle altre forme di commercio. La comunità cinese, la terza per consistenza nel Municipio VII, è abbastanza integrata, ma molto chiusa”.

VIII MUNICIPIO – PRESIDENTE AMEDEO CIACCHERI (LeU)

 

Ius soli e immigrazione

“Intanto non posso che essere d’accordo con il segretario Letta sull’urgenza di questo tema in questo periodo storico. Soprattutto dopo un ritardo accumulato da anni. Si tratta di riconoscere un diritto a persone che di fatto, anche se non di diritto, sono parte della nostra comunità, anche se gli manca la formalizzazione di questa appartenenza che è appunto la cittadinanza. Si tratta di una doverosa e necessaria riforma del diritto di cittadinanza, come l’abbiamo chiamata per tanti anni in passato e come l’hanno chiamata i movimenti sociali e le associazioni che in questi ultimi 20 anni si sono fatti portavoce di questa esigenza.

L’urgenza però deve sposarsi con atti concreti, e l’onere che ha oggi il governo Draghi è quello di trasformare qualcosa che gli amministratori locali sanno che ha assoluta cogenza nella vita quotidiana delle nostre città. Si tratta di dare riconoscimento alle concrete necessità di accesso ai servizi alla scuola, alla sanità pubblica ecc., ma anche di essere riconosciuti membri a pieno titolo della comunità politica e civile, con la possibilità di incidere su di essa”.

Problematiche e azioni concrete

  • Servizi – “Nel nostro territorio ormai le comunità che potremmo definire straniere sono assolutamente integrate e raccontano la multiculturalità di fatto della nostra società, in particolare di Roma. In questo caso le questioni legate all’immigrazione sono connesse essenzialmente a due ordini di fattori: il primo è il ritardo da parte delle istituzioni, su cui noi abbiamo lavorato in questi ultimi tre anni, e che riguarda il dare pieno accesso a tutti quegli strumenti di inclusione fondamentali in una città multiculturale. Partiamo dall’elemento più basilare che è la possibilità di accedere a materiale informativo, canali di accesso all’amministrazione che siano multilingue, perché devi rispondere a gradi differenti di conoscenza della lingua italiana. Parlo ad esempio di una questione molto concreta e molto urgente, che è stata la pandemia. Tutte le attività condotte dal Municipio in termini di solidarietà sociale e soccorso alle fragilità sociali esplose durante la pandemia sono state curate tenendo conto della necessità di rendere le misure accessibili linguisticamente a una platea multilingue”.
  • Abitare – “Il secondo fattore riguarda le normative che raccontano come il nostro paese stia facendo finta di non assecondare l’invisibilità di ampie fasce della popolazione. Penso all’art. 5, giustamente tanto vituperato, del decreto Lupi del Governo Renzi che di fatto impedisce l’emersione di grandi fasce della nostra popolazione che vivono in condizioni di estrema indigenza economica e vivono in situazioni abitative informali o non regolari (come le occupazioni), non riconoscendo a loro il diritto di avere una residenza e l’accesso a una situazione abitativa garantita. Perché parlo di questo legandolo al tema dell’immigrazione? Perché è chiaro che anche questo ha fatto sì che molti cittadini di origine non italiana non potessero accedere al SSN e a tanti altri servizi in mancanza di un requisito fondamentale quale quello della residenza.
  • Accoglienza – “In termini complessivi credo che il sistema di accoglienza di Roma nel suo complesso sia del tutto insufficiente e non adeguato alle esigenze di una grande metropoli. Io sono privilegiato di avere avuto la possibilità nel mio territorio di costruire un rapporto di sintonia e di riconoscimento politico-culturale con l’esperienza condotta dal sindaco Lucano nel comune di Riace. Chiaramente un’esperienza molto differente anche dal punto di vista della complessità di due realtà così distanti come Roma e il piccolo centro di Riace. Ma credo che si possa comunque provare a declinare il modello Riace in chiave cittadina, facendosi carico dello spirito che ha guidato quell’esperienza e trasportandolo nel nostro Municipio. Abbiamo voluto riconoscere a Mimmo Lucano il titolo onorifico, chiaramente simbolico, di cittadino onorario dell’VIII Municipio. Cosa abbiamo fatto quindi in questi anni nell’VIII Municipio? Abbiamo provato a ragionare non in maniera separata di accoglienza e del resto dei servizi e attività all’interno del territorio. Ma abbiamo cercato di ragionare in un’ottica integrata, affinché ciascun residente nel nostro territorio possa avere la possibilità di accedere appieno ai diritti di cittadinanza che i servizi territoriali devono garantire, all’interno del mondo della scuola e dei servizi amministrativi municipali. All’interno anche di quelle esperienze che stiamo provando a tutelare al netto che a Roma un vero e proprio programma di accoglienza per cittadini stranieri o di origine straniera ancora non esiste. Quindi nessun programma che parli di accoglienza alloggiativa, sostegno al reddito e altre vicende che hanno a che fare con il welfare locale”.

Fare rete con Terzo settore e Istituzioni locali

“Questo è un tema che ha a che fare anche con la sintonia politica. Con alcuni Municipi come il I, II e III Municipio si sono sviluppate delle collaborazioni che andavano a delineare un uguale punto di vista su quella che è la città in questo momento, facendo rete su alcune buone pratiche che abbiamo mutuato da Municipio a Municipio, in particolare sul piano delle politiche sociali e scolastiche. Sostenendo per esempio programmi che si sono coordinati in parallelo, forti anche del supporto di molte realtà dell’associazionismo romano che hanno spinto nella direzione dell’ampliamento della fascia di diritti per la popolazione tutta, indipendentemente dal paese d’origine. Questa è stata una linea di condotta che è stata in quest’ultimo anno chiaramente approfondita perché di fronte alla pandemia la necessità di sposare pratiche comuni per rispondere alla crisi economica e sociale approfondita dal covid ha fatto la differenza. Qui nel Municipio VIII si è costruita una piattaforma di comunità, “Municipio solidale”, che ha agito in parallelo rispetto a quanto stava avvenendo sul territorio del I Municipio, ovviamente tenendo conto delle differenze socioeconomiche, ambientali e di contesto dei due municipi che ci mettono di fronte a priorità diverse da Municipio a Municipio. Si è trattato di un laboratorio di cittadinanza attiva”.

Le interviste continuano nell’uscita di giovedì 8 aprile

Interviste realizzate da:
Luciana Scarcia
Nicoletta del Pesco
Elisabetta Rossi
Silvia Proietti
Fotografie: Gma
(31 marzo 2021)

Leggi anche: