Servizi a migranti e richiedenti asilo: la formazione degli operatori

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Lavorare nell’assistenza ai migranti richiede saperi e abilità trasversali. Foto Pixabay

Il ruolo dell’assistente sociale nella presa in carico delle persone migranti è fondamentale perché attivo fin dalle prime fasi dell’accoglienza e lungo tutto il percorso di inclusione. Al ruolo specifico dell’assistente sociale si affianca quello dell’operatore sociale, figura professionale dai confini molto sfumati che racchiude in sé diversi saperi e abilità trasversali. Esiste in Italia un deficit formativo che riguarda il mondo degli operatori e degli assistenti sociali impegnati nel campo dell’immigrazione?

Il programma di formazione di UNHCR e CNOAS

Proprio per promuovere la formazione degli assistenti sociali nel campo dell’immigrazione UNHCR Italia ha promosso un programma di formazione in collaborazione con CNOAS, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali “Gli assistenti sociali sono degli attori fondamentali nella presa in carico delle persone rifugiate e richiedenti asilo in quanto coinvolti nelle diversi fasi dell’accoglienza, dall’arrivo al completamento di un percorso di inclusione e autonomia nel nostro paese”, spiega Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino “Per questo motivo nel 2018 abbiamo sottoscritto un protocollo con CNOAS con l’obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche relative alla protezione delle persone in fuga e fornire ulteriori strumenti per un’azione ancora più efficace. Il programma di formazione, che ha avuto inizio nel 2019 ha visto la partecipazione di oltre 12 mila assistenti sociali. Quest’anno sono stati elaborati 7 moduli di formazione, con un focus particolare sulle persone portatrici di esigenze particolari come i minori non accompagnati, le persone con SOGIESC diversificato e le persone sopravvissute a violenza”

La presa in carico dei migranti e richiedenti asilo implica non soltanto offrire supporto a persone che hanno subito forti traumi, causa dello spostamento dal paese di origine o sopraggiunti lungo il tragitto, ma che sono anche portatrici di specificità culturali che vanno contemplate e comprese. “L’assistente sociale è chiamato quindi ad avere una familiarità con il contesto di provenienza della persona, ad avere nozioni di diritto internazionale in tema di asilo, a lavorare in sinergia con mediatori culturali, senza i quali la comunicazione con i beneficiari, almeno nelle fasi iniziali dell’accoglienza non sarebbe possibile.”

Il ruolo dell’operatore sociale

Altrettanto complesse e diversificate sono le abilità richieste all’operatore sociale, definizione nel cui novero rientrano tutti coloro che si dedicano ad attività di supporto alle persone portatori di un disagio fisico o psichico. Negli ultimi decenni gli operatori sociali svolgono un ruolo determinante nel supporto ai migranti e richiedenti asilo, sia per il supporto a bisogni specifici – come per esempio la ricerca di un impiego – che nelle strutture di accoglienza. “In realtà le professionalità impegnati nel campo immigrazione sono molteplici”, spiega Claudio De Filippo, coordinatore dei progetti FAMI per la cooperativa sociale Folias di Monterotondo. “Alcune più specialistiche, come la mediazione linguistica o il supporto legale per esempio, ed altre più trasversali. Spesso il confine tra le diverse figure è molto labile, perché chi si occupa di migranti deve per forza di cose avere nozioni di diverse per poter portare avanti un lavoro efficace. In alcune realtà l’operatore sociale svolge un ruolo da tuttofare, in altre è più una figura di raccordo tra le varie figure professionali in campo”.

Le specificità del lavoro con i migranti

Non esiste un percorso formativo ad hoc per diventare operatori sociali, le competenze si apprendono direttamente sul campo. D’altronde, data la natura così generica della definizione di ‘operatore sociale’, spesso per altro impegnato con utenze diversificate – migranti, disabili, persone con disagi socio-economici vari – sarebbe impossibile pensare ad un percorso univoco. “Sono le cooperative stesse che si occupano di elaborare percorsi formativi per gli operatori sociali, spesso più strutturati o in alcuni casi purtroppo insufficienti. Per quanto riguarda il supporto ai migranti, si sente la necessità di pensare ad una formazione specifica. Si pensi soltanto alla difficoltà di comunicare con persone che parlano una lingua differente immerse in un contesto culturale sconosciuto. Non si può pensare che sia una questione che riguardi soltanto i mediatori linguistico-culturali, figure per altro così drasticamente carenti in contesti come la Pubblica amministrazione per un paese che si è ormai avviato da anni a diventare multiculturale. L’operatore sociale, che in primis è una persona accogliente, non può prescindere dall’aspetto comunicativo, dal rispetto delle specificità della persona e del suo vissuto. Spesso lavorare nell’assistenza ai migranti è un’attività complessa, che richiede uno sforzo di comprensione delle differenze culturali e sospensione del giudizio. Quando mancano queste basi, non si può fare un vero lavoro sociale ma soltanto un business dell’accoglienza.”

Il programma del corso

  • MODULO 1: Il diritto del minore alla partecipazione contenente una panoramica sul diritto all’ascolto del minore, è finalizzato a guidare i partecipanti alla predisposizione, in piena autonomia, di attività di partecipazione utili a rendere concreto tale diritto nel rispetto e nella piena attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989.
  • MODULO 2: Il diritto del minore all’unità familiare tratta i principi generali quali fonti del diritto all’unità familiare a favore delle persone di minore età, la procedura del ricongiungimento familiare dei MSNA ai sensi del reg. Dublino III ed, infine, vengono condivise delle buone prassi sviluppate nell’ambito del progetto EFRIS (European Family Reunion Innovative Strategies).
  • MODULO 3: La protezione di persone con SOGIESC diversificato dedicato all’approfondimento delle violazioni dei diritti che subiscono le persone con SOGIESC diversificato nel mondo e in Italia, della cornice normativa in materia di protezione delle persone con SOGIESC diversificato e dei loro diritti in linea con gli standard internazionali, con un focus sulla protezione internazionale legata al tema dell’orientamento sessuale e dell’identita’ di genere.
  • MODULO 4: La violenza di genere contro uomini e ragazzi dedicato all’approfondimento del concetto di violenza di genere, delle sue diverse forme, contesti e obiettivi, con riguardo a uomini e ragazzi e persone LGBTIQ+. 
  • MODULO 5: L’accesso ai servizi finalizzato all’approfondimento della cornice normativa internazionale, europea e nazionale in materia di accesso ai Servizi Sociali e Sanitari per persone richiedenti e titolari di protezione internazionale.
  • MODULO 6: Il sistema italiano di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati adulti dedicato all’approfondimento del quadro normativo, del sistema di accoglienza in Italia di richiedenti protezione internazionale e rifugiati, degli standard di accoglienza, del monitoraggio e anche del trattenimento.
  • MODULO 7: “Giving voice to young refugees in Italy”  con il coinvolgimento di 7 minori e giovani adulti accolti in Italia volto alla realizzazione di un modulo formativo online rivolto ad assistenti sociali iscritti al CNOAS. 

Silvia Proietti
(07 luglio 2021)

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