Sono 5.923.000 i cittadini stranieri residenti in Italia nel 2020, secondo le ultime stime rilevate da Ismu. La prima comunità più presente è la quella romena che costituisce il 22,7% sul totale degli stranieri, seguita dalle comunità albanese e marocchina. Il ricongiungimento familiare continua ad essere una delle motivazioni di spostamento più consistenti, ovvero il 38,3% percento sul totale dei richiedenti in 27 paesi Ue. Ma cos’è il ricongiungimento familiare? Come e quando è possibile chiederlo? Come ogni anno, il Ministero dell’Interno ha condiviso sui propri canali le linee guida per i cittadini stranieri che desiderano accedere alla procedura di richiesta. Oltre che nella burocrazia, il percorso di ricongiungimento ai propri cari si articola in nella ricostruzione della quotidianità, delle amicizie e delle abitudini in un Paese nuovo, che parla una lingua diversa. A raccontarlo sono Ana e Emil, fratello e sorella di origine romena che, dopo un anno dal loro secondo arrivo in Italia, nel 2018 hanno preso parte al progetto Infomigranti promosso da Piuculture.
Il ricongiungimento in Italia dalla Romania
Studiosi ed inseparabili, Ana e Emil si trasferiscono dalla Romania una prima volta all’età di un anno e mezzo per ricongiungersi con il padre in Italia. Dopo dodici anni tornano nuovamente in Romania fino a stabilirsi definitivamente a Roma nel 2017. Attualmente sono in attesa di inviare la richiesta di cittadinanza, per la quale è necessario essere stati in Italia per almeno quattro anni consecutivi. In entrambi i trasferimenti in Italia Ana e Emil si sono avvalsi del ricongiungimento familiare, reso possibile dalla permanenza di uno dei genitori per motivi lavorativi. “Non c’è stato nulla di troppo complicato nel fare richiesta di ricongiungimento, siamo stati al comune e abbiamo presentato i nostri documenti” spiega Ana “le tempistiche per ottenere il trasferimento definitivo sono rientrate nei tre – quattro mesi. Quello della residenza è stato l’ultimo documento che abbiamo ottenuto” aggiunge Emil “anche se abbiamo avuto qualche problema con il riconoscimento del titolo di studio di nostra madre, che è arrivato dopo circa un anno e mezzo”. Una complicazione analoga si è presentata anche nella conversione dei titoli di studio del fratello minore perché “una volta in Italia ha dovuto ripetere la terza media. Nonostante avesse l’età giusta per iniziare il liceo gli mancava il diploma romeno. Proprio per questo, nostra madre e nostro fratello hanno deciso quest’anno di ritornare in Romania, perché lì il liceo dura solo quattro anni ed è più semplice per lui ultimarlo” racconta Ana.
Superare barriere linguistiche e sociali
Il ritorno in Romania dopo dodici anni è stato inizialmente percepito da entrambi come impegnativo per via della lingua, ma “eravamo piccoli, dodicenni, se commettevamo qualche errore linguistico non lo avvertivamo come un peso”. Il secondo ricongiungimento in Italia, invece, secondo Ana è stato più difficile perché “eravamo adolescenti e la barriera linguistica io l’ho sentita molto di più”. Secondo Emil le maggiori difficoltà sono state sia ricostruirsi una routine quotidiana sia reinserirsi nel contesto sociale. Entrambi si dicono d’accordo sul fatto che in Romania la percezione della migrazione in altri Paesi sia diversa perché “avere parenti che si trasferiscono è una cosa molto comune, quindi quando i nostri compagni si sono trovati con due bambini venuti da un altro Paese non si sono meravigliati”.
Su un futuro ritorno in Romania si sentono ben disposti, a patto di ricevere un’offerta che possa valorizzare i loro studi. “Sento la Romania come il mio paese d’origine, provo sempre un forte affetto” aggiunge sorridente Emin. Per Ana il motivo principale di un ritorno è legato alla lontananza dai propri familiari, che in questi anni non hanno potuto vivere pienamente i momenti della loro crescita, e viceversa.
Come e quando chiedere il ricongiungimento familiare
L’unità familiare è un diritto garantito ai cittadini da qualsiasi legislazione nazionale ed internazionale. In particolare, il diritto alla vita familiare è sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, ed è il presupposto per il quale è possibile richiedere il ricongiungimento familiare come motivazione di ingresso in un Paese straniero. In Italia è possibile chiedere il ricongiungimento familiare per:
- Il coniuge non legalmente separato e di età non inferiore ai 18 anni;
- Figli minori, anche del coniuge o nati al di fuori dal matrimonio, non coniugati a condizione che l’altro genitore, qualora esistente, abbia dato il proprio consenso. È necessario che alla presentazione della domanda i figli siano minori di 18 anni;
- Figli maggiorenni a carico che per ragioni oggettive non possano provvedere alle indispensabili esigenze di vita a causa dello stato di salute che comporti invalidità totale;
- Genitori a carico che non abbiano altri figli nel Paese di origine o di provenienza, ovvero genitori ultrasessantacinquenni, qualora gli altri figli siano impossibilitati al loro sostentamento.
Non è possibile chiedere il ricongiungimento con fratelli o sorelle.
Perché si possa procedere all’avvio della procedura di ricongiungimento familiare è necessario che il coniuge residente in Italia compili l’apposito modulo online sul sito del Ministero degli Interni per la richiesta del nulla-osta. In seguito, si riceverà un appuntamento per il controllo della documentazione. Per beneficiare dell’assegno sociale è necessario fare riferimento ai parametri di reddito aggiornati annualmente. Quest’ultimo aumenta a seconda del numero di familiari da ricongiungere: ad esempio, se per il 2021 l’assegno sociale corrisponde a 5.983,64 euro per il ricongiungimento di un solo familiare è necessario che il reddito sia di 8.975,46 euro. Per ricongiungere un secondo familiare il reddito previsto è il doppio, ovvero 11.967,28 euro e così via per ogni familiare. Il rilascio di null-osta per ricongiungimento potrà avvenire nel 180 giorni dalla richiesta e sarà trasmesso telematicamente dallo Sportello Unico agli Uffici consolari. Questo dovrà essere utilizzato entro sei mesi dall’emissione.
Per avere maggiori informazioni è possibile consultare l’apposita sezione sul sito del Ministero degli Affari Esteri.
Giada Stallone
(20 ottobre 2021)
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