78 Mostra del Cinema di Venezia: spazio alle combattenti

La 78 Mostra d’arte cinematografica di Venezia prende il via l’1 settembre al Lido per la gioia degli appassionati di cinema e non solo. L’unico festival che l’anno scorso non fu cancellato a causa della pandemia oggi, dopo Cannes e Locarno, propone proiezioni dal vivo nel pieno rispetto delle norme anti-covid.

78 Mostra del Cinema di Venezia: donne combattenti in pace e in guerra

Pedro Almodovar apre il concorso con Madre paralelas, ennesima collaborazione con  Penelope Cruz che interpreta una delle tre madri, molto diverse tra loro, che si incontrano nella stanza dell’ospedale dove due di loro partoriranno. In Madre paralelas “Si ragiona di passato e di futuro e di verità”, racconta il regista, si “parla dell’identità e della passione materna.”

Madres paralelas di Pedro Almodovar
78 Mostra del Cinema di Venezia: Madres paralelas di Pedro Almodovar

Venezia 78 presenta gran parte delle pellicole  con donne che combattono e  “madri coraggio”, come le ha definite Alberto Barbera, direttore della mostra. Le protagoniste femminili in lotta si incontrano in maniera trasversale in tutte le sezioni: Fuori Concorso in Republic of silence Diana El Jeiroudi che narra i dodici anni dall’ inizio della primavera siriana a oggi. Una storia personale, politica e sociale nella quale la regista e sceneggiatrice, nata a Damasco e residente a Berlino, si chiede “Come può il mio silenzioso universo interiore riflettere quel mondo non detto o ricordare un’era di rivoluzione, guerra, immigrazione e politica internazionale?”. Il silenzio caratterizza anche la guerra del Donbas, pressoché assente dai media, ma il reporter francese Loup Bureau, Fuori concorso con Tranchéé, sceglie di narrarla: trincee scavate da giovani donne e uomini sotto le bombe mentre nel resto di Europa i coetanei vivono la loro gioventù.

 Amira di Mohamed Diab
78 Mostra del Cinema di Venezia: Amira di Mohamed Diab

78 Mostra del Cinema di Venezia, Orizzonti: battaglie collettive e individuali

Battaglie collettive e individuali di donne narrate anche nella sezione Orizzonti: nel film parlato in arabo e ebraico di Mohamed Diab Amira, una diciasettenne palestinese, nata dal seme di Nawar uscito clandestinamente dalla prigione, ama il padre che considera un eroe. Quando Nawar si scopre sterile nella figlia si crea un problema di identità non indifferente. Ancora ambientato in carcere, ad Odessa, 107 madri di Peter Kerekes, che racconta di Lesya che mette al mondo il suo bambino in una comunità tutta femminile al di qua e al di là delle sbarre. Deve combattere anche Vera, madre e nonna affettuosa, che viene travolta dal suicidio del marito, un giudice, e dalla conseguente richiesta di appropriarsi della sua casa da parte di uomini minacciosi. La regista Kaltrina Krasniqi, originaria della ex-Jugoslavia, ha scelto di raccontare in Vera sogna il mare la battaglia sostenuta da sua madre, una donna sola, contro la discriminazione femminile sul piano economico e culturale di una società maschile retrograda.
Si parte dalla famiglia anche ne Il paradiso del pavone di Laura Bispuri dove Nena, Dominique Sanda, riunisce la famiglia allargata per il suo compleanno, c’è anche Paco il pavone di Alma, la nipote, che avrà un ruolo fondamentale in questa riunione famigliare dove tutti parlano senza ascoltarsi, svelarsi.
In À plein temps, di Eric Gravel, Laure Colamy, nel cast della fortunata serie 10 pour cent, affronta la lotta quotidiana di una madre single perennemente di corsa. Sola con un figlio “problematico”  la protagonista di El otro Tom di Rodrigo Plá e Laura Santullo, che avevano aperto Orizzonti nel 2015.
Mentre Aditya Vikram Segupta in  Once upon a time in Calcutta fa un ritratto femminile soffocato dal peso del passato, oltre che un atto d’amore per la metropoli indiana, definita dal regista come “una città impegnata nel tentativo di stare al passo con un mondo in rapida evoluzione”.
Mama ya doma di Vladimir Bitokov, allievo di Alexander Sokurov, ben testimonia fin dal titolo la storia di una madre tenace, indomita come la gioventù di Ma nuit di Antoinette Boulat che richiama i Dardenne
Les promesses di Thomas Kruithof sono un interessante ritratto di una sindaca, Isabelle Huppert, impegnata nel sociale, attratta dalle lusinghe di un posto da ministro.
Ne La ragazza ha volato di Wilma  Labate da un idea dei gemelli D’Innocenzo, che hanno collaborato alla sceneggiatura, la violenza subita è raccontata in tempo reale e trasmette un disagio affine a quello che produce Les chauses humaines di Yvan Attal anche qui il racconto di un atto di violenza e soprattutto dei conseguenti riscontri giudiziari.
Mentre al di là dell’oceano  una denuncia della schiavitù moderna in Brasile è narrata in 7 prigionieri  di Alexandre Moratto.

America Latina dei gemelli D'Innocenzo
78 Mostra del Cinema di Venezia: America Latina dei gemelli D’Innocenzo

78 Mostra del Cinema di Venezia: prevalgono i film europei

Il programma della 78 Mostra del Cinema comprende 21 film In Concorso di cui 5 italiani, a partire dal premio Oscar Paolo Sorrentino con È stata la mano di Dio a Qui rido io di Mario Martone, all’atteso secondo film di Gabriele Mainetti Freaks Out, a Il buco di Michelangelo Frammartino “un film che ha la purezza di un diamante” ha dichiarato Alberto Barbera nel presentarlo, fino a America Latina dei gemelli  D’Innocenzo.
Tre pellicole arrivano dagli USA, inclusa una coproduzione con il Messico, una dalle Filippine e una dalla Australia e Nuova Zelanda: Il potere del cane, il ritorno di Jane Champion con la trasposizione cinematografica del romanzo di Thomas Savage. Per il resto In Concorso si hanno soprattutto produzioni europee con Italia e Francia che fanno la parte del leone. Nei venti film  Fuori concorso, di cui 11 non fiction, ancora molta Italia e diversi titoli USA fra i più attesi nelle sale: Dune di Denis Villeneuve con un cast stellare, Halloween Kills di David Gordon Green con Jamie Lee Curtis, The last duel di Ridley Scott, in coproduzione con la Gran Bretagna, “la storia di un’amicizia e di un’unione coniugale distrutti…ma anche la storia del coraggio di una donna” ha dichiarato il regista.

Rocco Ricciardelli
(28 agosto 2021)

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