Memoria, accoglienza e umanità a Lampedusa

Otto anni fa nel Mediterraneo, il 3 ottobre 2013, una nave partita la sera precedente dalla Libia si rovescia a 800 metri dall’Isola dei Conigli, a pochi metri d’acqua da Lampedusa. È la più grande tragedia del mare: 368 morti, di cui 360 provenienti dall’eritrea e scappati dal regime dittatoriale di Iasias Afewerki e gli altri 8 dall’Etiopia. I dispersi sono 20, mentre 155 sono i sopravvissuti che la diaspora dei migranti ha sparpagliato in tutto il Nord Europa. Uno solo è rimasto in Italia, con la Comunità di Sant’Egidio, ma seppur lontani e con vite ricostruite, alcuni di loro tornano ogni anno a Lampedusa per ricordare quanto avvenuto in quella data.

Foto pixabay

Lampedusa e la memoria

Dal 2016, grazie al Comitato del 3 ottobre e al suo fondatore e direttore nazionale, Tareke Brhane, è stata istituita in Italia, il 3 ottobre, la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, nella quale, le vittime della strage, diventata il simbolo del dramma dell’immigrazione, vengono ricordate ogni anno attraverso delle celebrazioni. Quest’anno all’orario in cui avvenne il naufragio, a Lampedusa c’è stato un momento di raccoglimento di fronte il Memoriale “Nuova Speranza”, in Piazza Piave. Il momento commemorativo è proseguito con il lancio del concorso “Porte d’Europa” 2021/22 promosso dal Ministero dell’Istruzione, la commemorazione per tutte le vittime dell’immigrazione e l’inaugurazione del restauro della Porta d’Europa, il monumento alla memoria dei migranti deceduti in mare. A conclusione è stata deposta in mare una corona di fiori nel luogo in cui persero la vita le 368 persone alla presenza delle Autorità civili e religiose, dei pescatori e dei superstiti dei naufragi. La giornata si è conclusa con l’inaugurazione del “Percorso della Pace“: 12 tappe che rappresentano i luoghi simbolo della memoria, dell’arte e dell’impegno sociale, un itinerario che non vuole solo ricordare, ma che vuole anche essere il punto di partenza per costruire un futuro migliore, in un’isola accogliente che vuole Pace. Il Percorso della Pace, è infatti un’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale di Lampedusa e Linosa nell’ambito del progetto europeo “Snapshots from the borders” che mette insieme 36 partner tra i quali 19 territori di frontiera di 13 Paesi europei impegnati in prima linea nell’accoglienza dei migranti, e che vede proprio il Comune di Lampedusa e Linosa quale ente capofila a simboleggiare e sottolineare l’impegno della comunità.

Foto di Gerhard Lipold da Pexels

Lampedusa e l’accoglienza

Esiste un’umanità forte a Lampedusa ed è quella di tante famiglie residenti con grandi storie d’accoglienza da raccontare. Lillo Maggiore è una di loro, lui lavora in una scuola come assistente amministrativo e dal giorno della tragedia del 3 ottobre ha aperto le porte della sua casa e ha accolto, senza indugio, due ragazzi eritrei sopravvissuti al naufragio, Teame, che all’epoca aveva 22 anni e Alex  di 24. Teame e Alex sono entrati a far parte della sua famiglia per 4 mesi sono stati dei figli, anche se oggi Teame vive in Norvegia e Alex in Olanda, ma tornano ogni 3 ottobre a Lampedusa per ricordare insieme alla popolazione. Sono stati i primi ma di certo non gli ultimi ragazzi che la famiglia Maggiore ha accolto dal 2013 ad oggi.centinaia di vite bisognose di cure e ospitalità. La notte del 27 settembre, a ridosso dell’inizio delle attività commemorative che si sono svolte sull’isola dal 30 settembre al 3 ottobre, c’è stato un maxi-sbarco, 686 persone approdate al porto a bordo di una sola imbarcazione, un peschereccio, scortato dalle motovedette. Il giorno seguente, il 28, altri 4 barchini, con un totale di 67 migranti, sono giunti a Lampedusa durante la notte. Nessun riposo per Lampedusa, terra meravigliosa e d’accoglienza, che anno dopo anno, giorno dopo giorno, continua a vedere arrivi di fortuna e innumerevoli morti, infatti, da quel 2013 oltre 22mila migranti hanno perso la vita nel tentare la traversata del Mar Mediterraneo. Conservare e rinnovare il ricordo per tutelare la vita e la dignità delle persone in fuga, persone che sono nate invisibili e sono morti invisibili.

Elisa Galli
(6 ottobre 2021)

Leggi anche: